Atto Secondo L'inizio del secondo atto è caratterizzato dalla presenza di Manoah che dialoga con Samson: il padre canta un'aria lunga e seriosa, "Just are the ways of God" con una sublime parte concertante strumentale;
Micah si infiamma e intona una delle più incisive arie dell'oratorio "Retourn, oh God of hosts!" : si tratta di un aria audace con uno schema armonico e modulazioni affascinati ed avventurose. Micah, assieme al coro che intona la terza parte dell'aria di Micah, implora Jehova di sollevare Samson dalla misera condizione in cui è caduto.
Ma il secondo atto è sicuramente dominato dall'incontro con Dalila e successivamente con Harapha. Quando appare Dalila, essa è attorniata da un seguito fastoso e solenne: da Handel viene presentata con simpatia, agghindata ed allegra, solenne come un imponente vascello, e dona una svolta decisiva al dramma. Sebbene utilizza le parole del testo, la musica infonde loro un significato differente. Handel non evita con ripugnanza di Milton per il sesso, ed utilizza quindi una musica leggermente erotica, mirante ad esaltarne la femminilità. In altre parole si potrebbe osservare come Dalila, rappresenti uno dei personaggi che svela il contrasto fra la concezione di Handel sul personaggio e quelle del realizzatore del testo, Milton, che era turbato dal peccato, ed attratto dalla castità. Handel invece trasforma il personaggio di una meretrice in un'autentica donna, trasudante affascinante femminilità. Questa scelta di Handel, turbò molto i moralisti inglesi e tedeschi: palesi erano i contrasti fra gli intenti di Milton e quelli di Handel. Dalila infatti musicalmente non viene presentata come un personaggio spregevole, una mera prostituta quindi, ma semplicemente come donna e femmina che adesca e conquista. La Dalila tratteggiata da Handel si stacca quindi nettamente dalla visione che aveva Milton: quest'ultimo l'aveva dipinta molto negativamente, rasentando la misoginia, Handel invece ha voluto farla apparire con note che potessero comunicare la sua insinuante sensualità. Lei avanza titubante e passi incerti, giacchè è stata accolta con le parole di "iena" e "fuori!". Dalila rinnova a Samson il suo amore: si tratta dell'aria "With plaintive notes and am'rous moan"; Qui sotto due esecuzioni dello stesso pezzo.
Tale pezzo, che musicalmente con piacevoli note strumentali imita il tubare della tortora, leggera e graziosa, con gli archi che nella parte di basso continuo possono esser considerati in forma di balletto, era stata concepita da Milton per Dalila direttamente, poichè appariva sola in scena. In Handel tale brano è riassunto in una aria cantata dalla accompagnatrice di Dalila. Samson però seccamente rifiuta questo rinnovato amore, giacchè non lo persuadono le parole che affermano come la gelosia l'aveva indotta ad agire in tale guisa, poichè lei gli dice che "per tenerti un giorno e notte, prigioniero d'amore, interamente mio". Samson invece di reagire con furia si perde in una bella siciliana in "Your charms to ruin led the way" .... sono parole incoraggianti e Dalila, prende coraggio, e cerca di riconquistarlo usando tutta la sua arte seduttoria... promette di curarlo con raddoppiato amore ... fino all'età avanzata... "My faith and truth, oh Samson"
Metti alla prova, oh Samson, la mia fedeltà e la mia sincerità ascoltami! Ascolta la voce dell'amore! D'Amore nessun mortale è sazio la felicità viene dal piacere goduto. Anche una vergine lì vicino interviene con Oh Samson , prova la sua fedeltà e la sua sincerità, e ascolta, ascolta la voce dell'amore! ....ma non c'è verso... poi insiste tutto un Coro di Vergini che attorniano Dalila, con le intonazioni più angeliche.... Dalila ancora To fleeting pleasures make your court no moment lose, for life is short, The present now's our only time the missing that our our only crime
(Fa' la corte ai piaceri effimeri non perdere un istante, la vita è breve: il presente è il nostro unico tempo non goderlo è il nostro unico crimine). e di nuovo il coro come sopra....ma niente da fare! non si riesce a persuadere Samson: egli è irremovibile. La scena di arie di Dalila e dei cori di vergini crea una parentesi di grande femminilità: solo voci acute di soprano dominano incontrastate la scena, pure il basso continuo si contiene: le voci cantano sole senza bisogno di supporti infusi da armonie suggestive per far trasudare la carica erotica della scena: commuovono l'ascoltatore con la loro naturale e toccante dolcezza e con brevi frasi in un gioco affascinate di eco. Samson sente crescere la rabbia e la scaccia con violenza "potrei strapparti le membra" se si avvicinava, grida Samson. Le collere sfociano nel duetto "Traitor to love!/Treitess to love!"
Dalila Traditore dell'amore! Non chiederò più un perdono che tu mi rifiuti Cessa le tue minacce! Samson Traditrice dell'amore! Non ascolterò più la voce della seduzione. Cessa le tue arti!
Entra un coro a concludere il sussieguo degli eventi "To man God's universal law gave pow'r to hkeep yhe wife in awe"
La legge universale di Dio diede all''uomo il potere di farsi rispettare dalla sua donna, così che non sia sconvolto nel vedere la propria vita dominata da una donna pretenziosa.
Harapha, assieme ad alcuni filistei, entrando in scena e vedendo l'eroe in ceppi, lo deride per la sua presunta forza, e rifiuta di duellare con un cieco schiavo con un piede nella fossa. Harapha, il gigante filisteo, è ben studiato musicalmente ed è rappresentato come grossolano e berciante, anche se non totalmente malvagio: in lui vi si può scorgere per similitudine l'antico Polifemo. Harapha canta l'aria "Honour and Arms"
L'onore e le armi disprezzano un tal nemico anche se ti potrei finire con un sol colpo Povera vittoria è vincerti o glorificarsi della tua sconfitta! Vincere uno schiavo già mezzo morto disdegno un trionfo così meschino.
L'aria è una di stampo operistico "di furore", ma può vedersi anche con alcune delle caratteristiche delle arie da basso buffo. Ma poi Harapha, borioso, rincara la dose deridendo anche Jehovah poichè "nel momento del maggior bisogno ha messo sotto i tuoi piedi la tua forza e te stesso". Dio quindi che permette ad uno dei suoi guerrieri di cadere così in basso, lasciandolo in scacco. Samsom risponde con un'aria con indicazione "larghetto e pomposo" (si tratta di "My strenght is from the living God"); poi segue un duetto di scontro fra i due eroi, dove si accentuano le caratteristiche teatrali e dove i due sfidanti cantano prima uno alla volta, poi Handel fonde le due voci in un confronto drammatico (il Duetto "Go baffled coward"). La scena e l'atto si conclude con un susseguirsi di tre cori, uno più strepitoso dell'altro Un coro di Israeliti: "Hear, Jacob's God, Jehovah, hear!": qui di seguito il brano "Go baffled coward" ed il coro "Hear, Jacob's God":
Ascolta Dio di Giacobbe, ascolta! Salvaci, prostrati al tuo trono! Israele è solo nelle tue mani salvaci e mostraci che sei vicino a noi!
Si propone allora uno scontro fra gli Dei Dagon e Jehova: è un richiamo per gli israeliti da un lato e filistei dall'altro.
"Fix'd in his everlasting seat, Jehovah/Great Dagon" - Coro del Secondo Atto del SAMSON Seduto sul Trono eterno Jehovah / il Grande Dagon regna sulla Terra con grande pompa il suo suono rimbomba, il Cielo trema, la terra è terrorizzata, le Stelle guardano fisse con costernazione. Jehovah / il Grande Dagon è tra gli Dei il primo e l'ultimo.
L'atto si conclude con queste solenni invocazioni delle due divinità da
parte dei due opposti schieramenti: questo coro vede cantare assieme
ebrei e filistei, ed è come un riepilogo:ognuna delle due popolazioni
evoca il proprio Dio seguendo la stessa linea melodica, sebbene le parti
nella partitura siano differenti: si tratta di un vero e proprio
ensemble finale con tutti i protagonisti riuniti attorno al coro:
riecheggia il tono alla Purcell per il suo brillante carattere di
minuetto. A cura di Arsace da Versailles
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