di Secondo il Lang, il SAMSON deve vedersi come "un dramma di proporzioni colossali", un episodio condotto in modo drammatico. Il SAMSON è un tipico esempio in cui Handel riesce a conferire virilità ai personaggi, componendo contemporaneamente musica calda ricca ed espressiva. Il dramma si sviluppa in un itinerante crescendo drammatico, tutto incentrato sul destino del protagonista, che trova il suo capolinea in una allucinante tragedia, costellata di lampi di bellezza: sconfitto e reso schiavo, ottiene le sue vittorie quando si verificano i crolli delle sue speranze. Angosciato dal peso di una perenne oscurità nel momento in cui viene presentato in scena, egli riesce a consolidare una forte pace interiore, conscio del proprio destino. L'interesse di Handel non si concentrava sulla punizione dei peccati, poichè la sua musica non si permette di moralizzare, ma era imperniato sul personaggio. L'oratorio SAMSON fu ripetutamente maneggiato con molti cambiamenti, tagli ed aggiunte: una ricostruzione definitiva non esiste a tutt'oggi, si pensi che nella struttura dell'oratorio spesso si deve effettuare una scelta fra tre differenti arie. Non esiste inoltre nessuna edizione definitiva della partitura. "Quando Handel pensa al Popolo Eletto (Ebrei), egli pensa all'intera umanità" (Manfred Bukofzer): ecco il motivo per cui gli oratori di Handel possono considerarsi gli oratori degli oratori, seguendo in analogia le stesse motivazioni per cui la Messa in Si minore di Bach viene concepita in wikipedia come la messa delle messe. Gli oratori di Handel parlano di tutti i credenti in Dio unico, non importa se calvinista o luterano o cattolico, ma il Dio dei cristiani, prima e dopo lo scisma, della riforma e delle controriforma. Handel iniziò la stesura dell'oratorio il 29 Settembre 1741: poi interruppe il suo lavoro per il soggiorno che fece in Irlanda, ma lo concluse il 12 Ottobre 1742. SAMSON vide la sua prima il 18 Febbraio 1743 al teatro Coven Garden, dove riscosse un successo entusiastico confermato da ben sei sere in cartellone, venendo poi riproposto nella stagione successiva. Il libretto, scritto da Hamilton, prende le sue radici da SAMSON AGOSTINES di John Milton, una tragedia di stampo classico secondo le linee guida di matrice aristotelica e del modello sofocleo, con alcuni echi euripidei. Questo libretto narra la storia della fine di Samson e della sua riconciliazione , col suo stesso sacrificio, con il volere di Dio. Il 16° libro dei Giudici è l'ossatura su cui Milton aveva lavorato a sua volta: Hamilton nella sua rielaborazione dei fatti si concentrò sull'esaltazione dell'aspetto drammatico e sull'ampliamento dell'aspetto lirico del personaggio Samson; Come Milton si identificò con la sorte del cieco e prigioniero Samson dei suoi nemici, così Handel si immedesimò molto nel personaggio che andava a descrivere: ci mise molto impegno per trasfondere all'oratorio il senso drammatico ed emozionale.Quando Hamilton propose ad Handel di musicarlo, il caro sassone ne rimase affascinato. Hamilton scrive nella prefazione del libretto del SAMSON: "SAMSON meritava di essere riconsiderato e proposto anche musicalmente per più ragioni. La prima può essere l stretta parentela che esiste fra il coro come era visto nella tragedia greca e la funzione che ha oggi nell'oratorio: un dramma musicale il cui soggetto deve essere ispirato al testo della Sacra Scrittura in cui la solennità della musica religiosa si amalgama piacevolmente alle meno rigorose arie . La seconda ragione per cui ho proposto a Handel di musicare il SAMSON è perchè egli è il solo che può rendere giustizia a questo grande capolavoro. Non dimentichiamo che Handel ha saputo dare un sapore del tutto nuovo ad alcune delle più belle pagine della letteratura inglese, in particolare all'Ode di Dryden che rimarrà un gioiello inimitabile" Hamilton scrive ancora, in difesa del libretto:
Da un punto di vista drammatico, il SAMSON è l'evoluzione del SAUL, col quale condivide l'inizio festoso e la fine elegiaca. Hamilton, come accenna nel testo pregresso, ha sfoltito il poema di Milton e vi ha innestato estratti da altre due sue raccolte in versi come le PARAPHRASES OF THE PSALMS, l'ODE ON THE MORNING OF CHRIST'S NATIVITY ed altre ancora, riuscendo a rimuovere l'aggettivo agonistes (agonista) dal titolo di partenza miltoniano del 1671, presentando un eroe che è isolato, umano, miserevole e solo alla fine riabilitato come eletto da Dio. Hamilton riesce altresì a creare una suspence fino alla fine: interverrà Iddio in tempo utile a salvare il suo popolo? Hamilton apportò al testo delle modifiche che riguardavano la presenza del coro dei filistei, accorciò molti recitativi, riscrisse integralmente molti versi o riprese intere parti da altri lavori di Milton, affidò il ruolo dell'ufficiale filisteo ad Harapha, inventò il personaggio di Micah, ed infine riuscì a ripartire in tre atti il dramma. Ouverture
L'Ouverture è arricchita nella versione per orchestra dalla presenza di Corni, oboi e fagotti. Qui sopra si è pensato di inserirla nella versione per organo solo, e poi con intera orchestra qui sotto. L'Ouverture, suddivisa in Andante Pomposo - Allegro - Minuetto, non anticipa nessuno degli elementi della vicenda, ma è efficace per iniziare a descrivere il clima festoso dei filistei adoratori del Dio Dagon.
Il Trionfo di Samson - di Guido Reni Tutto l'Oratorio in tre video
A cura di Arsace da Versailles
|