Sceaux, rinnovamento e restauri
Nel 1828, Anne-Marie Lecomte aveva sposato Napoleone Cesare Eduardo Mortier (1804 - 1869), futuro Duca di Treviso. Rappresentante della nuova nobiltà dell'Impero che seppe adattarsi ai differenti regimi, ebbe modo di entrare alla pari durante la Restaurazione e fu nominato senatore nel Secondo Impero.
La proprietà di Sceaux conobbe sotto di loro due un nuovo periodo di fasto.
Statue varie nel giardino di Sceaux
Il parco fu adornato da nuove piantagioni di alberi e di viali ridisegnati secondo l'antico tracciato regolare di Le Notre.
Ercole, statua decorativa dei Girdini di Sceaux
Per far costruire un nuovo castello, il Duca e la Duchessa fecero appello a Augustin-Thophile Quantinet (1795 - 1867), allievo di Percier e Fontaine, celebri architetti del Primo Impero. Egli tracciò numerosi progetti (la maggior parte dei quali è conservata al Museo dell'Ile-de-France), ma rinuncia a dirigere i lavori. I suoi ultimi progetti sono un supporto essenziale per il completamento della costruzione, affidata a Joseph-Michel Le Soufaché (1804 - 1867), che aveva partecipato agli abbellimenti del castello di mattoni e pietre di Dampierre.
Il Castello dei Treviso
Al posto dell'antico castello venne eretta una nuova dimora, lei stessa in pietra e mattoni, nello stile neo-LuigiXIII. Se i lavori del grosso dell'opera sono iniziati fin dal 1856, i decori interni si sono terminati solo nel 1862. La proprietà ridiventò allora il quadro di ricevimenti e di feste fino alla morte del Duca nel 1869.
Durante la guerra del 1870, la città ed il castello di Sceaux sono occupati dai bavaresi. L'Aranceria, danneggiata dai combattimenti, venne amputata della sua estremità est. Il castello ed il padiglione dell'Aurora furono saccheggiati.
Dopo il conflitto, il secondo figlio del Duca e della Duchessa di Treviso, Jean-François-Hippolyte, marchese di Treviso, erede della proprietà, si sforzò di restaurare Sceaux fino alla morte, che sopravvenne nel 1862.
La Marchesa di Treviso ne conservò l'usufrutto. La sua unica figlia, la Principessa de Cystria, si disinteressò di Sceaux, anche se una serie di acquarelli e di cartoline dimostrano che la proprietà non manca di attrattive.
Durante la Prima Guerra mondiale, una parte della proprietà, requisita dall'armata francese, servì come parco per le bestie.
Sceaux divenne un carico troppo arduo per i proprietari, e dopo la guerra, il vivaista Charle-Alfred Nomblot affitta una quindicina di ettari lungo la strada d'Orléans.
Il resto del dominio - con l'eccezione del castello e delle zone circostanti - è chiuso per 20 anni Il locatario promise di creare una fattoria modello, ma non fu in grado di mantenere i suoi impegni e incitò il marchese e sua figlia di vendere a dei promotori del luogo.
Jean Baptiste Bergeret de Frouville, sindaco di Sceaux, allertò gli eletti del dipartimento della Senna, che votarono l'acquisizione della proprietà nel 1923.
Il padiglione dell'Aurora, l'entrata d'onore, l'aranceto, la Balaustra dei Pintadi, i tre bacini circolari delle aiuole del castello, il Gran Canale e l'Ottagono sono classificati monumenti nazionali storici fin dal 24 Settembre 1925.
Gran Canale del Parco di Sceaux
I lavori di restauro vennero stimati lunghi ed onerosi: un terzo del dominio sarà lottizzato. Léon Azéma (1888 - 1976) architetto della città di Parigi, venne incaricato, nel 1927, dei lavori di restauro.
Rispettando ogni linea del parco tracciata da Le Notre, adottò una decisione del tempo. L'Ottagono ed il Gran canale vennero svuotati e curati, i loro argini consolidati.
L'Ottagono ai piedi delle Grandi Cascate di Sceaux - Sotto Statue decorative Ottagono
Una doppia fila di pioppi d'Italia fu impiantata lungo il Gran Canale, dove fu possibile navigare con le canoe.
Le Grandi Cascate di Sceaux
Léon Azéma intraprese in seguito la ricostruzione della Grandi Cascate, distrutte durante la Rivoluzione. Si inspirò al disegno generale antico, ma adottò, per la realizzazione, uno stile Art déco, allora in voga.
Il presidente della Repubblica Albert Lebrun (1871 - 1950) inaugurerò le nuove sistemazioni nel luglio del 1935.
Durante la Seconda Guerra mondiale, i tedeschi requisirono il castello, ma il parco rimase accessibile al pubblico.
A cura di
Arsace da Versailles