Sceaux, durante la Rivoluzione

Le scuderie del possedimento sono subito requisite per alloggiare le truppe che dovevano partire per la guerra di Vandea. Il 16 Floreale anno II (ossia il 5 Maggio 1794... quanto è stato inutile il tentativo di cambiare il calendario....), la convenzione Nazionale decretò che " le case ed i giardini di Sceaux e le altre case reali non saranno più alienate e saranno conservate e trattenute alle spese della Repubblica per servire alle gioie del popolo e formare delle costruzioni che fossero utili alla agricoltura ed alle arti...".

Il dominio di Sceaux divenne così "uno stabilimento rurale" sperimentale: del tabacco e della pecora sono censiti per renderlo redditizio". 

La mobilia e la biancheria del castello vennero utilizzati per coloro che vi permasero in qualità di affittuari. Nei parquets si seccava il fieno.

Nel 1798, Sceaux venne venduta a Jean-François Hippolyte Lecomte (1757 - 1819). Vicino a Fouché, uomo d'affari esperto, egli si arricchì tramite i traffici commerciali con l'America. Il Castello è in rovina. L'amministrazione centrale delle arti fece togliere tutti gli elementi decorativi, "le tavole dipinte su tela, le boiseries e i gessi, sia nel soffitto che nei sopra-porte". Verso il 1803, Lecomte fece distruggere il castello.

Alla domanda degli abitanti di Sceaux, nel 1804, il "Battesimo di Cristo" di Tuby che ornava la Cappella, venne posto nel coro della Chiesa parrocchiale. Lecomte morì nel 1819, lasciando due figli minorenni. La proprietà resta indivisa fino al 1829, momento in cui i beni sono lasciati al loro destino. Il caso favorì Anne-Marie Lecomte (1808 - 1870), giovane sposa del figlio del Maresciallo Mortier (1768 - 1835). 

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A cura di

Arsace da Versailles