La Grotta di Teti La grotta di Teti era stata iniziata nel 1664, esattamente dove ora sorge la Cappella Reale, nell'area della Terrazza del Castello. Fu eliminata nel 1684 per costruire l’ala Nord. Era un piccolo padiglione a pianta rettangolare racchiuso in un involucro a cielo aperto. Vi si accedeva attraverso arcate le cui inferriate rappresentavano il sole con i suoi raggi. “Sembrava che il sole fosse all’interno della grotta e che lo si vedesse attraverso le sbarre della porta” (Charles Perrault, Memoires). Come si presentava la Grotta? essa fu rappresentata in un celebre quadro
Esistono anche delle incisioni dell'epoca che possono dare una idea delle fattezze di questa fontana
L’interno, completamente rivestito di conchiglie e sassi policromi, conteneva un organo idraulico e soprattutto un gruppo scultoreo raffigurante Apollo con le ninfe e i cavalli del Sole. Esistono delle incisioni di Jean Le Pautre che presentano l'interno della Grotta
Naturalmente le statue incise sono opera dei seguenti scultori: Gilles GUÉRIN (1611-1678), Gaspard MARSY (1624/1625-1681), Balthazar MARSY (1628-1674), François GIRARDON (162801715), Thomas REGNAUDIN (1622-1706). La celebrità della Grotta di Teti ha fortunatamente salvato dalla distruzione il gruppo dei bagni di Apollo e dei cavalli del Sole: questo insieme scultoreo, spostato parecchie volte, ha trovato la propria collocazione definitiva, tuttora presente, alla fine del XVIII° secolo nel Boschetto dei bagni di Apollo. La grotta di Teti, terminata nel 1670, formò un elemento principale dei giardini a causa del simbolismo e contemporaneamente del ruolo tecnico dell'edificio. Simbolicamente infatti la grotta di Thétys faceva allusione al mito di Apollo, infatti, secondo i greci, era il luogo dove il Dio si riposava dopo avere condotto il suo carro per illuminare il cielo. Proprio per marcare il riposo del Dio, e l'oscurità dovuta al riposo di Apollo, l'interno era decorato coi motivi in frutto di mare per creare un ambiente blu scuro. Le sculture vi vengono installate solo dieci anni più tardi. questo triplice gruppo scultoreo erano localizzato in tre nicchie nella grotta ed erano cinte da fontane e zampilli di acqua. Tecnicamente, invece, si sa che Luigi XIV° vi aveva fatto istallare questo organo idraulico, prendendo spunto dai giochi d’acqua di Villa d’Este, che “con il rumore dell’acqua, il suono dell’organo s’accorda al canto di piccoli uccelli che sono rappresentati al naturale in conchiglie nelle diverse nicchie e, a causa di un artifizio ancora più sorprendente, si sente un’eco che ripete questa dolce musica e le orecchie non sono meno incantate che gli occhi”. E’ sempre il fedele Félibien che ci racconta: "Apollo alla fine del giorno, riporta il carro nella grotta per trovarvi riposo come il Sovrano nella sua stanza". Anche
La Fontaine è estasiato dalla grotta piena di specchi,
effetti d’acqua,
ornamentazioni di vari colori e le statue d’Acis e
Galatea. Charles Le Brun pare invece che abbia fornito il disegno della scultura, come ha fatto in fondo per quasi tutte le sculture del parco. Lully fece una composizione di esplicito riferimento a questa grotta, intitolata la Grotte de Versailles
Qui altri dettagli della circostanza della composizione, in incisioni Altro link di informazioni utili A cura di Arsace da Versailles |