Philippe de Lorraine (1643 - 7 Dicembre 1702) Per inquadrare la figura di Filippo di Lorena, noto a tutti col nome di Cavaliere di Lorena, o semplicemente Lorena, è necessario ricordare che costui apparteneva ad una famiglia nobile: suo padre Henri de Lorraine, pieno di titoli quali, Conte d'Hardcourt, Conte d'Armagnac, Conte di Brionne e Visconte di Marsan, era noto col soprannome di "Cadetto la Perla". Egli era il più piccolo della famiglia della Casata Guisa-Lorena, e grande scudiero di Francia, ma morì in rovina. Il suo sepolcro è situato ancor oggi nella Chiesa a Parigi di Saint-Roch (qui sotto). Ebbe sei figli unendosi in matrimonio con Marguerite Philippe du Cambout (1622-1674):
Bello come si dipingono gli Angeli Il secondo figlio, è il nostro eroe, Philippe de Lorraine, nato nel 1643, che divenne Cavaliere di Malta, ma benchè questa carica convenisse ad un principe senza patrimonio, egli rifiutò un destino austero a cui sembrava esser destinato. Philippe era anche abate di San Pietro della Diocesi di Chartres. Quando apparve a Palais-Royal, a Parigi, il Cavaliere di Lorena, come veniva chiamato, era fermamente risoluto a giocare un ruolo importante a Corte, o per lo meno di far fortuna che gli permettesse di condurre una esistenza colma di piaceri. Era di una bellezza pura che però celava una assenza pressocchè totale di moralità. Nel 1658 divenne l'amante di Monsieur, il fratello del Re, che aveva 3 anni di età di più di lui, e venne alloggiato da costui presso il Palais-Royal. Era il periodo in cui Enrichetta d'Inghilterra, viveva con sua madre, la Regina Enrichetta Maria a Palais-Royal, come esiliate dopo la decapitazione del Re d'Inghilterra Carlo I. Solo nel 1661, Enrichetta d'Inghilterra (qui a sinistra in un dipinto) unì in matrimonio a Monsieur. Philippe de Lorraine non mancava di doti che gli spianassero la strada per esser al centro dell'attenzione: aveva la grandezza dei Guisa con la loro arte e il loro spirito, una perfetta amoralità, il talento di un Macchiavelli d'anticamera, alleato a una schiera di cortigiani, il disprezzo per l'opinione altrui, una perfidia ammaliante, una volontà tenace ed una bellezza che sbalordiva tutti i cortigiani. François-René Crespin Du Bec, Marchese di Vardes, governatore di Aigues-Mortes e capitano delle 100 guardie svizzere, famoso autore della lettera in spagnolo che venne recapitata alla Regina Maria Teresa, dove si svelava la tresca fra il Re Luigi XIV° suo marito, e mademoiselle Luise de la Valliére, notò nel Cavaliere di Lorena tutte le potenzialità di un asso negli intrighi di Corte. Ne divenne così suo mentore. "Voi siete in condizione tale di poter intraprendere qualunque cosa, basta che lasciate cadere il fazzoletto che ci saranno dame che si getteranno per riportarvelo": così si rivolse Vardes a Philippe de Lorraine. Gli insegnamenti di Vardes furono tenuti in alta considerazione dal giovane Cavaliere di Lorena, arrivando a superare il maestro in esperienza. Un numero di lusinghiere conquiste, fra cui la più nota quella di Mademoiselle de Fiennes, che ne era innamorata follemente e da cui ebbe un figlio, stabilirono la reputazione che Madame de Monaco portò all'apice. Restava solo di scoprire la preda capace di soddisfare i suoi appetiti. E Monsieur si lasciò prendere....non aveva mai incontrato nulla di più ammaliante e seducente, "fatto come si dipingono gli angeli" e tutto sotto la sua squisita presenza: non si poteva resistere..... Ma il Cavaliere di Lorena, non fu affatto imbarazzato di conquistare un uomo. Le bruttezze del mondo non portavano a pensare molto sul fatto che fosse morale o meno, ogni remora spariva dinnanzi alla possibilità di avvantaggiarsi dominando il fratello del Re, di usare le sue ricchezze, di esser annoverato, grazie a Monsieur, fra le persone potenti del Regno. L'atteggiamento del Cavaliere di Lorena non si distanziava molto da quello delle innumerevoli favorite che passarono nei letti dei vari sovrani di tutt'Europa. Nella sua vita ebbe frequenti guai con le spose di Monsieur, sia con Enrichetta, sia poi con la Principessa Palatina, al fine di seminare zizzanie nelle coppie principesche e impedire a Monsieur di concedere fiducia alle spose. Ci sono tuttavia pareri discordanti sul fatto che il Cavaliere di Lorena amasse davvero Filippo d'Orleans, oppure lo usasse esclusivamente per i suoi piaceri, pagando lo scotto di portarselo a letto. I seduttori il cui gusto vero è quello delle donne, dominano meglio d'altri gli uomini, caduti in loro potere: non solo perchè non rischiano di perdere la loro lucidità, ma anche perchè questa padronanza di sè aumenta il loro prestigio agli occhi delle vittime e le fa tremare. Philippe de Lorraine seppe adulare le peggiori debolezze di Monsieur, lo guidò, facilitò le sue depravazioni ed i suoi piaceri, generando attorno al Principe tutto un ambiente di frivolezza, indolenza ed intrigo. Monsieur era perduto! Nei momenti della sua vita in cui si trovava ad un bivio, nel momento preciso in cui Monsieur aveva trovato il coraggio di vincere il vizio che lo portava a delle conseguenze dannose, ecco che il cavaliere lo riportava nella spirale della dissolutezza, sfoggiando un'attrattiva che non aveva pari. Ma il lato triste della vicenda, era che Monsieur amava davvero il Cavaliere di Lorena, il principe dei corruttori e dei piaceri, lo amò per 30 anni, 30 anni duranti i quali Philippe de Lorraine era il solo che riuscisse a consolare Filippo d'Orleans della sua misera vita: Monsieur infatti sentiva bene il ruolo a cui era relegato nel Regno: un oggetto di rappresentanza dello splendore di suo fratello, il Re Sole, che lo aveva relegato nella vita di ozi, piaceri e lussi sfrenati: solo così era certo che Filippo d'Orleans, Monsieur appunto, non sarebbe mai divenuto un nuovo Gastone d'Orleans (sopra in abiti romani), creando tutti quei problemi che costui diede a Luigi XIII°. La vita di Monsieur era segnata dal tradimento: tradito da sua madre, Anna d'Austria, tradito da sua moglie, Enrichetta d'Inghilterra, e subì poi anche il tradimento dell'amico; e tutto a vantaggio di suo fratello, Il Re. Luigi XIV trionfava: "Può essere vantaggioso per chi regna vedere quelli che vengono ricevuti per nascita molto allontanati da lui a causa della loro condotta. Ciò che si vede di grandezza e di fermezza nell'anima di chi regna è rivelato dal contrasto con la debolezza che si trova in essi; e ciò che fa sembrare amore per il lavoro e per la vera gloria è infinitamente più brillante quando se ne scopre altrove una pesante oziosità o delle avvincenti sciocchezze." Nel 1670, Philippe de Lorraine venne esiliato a Roma, e aleggiò il sospetto di aver avvelenato Enrichetta di Inghilterra. Disperato per non avere il suo amante, Monsieur rifiutò di risposarsi se non veniva concesso il rientro a Corte del suo prediletto. Orribilmente dissoluto, Philippe di Lorena fu compromesso nella morte di un giovane mercante di cialde, che si rifiutava di esser oggetto di abusi da parte della sua cerchia. Provocò la collera del Re avendo molestato suo figlio, molto giovane, Louis de Bourbon (avuto con la favorita Louise de La Valliére) nel 1682. Luigi XIV tuttavia lo utilizzò per far sì che il Duca d'Orléans acconsentisse al matrimonio di suo figlio maggiore Philippe con Mademoiselle de Blois, na figlia illegittima Reale. Philippe di Lorena, invecchiando, seppe mantenere il favore di Monsieur, Duca d'Orléans, fornendogli dei giovani patners di dissoluutezze. Benchè fosse titolare di parecchie abbazie, egli ebbe delle amanti femminili, da cui ebbe dei figli naturali, ed avrebbe, secondo Saint-Simon, sposat segretamente sua cugina Béatrice Hiéronyme de Lorraine-Lillebonne. Alla fine della sua vita, Philippe de Lorraine aveva perduto gran parte dei mobili del suo appartamento al Palazzo Reale e della sua residenza di campagna (colma di spoflie del Palatinato), le sue 4 abbazie, e tutto il denaro che aveva preso (più o meno col permesso) dalle Casse dello Stato. Tre o quattro anni prima della sua morte di Monsieur, si riappacificò con Madame. Philippe de Lorraine morì per una crisi di apoplessia mentre raccontava alle sue dame le sue dissolutezze della notte precedente. Luigi Filippo d'Orleans A cura di Arsace da Versailles |