In contrasto con l'insegnamento tradizionalista dell'Università di Parigi, il Collegio Reale ed il Jardin du Roi, sono aperti alle idee nuove. Il loro irraggiamento fonda il prestigio attuale dei loro eredi:

il Collegio di Francia ed il Museo Nazionale di Storia Naturale.

 

 

Molto prima che il Re Sole salisse al Trono, il potere monarchico cercava già di esercitare le sue prerogative di protettore delle scienze. 

Il Collegio Reale, antenato del Collegio di Francia, poi Le Jardin Royal (Giardino Reale), che diventerà il Museo Nazionale di Storia Naturale, nacquero così precocemente da una volontà Reale di offrire all’attività di insegnamento un quadro che si slegasse dalla soffocante tutela esercitata dall’Università, dominata dalla facoltà di teologia.

Versailles apportò in seguito tutto il suo sostegno a queste istituzioni, che contribuirono molto alla promozione della ricerca ed alla diffusione di idee nuova.

Il Jardin Royal - poi Jardin du Roi - 1636

Il Collegio di Francia trae la sua origine dall’istituzione dei “Lettori Reali”, ossia delle cattedre di insegnamento dipendenti dal Potere Regio – da Francesco I°, sotto l’influenza dell’umanista Guillame Budé.

L’Università di Parigi deteneva allora il monopolio di un insegnamento invariabile. 

Garante della ortodossia, essa si fermava allo spirito di innovazione del Rinascimento. “Fin dal 1530, sei lettori reali, raggruppati nel seno del Collegio Reale, sono stati nominati affianco all’Università, per insegnare tre discipline che lì erano state ignorate, nel diritto figlio del rinnovamento intellettuale della preriforma” dice il professor Michel Zink, professore del Collegio di Francia. Si tratta dell’ebraico, che doveva permettere una nuova lettura delle Sante Scritture, del greco, per favorire un ritorno alle fonti dell’umanesimo, e delle matematiche applicate particolarmente alla cosmografia.

“I professori conservavano una grande libertà perché non erano dipendenti delle autorità religiose”.

Insegnare ogni cosa

Rapidamente, l’insegnamento si estende a 10 discipline, fra cui la medicina e l’arabo, che permetteva la scoperta delle scienze della civilizzazione musulmana, allora al loro apogeo.

Fin dall’inizio, il Lettori Reali figurano tra i migliori rappresentanti della Scienza in Francia. Lo spirito di apertura caratterizza il Collegio Reale, e si ritrova nella sua divisa: “Docet Omnia”, ossia “Insegna tutto”.

Godendo di una grande indipendenza, non rilasciava alcun diploma, e per questo non era assoggettata a alcun programma. Altra grande originalità, l’accesso ai corsi era totalmente libero e gratuito. La sua rinomanza era grande…

Tuttavia, la progressione del progetto di edificare per questa iniziativa un edificio al centro di Parigi fu molto lenta e si protrasse per circa 2 secoli. Sebbene la prima pietra fosse stata depositata fin dal 1610, solo una ala fu terminata nel 1634. Il Regno di Luigi XIII non ne è meno segnato per il passaggio nel Collegio Reale di illustri studiosi, come il matematico  Pierre Gassendi o Gilles Personne de Roberval, matematico e fisico creatore di una celebre bilancia a 2 gioghi – nominato nel 1634 vi insegnerà per una 40-ina d’anni.

Un altro progetto originale impegna il sovrano: Il Jardin Royal (Giardino Reale) delle Piante Medicinali. “Era stato fondato da Luigi XIII sotto la spinta e suggerimento del suo medico ordinario Guy de La Brosse, che ne fu il primo intendente, e del suo primo medico Jean Héroard, suo primo sovrintendente".

Creato da un Editto del 1635, esso è consacrato alla coltura delle piante medicinali, alla preparazione dei rimedi, così come all’insegnamento della botanica, ma anche dell’anatomia e della chimica, cosa che costituiva una grande novità. 

I medici Reali erano usciti dalla facoltà di medicina di Montpellier, più moderna di quella di Parigi il cui insegnamento tradizionalista non faceva posto a queste discipline.

Il Jardin du Roi proponeva un insegnamento all’aperto o in un anfiteatro affidando per la prima volta su delle dimostrazioni pubbliche. 

Più originale ancora, insegnava in francese, e non in latino con in tutte le altre istituzioni. Lì ancora, i corsi erano liberi ed aperti praticamente a tutti (tranne che ai bambini, le persone in livrea e quelle sospette), benché si indirizzassero in modo particolare ai medici ed ai farmacisti.

I principi che hanno presieduto alla creazione delle due istituzioni riescono a perdurare durante tutto il XVII e XVIII secolo.

Colbert

Tuttavia, quando inizia il Regno personale di Luigi XIV nel 1661, la situazione del Jardin du Roi era abbastanza degradato. La presa in mano di Colbert, che ottiene dal Re nel 1671 il ricongiungimento della sua sovrintendenza a quella delle Costruzioni Reali, permette di riassestarlo. L’innovazione consiste nella collocazione di una carica per insegnare l’anatomia, seguendo la circolazione del sangue e le ultime scoperte (vilipese dall’Università di Parigi).

Nel 1693, Guy-Crescent Fagon, pronipote di Guy de la Brosse, eredita l’intendenza del Jardin du Roi. Alla sua testa fino alla morte avvenuta nel 1718, egli contribuisce molto al suo irraggiamento legandosi a dei naturalisti di talento, tra cui Antoine de Jussieu e Joseph Pitton de Tournefort, uno dei padri della botanica in Francia. 

In accordo con le orientazioni di politica economica, diplomatico e coloniale legato a Versailles, Fagon sviluppa ugualmente i viaggi di studio e la coltura delle piante esotiche.

La volontà di diffusione delle nuove conoscenze condotte dal Potere è reale. Così, Tournefort è nominato professore al Collegio Reale fin dal 1706, poi al Jardin du Roi due anni più tardi. “Questo pensiero per le novità intellettuali e scientifiche può esser considerato come un esempio di ciò che era la monarchia illuminata” osserva sempre il prof . Michel Zink.

Altre personalità, come Antoine Portal, prestigioso medico ed anatomista, saranno ugualmente presenti nelle due istituzioni. 

Incisione de Il Collegio Reale a Parigi

La maggior parte degli insegnanti del Jardin du Roi e del Collegio Reale appartengono inoltre all’Accademia delle Scienze (è il caso di Portal, o, al Collegio Reale, dell’astronomo Joseph-Nicolas Delisle), segno che queste istituzioni sono la punta del progresso scientifico.

Il Collegio di Francia, che fu Collegio Reale, oggi

Certo, tutti i professori non passarono alla posterità, ma i corsi incontrarono un vivo successo e andarono largamente a contribuire all’insegnamento ed alla diffusione di nuove conoscenze per tutto il Secolo dei Lumi. Essi si inquadrano nella volontà di comprendere il funzionamento della natura e di razionalizzare la creazione bene nell’epoca. Il Collegio Reale ricerca campi innovativi e crea liberamente delle cattedre in questi campi di studio, per esempio in astronomia, in medicina, in fisica, in botanica.

A partire dal 1718, lo sviluppo della storia naturale fa passare in secondo piano l’arte della guarigione e la sovrintendenza del Jardin Royal, diventato Jardin du Roi, scappa dal controllo del primo medico. L’ambiente destinato alle droghe e spezie del Jardin è trasformato in gabinetto di Storia Naturale nel 1729.

Quando i mezzi messi a disposizione del Collegio Reale non erano spesso sufficienti, il Jardin du Roi conosceva il suo apogeo ed diventava un grande centro europeo di conoscenza nelle scienze della natura grazie all’azione di una personalità fuori norma: George Louis Leclerc, conte de Buffon. Già membro dell’Accademia Reale delle scienze, è nominato da Luigi XV intendente del Jardin – e per conseguenza responsabile dei gabinetti di storia naturale – nel 1739. Occuperà questa funzione fino alla sua morte nel 1788, circondandosi di un considerevole numero di studiosi (Daubenton, Antoine-Laurent de Jussieu, André Thouin…).

La descrizione delle collezioni reali è l’origine della redazione della sua Monumentale Histoire Naturelle in 36 volumi. Rapidamente, Buffon affida questa descrizione al suo amico Daubenton, preferendo occuparsi ad innalzare un vasto quadro dei tre regni della natura.

Quando si misero in chiaro le grandi classificazioni di Linné o di Jessieu, egli sviluppò delle teorie audaci, ma spesso erronee. Il suo talento di volgarizzatore è grande, e la sua Histoire Naturelle, opera di una vita, è veramente un best seller. Ma si ha la tendenza di considerare che oggi la sua eredità più importante è la sua opera amministrativa.

Buffon riorganizzò ed arricchì le collezioni del gabinetto di storia naturale e mise in cantiere un anfiteatro e una nuova serra. Sviluppa ugualmente un importante rete di corrispondenti in Europa e nelle colonie. E attraverso la sua azione accorta, egli duplicò la superficie del Jardin, la cui rinomanza attira visitatori principeschi. Buffon ha lasciato una eccellente situazione che ha favorito la trasformazione senza impedimenti del Jardin in Museo nel 1793.

Buffon al Jardin du Roi

Il Collegio Reale attraversò anche lui senza danni il periodo Rivoluzionario. Il suo edificio era presente al giorno che decretò la fine dell’Ancien Régime. La costruzione era stata affidata all’architetto Chalgrin – precisa Michel Zink. L’edificio, terminato intorno al 1774, offre dei locali degni di questo nome ad un insegnamento sempre più rivolto verso le scienze, con delle nuove cattedre di chimica, di storia naturale, o di fisica sperimentale. Per il chimico Darcet, che introduce il francese nell’insegnamento, la missione del Collegio inizia là dove ogni altro istituto di educazione finisce: vi si insegna non gli elementi delle scienze, ma le scienze medesime.

I due istituti rinforzarono la loro singolarità nel XIX e XX secolo. L’apertura del Collegio lo predispone a integrare le nuove discipline dall’egittologia alla fisica quantistica.

Il Collegio di Francia, oggi

Oggi il Collegio resta caratterizzato da questa volontà di innovazione e dalla grande libertà e indipendenza degli insegnamenti. Quanto al Museo, le sue missioni di insegnamento e di diffusione delle conoscenze, di conservazione o ancora di accoglienza del pubblico sono sempre d’attualità, anche se ha diversificato i suoi oggetti di studio.

Per il suo direttore generale Bertrand-Pierre Galey, il Museo ha ereditato dal XVIII° secolo la sua vocazione universalista così come una certa concezione della ricerca nello spirito dell’Enciclopedia, portando avanti un desiderio di collezionare, di conoscere la natura, di comprendere l’ordine del mondo.

Non solo cura un ricco patrimonio, ma ha appena rilanciato un ambizioso programma di spedizione di naturalisti: “La Planéte revisitée”. La tradizione dei corsi pubblici, accessibili a degli amatori illuminati, non si è mai interrotta. La tradizione del lavoro in collaborazione con il mondo amatore è persistita. La messa in funzione di un programma di vigilanza sulla natura, dedicato al seguito della biodiversità, ne offre una versione modernizzata. Le scienze naturali sono senza dubbio uno degli ultimi campi dove la scienza può esser percepita come “il divertimento del gentiluomo uomo”, intelligente ed utile, ossia una stupefacente visione simile a quella dell’epoca di Versailles….

 Le prime scuole d’Ingegnieri (e non solo)

Durante il Secolo dei Lumi, il potere monarchico ha sostenuto lo sviluppo di un insegnamento al servizio dell’interesse pubblico, mirando a formare le basi della Nazione in un contesto di rapido progresso. Così, fin dal 1747, una ordinanza di Luigi XV istituisce la creazione di una Scuola Reale di ponti e carreggiate.

Jean-Rodolphe Perronet

Curiosamente, questa scuola diretta da Perronet, un enciclopedista erudito, non conta all’inizio nessun professore; la formazione pratica si acquisisce sui cantieri e viene completata da una istruzione teorica che si fonda sull’autoapprendimento.

L’insegnamento della Scuola Reale dal genio di Mézières, consacrata alla formazione degli ingegneri militari a partire dal 1748, si volle più strutturato, con dei corsi di matematiche, di elevazione di piani, di disegno di fortificazioni… Prefigurando le grandi scuole attuali, la Scuola recruta sotto concorsi, unicamente nelle file della nobiltà.

Quanto alla fondazione della Scuola Reale delle miniere nel 1783, essa coincide con lo sviluppo dell'industria. Infine si noterà la creazione fin dal 1762 a Lione, poi nel 1766 a Maisons-Alfort, delle prime scuole veterinarie al mondo. Fondate dallo scudiero del Re, esse si consacrarono inizialmente essenzialmente alla salute ed al miglioramento della specie equina.

A cura di

Arsace e Faustina da Versailles

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