In contrasto con l'insegnamento tradizionalista dell'Università di Parigi, il Collegio Reale ed il Jardin du Roi, sono aperti alle idee nuove. Il loro irraggiamento fonda il prestigio attuale dei loro eredi: il Collegio di Francia ed il Museo Nazionale di Storia Naturale. |
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Versailles apportò in seguito tutto il suo sostegno a queste istituzioni, che contribuirono molto alla promozione della ricerca ed alla diffusione di idee nuova.
Il Collegio di Francia trae la sua origine dall’istituzione dei “Lettori Reali”, ossia delle cattedre di insegnamento dipendenti dal Potere Regio – da Francesco I°, sotto l’influenza dell’umanista Guillame Budé. L’Università di Parigi deteneva allora il monopolio di un insegnamento invariabile. Garante della ortodossia, essa si fermava allo spirito di innovazione del Rinascimento. “Fin dal 1530, sei lettori reali, raggruppati nel seno del Collegio Reale, sono stati nominati affianco all’Università, per insegnare tre discipline che lì erano state ignorate, nel diritto figlio del rinnovamento intellettuale della preriforma” dice il professor Michel Zink, professore del Collegio di Francia. Si tratta dell’ebraico, che doveva permettere una nuova lettura delle Sante Scritture, del greco, per favorire un ritorno alle fonti dell’umanesimo, e delle matematiche applicate particolarmente alla cosmografia. “I professori conservavano una grande libertà perché non erano dipendenti delle autorità religiose”. Insegnare ogni
cosa Rapidamente, l’insegnamento si estende a 10 discipline, fra cui la medicina e l’arabo, che permetteva la scoperta delle scienze della civilizzazione musulmana, allora al loro apogeo. Fin dall’inizio, il Lettori Reali figurano tra i migliori rappresentanti della Scienza in Francia. Lo spirito di apertura caratterizza il Collegio Reale, e si ritrova nella sua divisa: “Docet Omnia”, ossia “Insegna tutto”. Godendo di una grande indipendenza, non rilasciava alcun diploma, e per questo non era assoggettata a alcun programma. Altra grande originalità, l’accesso ai corsi era totalmente libero e gratuito. La sua rinomanza era grande…
Un altro progetto originale impegna il sovrano: Il Jardin Royal (Giardino Reale) delle Piante Medicinali. “Era stato fondato da Luigi XIII sotto la spinta e suggerimento del suo medico ordinario Guy de La Brosse, che ne fu il primo intendente, e del suo primo medico Jean Héroard, suo primo sovrintendente".
I principi che hanno presieduto alla creazione delle due istituzioni riescono a perdurare durante tutto il XVII e XVIII secolo.
Tuttavia, quando inizia il Regno personale di Luigi XIV nel 1661, la situazione del Jardin du Roi era abbastanza degradato. La presa in mano di Colbert, che ottiene dal Re nel 1671 il ricongiungimento della sua sovrintendenza a quella delle Costruzioni Reali, permette di riassestarlo. L’innovazione consiste nella collocazione di una carica per insegnare l’anatomia, seguendo la circolazione del sangue e le ultime scoperte (vilipese dall’Università di Parigi).
Altre personalità, come Antoine Portal, prestigioso medico ed anatomista, saranno ugualmente presenti nelle due istituzioni.
La maggior parte degli insegnanti del Jardin du Roi e del Collegio Reale appartengono inoltre all’Accademia delle Scienze (è il caso di Portal, o, al Collegio Reale, dell’astronomo Joseph-Nicolas Delisle), segno che queste istituzioni sono la punta del progresso scientifico.
Certo, tutti i professori non passarono alla posterità, ma i corsi incontrarono un vivo successo e andarono largamente a contribuire all’insegnamento ed alla diffusione di nuove conoscenze per tutto il Secolo dei Lumi. Essi si inquadrano nella volontà di comprendere il funzionamento della natura e di razionalizzare la creazione bene nell’epoca. Il Collegio Reale ricerca campi innovativi e crea liberamente delle cattedre in questi campi di studio, per esempio in astronomia, in medicina, in fisica, in botanica. A partire dal 1718, lo sviluppo della storia naturale fa passare in secondo piano l’arte della guarigione e la sovrintendenza del Jardin Royal, diventato Jardin du Roi, scappa dal controllo del primo medico. L’ambiente destinato alle droghe e spezie del Jardin è trasformato in gabinetto di Storia Naturale nel 1729. Quando i mezzi messi a disposizione del Collegio Reale non erano spesso sufficienti, il Jardin du Roi conosceva il suo apogeo ed diventava un grande centro europeo di conoscenza nelle scienze della natura grazie all’azione di una personalità fuori norma: George Louis Leclerc, conte de Buffon. Già membro dell’Accademia Reale delle scienze, è nominato da Luigi XV intendente del Jardin – e per conseguenza responsabile dei gabinetti di storia naturale – nel 1739. Occuperà questa funzione fino alla sua morte nel 1788, circondandosi di un considerevole numero di studiosi (Daubenton, Antoine-Laurent de Jussieu, André Thouin…). La descrizione delle collezioni reali è l’origine della redazione della sua Monumentale Histoire Naturelle in 36 volumi. Rapidamente, Buffon affida questa descrizione al suo amico Daubenton, preferendo occuparsi ad innalzare un vasto quadro dei tre regni della natura. Quando si misero in chiaro le grandi classificazioni di Linné o di Jessieu, egli sviluppò delle teorie audaci, ma spesso erronee. Il suo talento di volgarizzatore è grande, e la sua Histoire Naturelle, opera di una vita, è veramente un best seller. Ma si ha la tendenza di considerare che oggi la sua eredità più importante è la sua opera amministrativa. Buffon riorganizzò ed arricchì le collezioni del gabinetto di storia naturale e mise in cantiere un anfiteatro e una nuova serra. Sviluppa ugualmente un importante rete di corrispondenti in Europa e nelle colonie. E attraverso la sua azione accorta, egli duplicò la superficie del Jardin, la cui rinomanza attira visitatori principeschi. Buffon ha lasciato una eccellente situazione che ha favorito la trasformazione senza impedimenti del Jardin in Museo nel 1793.
Il Collegio Reale attraversò anche lui senza danni il periodo Rivoluzionario. Il suo edificio era presente al giorno che decretò la fine dell’Ancien Régime. La costruzione era stata affidata all’architetto Chalgrin – precisa Michel Zink. L’edificio, terminato intorno al 1774, offre dei locali degni di questo nome ad un insegnamento sempre più rivolto verso le scienze, con delle nuove cattedre di chimica, di storia naturale, o di fisica sperimentale. Per il chimico Darcet, che introduce il francese nell’insegnamento, la missione del Collegio inizia là dove ogni altro istituto di educazione finisce: vi si insegna non gli elementi delle scienze, ma le scienze medesime. I due istituti rinforzarono la loro singolarità nel XIX e XX secolo. L’apertura del Collegio lo predispone a integrare le nuove discipline dall’egittologia alla fisica quantistica.
Oggi il Collegio resta caratterizzato da questa volontà di innovazione e dalla grande libertà e indipendenza degli insegnamenti. Quanto al Museo, le sue missioni di insegnamento e di diffusione delle conoscenze, di conservazione o ancora di accoglienza del pubblico sono sempre d’attualità, anche se ha diversificato i suoi oggetti di studio. Per il suo direttore generale Bertrand-Pierre Galey, il Museo ha ereditato dal XVIII° secolo la sua vocazione universalista così come una certa concezione della ricerca nello spirito dell’Enciclopedia, portando avanti un desiderio di collezionare, di conoscere la natura, di comprendere l’ordine del mondo. Non solo cura un ricco patrimonio, ma ha appena rilanciato un ambizioso programma di spedizione di naturalisti: “La Planéte revisitée”. La tradizione dei corsi pubblici, accessibili a degli amatori illuminati, non si è mai interrotta. La tradizione del lavoro in collaborazione con il mondo amatore è persistita. La messa in funzione di un programma di vigilanza sulla natura, dedicato al seguito della biodiversità, ne offre una versione modernizzata. Le scienze naturali sono senza dubbio uno degli ultimi campi dove la scienza può esser percepita come “il divertimento del gentiluomo uomo”, intelligente ed utile, ossia una stupefacente visione simile a quella dell’epoca di Versailles…. Le prime scuole d’Ingegnieri (e non solo) Durante il Secolo dei Lumi, il potere monarchico ha sostenuto lo sviluppo di un insegnamento al servizio dell’interesse pubblico, mirando a formare le basi della Nazione in un contesto di rapido progresso. Così, fin dal 1747, una ordinanza di Luigi XV istituisce la creazione di una Scuola Reale di ponti e carreggiate.
Curiosamente, questa scuola diretta da Perronet, un enciclopedista erudito, non conta all’inizio nessun professore; la formazione pratica si acquisisce sui cantieri e viene completata da una istruzione teorica che si fonda sull’autoapprendimento. L’insegnamento della Scuola Reale dal genio di Mézières, consacrata alla formazione degli ingegneri militari a partire dal 1748, si volle più strutturato, con dei corsi di matematiche, di elevazione di piani, di disegno di fortificazioni… Prefigurando le grandi scuole attuali, la Scuola recruta sotto concorsi, unicamente nelle file della nobiltà. Quanto alla fondazione della Scuola Reale delle miniere nel 1783, essa coincide con lo sviluppo dell'industria. Infine si noterà la creazione fin dal 1762 a Lione, poi nel 1766 a Maisons-Alfort, delle prime scuole veterinarie al mondo. Fondate dallo scudiero del Re, esse si consacrarono inizialmente essenzialmente alla salute ed al miglioramento della specie equina. A cura di Arsace e Faustina da Versailles |