Per rendersi conto della considerazione che
aveva Handel quale maestro d'opera basta vedere ciò che accadde nel 1734.
Il Principe di Galles nel suo odio verso il padre, Re Giorgio, voleva
colpirlo anche su un terreno musicale, per cui promosse una compagnia rivale
a quella sostenuta dal Re: l' Opera della Nobiltà.
Tralasciando i pezzi da novanta di cantanti che poté schierare, e che credo
fossero sostanziale ragione del successo delle opere che lì furono
rappresentate, i compositori più in voga furono richiamati a Londra per
contrastare Handel, e il Re indirettamente; Bononcini ormai non c'era più,
dopo il terribile scandalo del madrigale IN SIEPE OMBROSA, per cui il
principe di Galles fu ben felice di chiamare Porpora e Hasse. Sul secondo
c'è un gustoso aneddoto, raccontato da Hogwood a pagina 148 della sua
biografia handeliana:
il 29 0ttobre 1734 andò in scena, riarrangiato, l'ARTASERSE di Hasse, che
quando seppe che Handel era ancora in vita, si rifiutò di andare in
Inghilterra e rivaleggiare direttamente con lui. Secondo altre fonti, pare
che addirittura fosse arrivato sul suolo inglese dopo un bel viaggio, ma
dopo che ebbe chiesto quando fosse morto Handel e saputo che era vivo e
vegeto, alzò i tacchi per ritornarsene nel continente...
Charles de Brosses fu abile uomo politico
e magistrato
e nella sua vita si occupò anche di musica: questo estratto di un
suo scritto ci fa vedere come fosse accanita la opposizione fra i
sostenitori della musica francese e quelli della musica italiana in
termini di superiorità, oggetto che non aveva esitato ad infiammare
anche il castrato
Caffarelli
in casa della cantante Vittoria Tesi
contro un poeta francese che sosteneva la superiorità della musica
francese......finì con una rissa e duello... ma sentiamo Charles de
Brosses:
"Il famoso compositore Johann Adolf Hasse, detto il Sassone, rischiò
di venire alle mani con me, a Venezia, per via di alcuni sommessi
rilievi che avevo tentato di muovere al suo irreparabile pregiudizio.
"Ma" gli dicevo, "avete mai sentito qualcosa della nostra
musica?
Sapete che cosa sono le nostre opere, di Lulli, di Campra, di
Destouches? Avete dato almeno una occhiata all' IPPOLITO di Rameau?"
"Io no, rispose, mi guardi il cielo dal vedere e dall'udire mai
altra
musica che in italiano. La vostra lingua è piena di sillabe dure,
impossibili da cantarsi, ripugnanti se messe in musica. No, no, non
mi si parli di altra lingua che di questa".
"Ma il latino, osservai io, questa lingua così nobile, così sonora,
che cosa vi ha fatto? Che cosa vi hanno fatto i SALMI di David, tanto
poetici e pieni di immagini liriche? Voi ignorate persino che noi
possediamo un Lalande, superiore in fatto di musica da chiesa a tutti
i vostri compositori in questo genere."
Questo punto vidi che il mio uomo stava per soffocare dalla collera
contro il latino, contro Lalande e i suoi partigiani: era già
paonazzo, e se la Faustina, sua moglie, non si fosse messa in mezzo,
mi avrebbe uncinato con una biscroma e schiacciato sotto una serie di
diesis."