Charles de
Brosses, primo presidente del parlamento di Digione,
fu un abile uomo politico, magistrato,
umanista e storico, che nella vita si occupò anche
di musica. Oggi è ricordato grazie al
suo volume di Lettres historiques et critiques sur
l’Italie, noto anche come
Lettres familières écrites d'Italie en 1739 et 1740 (Parigi, 1799), largamente
basato su lettere da lui scritte a vari amici durante
un viaggio in l’Italia (1739-1740), che
contengono molte illuminanti osservazioni sui fatti musicali dell'epoca,
come questa testimonianza sui
castrati:
"Quanto ai castrati, questo tipo di voce non mi piace affatto: salvo un
paio, quelli che ho udito mi hanno fatto un effetto penoso. Non vale la
pena di perdere gli attributi per poi cantare a quel modo".
Sarebbe da osservare che essendo un francese, non vi era la tradizione del
Belcanto dei castrati in suolo francese, e quindi difficilmente poteva
accettare questi cantanti. Tuttavia, è più importante l'osservazione
successiva:
"Bisogna abituarsi alla loro voce per poterla apprezzare. Il loro timbro è
chiaro e acuto, simile a quello dei ragazzi del coro ma, al tempo stesso,
molto più potente: sembra che cantino un'ottava sopra la normale
estensione femminile. Il loro canto ha sempre qualcosa di secco e di aspro
ed è quindi completamente diverso da quello così pieno di dolcezza delle
donne: ma hanno un'ampia estensione e la loro voce è brillante, nitida,
espressiva e forte".
Scontro con Hasse
A cura di Rodrigo
& Arsace