noto anche come Giovanni Maria o Giovanni Placido Rutini

(Firenze, 25 Aprile 1723 - Firenze 22 Dicembre 1797)

 

Dopo aver compiuto gli studi musicali al Conservatorio della Pietà dei Turchini a Napoli con Leonardo Leo (contrappunto), N. o L. Fago (clavicembalo) e V. A. Pagliarulo (violino) dal 1739 al 1744, lasciò l'Italia per essere maestro di cembalo a Praga (1748), dove portò a termine la sua op. I.

Fra il 1754 e il 1756 fu probo a Dresda e a Berlino, poi nuovamente a Praga, maestro della Contessina Maria Ludovica von Nostitz e Rhyeneck; incontratosi con l'impresario G. B. Locatelli, si unì alla sua compagnia d'opera e lo seguì a Pietroburgo (1758).

Qui fu anche maestro di cembalo della futura Caterina II e probo direttore dell'orchestra privata del Conte P. B. Seremet'ev.

Nel 1761 risulta aver soggiornato in Italia; a Bologna divenne membro dell'Accademia Filarmonica ed entrò in relazione con padre Martini, di cui si vantò in seguito d'essere stato allievo.

Stabilitosi a Firenze, e dedicatosi soprattutto alla produzione operistica, fece frequenti viaggi, a Cremona (1762-1763), Venezia (1763), Genova (1764), Livorno (1764).

Dal 1769 fu "virtuoso da camera" del Principe ereditario di Modena, ma mantenne la residenza nella città natale, dove godette la protezione del Granduca di Toscana.

Se l'attività operistica di Giovanni Marco Rutini, non ancora sufficientemente studiata, si può far genericamente rientrare negli schemi usuali dell'opera italiana settecentesca (Della Cotte, in particolare, ha parlato, a proposito dei Matrimoni in maschera, di felice fusione del comico e dell'affettuoso), una ben altrimenti schietta originalità si manifesta nell'opera strumentale, ruotante tutta intorno al clavicembalo.

E possibile suddividere approssimativamente la produzione strumentale-cembalistica di Rutini in 3 fasi, che delineano con una certa precisione una determinata parabola stilistica.

Una prima fase vede Rutini attenersi per lo più ai moduli ornamentali dello stile galante, nonostante la compresenza nelle opere di questo periodo di una certa varietà di accenti. La presenza di temi spesso frammentati in brevi incisi (Newman parla della "frammentarietà" come caratteristica delle melodie rutiniane), l'indecisione formale denotano come l'arte di Rutini risenta di un certo clima di transizione.

Più matura la successiva produzione del secondo periodo (cui si possono ascrivere le opere dalla III alla VI), in cui ad un'accresciuta intensità espressiva fanno riscontro un'individualizzazione della tematica melodica e l'accoglimento di un idioma già quasi pianistico. Dal lato formale l'uso dell'allegro bitematico tripartito appare più consapevole. Benché una certa pluralità stilistica permanga, e la sonata oscilli fra tratti conservatori e tratti modernistici, pure s'impongono come degne di attenzione alcune inflessioni che anticipano quelle haydniane e mozartiane (ricordiamo che Torrefranca, sia pure con qualche esagerazione, parlò di Rutini come  "primo maestro" di Mozart).

La Sonata op. 5 n. 5 è considerata il gioiello della produzione centrale rutiniana. Nell'ultimo periodo si assiste ad una involuzione melodica, ritmica e tecnica, ad un ritorno di "galanteria" unito ad una semplificazione di scrittura.

Variamente spiegato, questo rientro nei ranghi, che ha fatto vedere nell'ultimo Rutini un campione del genere della sonatina, non esclude ad ogni modo la presenza di taluni elementi linguistici di un certo pregio e forse è da ricollegare, più che a contingenze pratiche dalle quali Rutini sarebbe condizionato, ad una consapevole adesione, da parte del maestro fiorentino, alle istanze della migliore didattica del periodo "galante", che faceva da "giovare dilettando" il primo articolo del proprio credo poetico.  

Semiramide (libretto Pietro. Metastasio; Praga, 1753);

Il Negligente (Carlo Goldoni; Pietroburgo, 1758);

Il caffè di campagna (Pietro Chiari; Bologna, 1762);

Ezio (Pietro Metastasio; Firenze, 1763);

I matrimoni in maschera (F. Casori; Cremona, 1763; col titolo Gli sposi in maschera, Firenze, 1763; col titolo de Il tutore burlato e arie di G. Scolari, Rovigo, 1764);

L'olandese in Italia (N. Tassi; Firenze, 1765);

L'amore industrioso (F. Casori; Venezia, 1765);

Il contadino incivilito (O. Goretti; Firenze, 1766);

L'amar tra l'armi (N. Tassi; Siena, 1768);

La Nitteti (Pietro Metastasio; Modena, 1769);

Vologeso, Re de' Parti (A. Zeno; Firenze, 1775);

L'amor per rigiro (N. Tassi; Poggio a Cajano, 1773);

Sicotencal (C. Olivieri; Torino, 1776);

Il finto amante (Pistoia, 1776);

Zulima (C. Olivieri; Firenze, 1777).

Le contese domestiche (Firenze, 1767) e Gli sponsali di Faloppa (?).

Inoltre, altre opere attribuite.

 

No, non turbarti o Nice (1754);

Lavinia e Turno (1756);

Ritrattamento della canzone "Grazie agli inganni tuoi" (1758);

Genii, gloria, virtù (1764);

numerose arie;

pezzi di musica sacra.

 

L’Opera I composta da “Sei sonate per cembalo dedicate al Nobile Signore Giovan Giulio Pizzini de Thurimberg – composte da Gian Marco Rutini Fiorentino”; essa è stampata a Praga nel 1748 e consta di 31 fogli.

L’opera II costituita da “Sei sonate per il cimbalo dedicate all’illustrissimo Signore Francesco Ferdinando del S.R.I. Conte Novohradsky di Kolowrath – da Giovanni Marco Rutini Fiorentino”, consta di 27 fogli ed è stata stampata a Praga alle spese di Giovanni Ulrico Haffner, suonatore di liuto in Norimberga.

L’Opera III di “VI Sonate per il cimbalo” dedicate a Sua Eccellenza Maria Ludovica del S.R.I. Contessa di Nostitaz e Rhyeneck, nata Contessa di Metsch – Da Giovanni Placido Rutini Fiorentino”, costituita da 26 fogli ed è stata stampata alle spese di Giovanni Ulrico Haffner, suonatore di liuto in Norimberga

L’Opera V di “VI Sonate per il cimbalo – dedicate a Sua Eccellenza il Signor Conte Nicolò Esterhasy de Galantha, …da Giovanni Placido Rutini, Fiorentino”, che consta in 32 fogli ed è stata stampata alle spese di Giovanni Ulrico Haffner, suonatore di liuto in Norimberga

L’Opera VI di “Sei Sonate per cimbalo – dedicate a Sua Altezza Imperiale Pietro Federowiz Gran-Duca di tutte le Russie, Duca Regnante di Slefwic-Holstein – da Giovanni Rutini, Fiorentino”. Consta in 25 fogli ed è stata stampata alle spese di Giovanni Ulrico Haffner, suonatore di liuto in Norimberga

Sei Sonate per Cembalo del signore Gio.Marco Rutini accademico filarmonico – dedicate al …. Signor D. Ferdinando Strozzi, ecc.” di fogli 17, stampate a Bologna nella Stamperia di Lelio dalla Volpe nel 1765. Nella prefazione a queste sonate, firmata da Lelio dalla Volpe, si parla di “queste opere del sig. Giovanni Rutini Fiorentino, compositore di Musica, da me per la seconda volta ristampate”.

Le sonate sono le stesse dell’Opera VI stampata dallo Haffner; ci sono delle piccole differenze (più abbellimenti nella prima sonata di Lelio dalla Volpe, indicazioni di piano e forte nella sonata dello Haffner). Il I tempo è indicato come “spiritoso di molto” dal dalla Volpe e “Con brio” dallo Haffner. Il Minuetto e il trio sono differenti nelle due edizioni.

Alla II sonata del Haffner corrisponde la III di Lelio dalla Volpe; il Primo tempo, quasi uguale è indicato “con brio” dallo Haffner, “con molto brio” dal dalla Volpe. Il Minuetto ed il Trio sono gli stessi.

La III sonata dello Haffner è uguale alla II del dalla Volpe: la stessa indicazione per il primo tempo, lo stesso Minuetto,  lo stesso Trio.

La V sonata dello Haffner è quasi sempre uguale alla IV sonata di Lelio dalla Volpe. Il primo tempo, “Allegro molto” è indicato “Presto” dal dalla Volpe.

La VI sonata dello Haffner inizia con un magnifico “Andante”; il secondo tempo è un “Presto Assai”, il terzo un “Allegro”. Nell’edizione del dalla Volpe dopo una breve introduzione di nove battute indicata con “Andante” segue l’allegro del terzo tempo della edizione Haffner. Il terzo tempo qui è invece un Minuetto.

L’Opera VII di “Sei Sonate per cembalo dedicate a Sua Eccellenza la signora Contessa Antonia de Wratislaw, nata Contessa de Kinki ecc da Gio.Marco Rutini fiorentino, Accademico Filarmonico e Maestro di Cappella di S.A.S. il Signor principe ereditario di Modena”, è composta di 37 fogli ed è stampata a Bologna da Lelio dalla Volpe nel 1770.

L’Opera VIII di “Sei sonate per cimbalo dedicate a Sua Altezza Reale Pietro Leopoldo… Granduca di Toscana ecc da Gio.Marco Rutini, maestro di Cappella di S.A.S. il Principe ereditario di Modena, accademico filarmonico” è costituita da 36 fogli ed è stampata a Firenze nel 1774 “Appo Allegrini, Pisoni e Comp. Al Canto del Diamante”. Nella Sesta Sonata l’ultimo tempo è stato composto, come dice lo stesso Rutini, “da potersi cantare a due a piacimento” sul testo “Clori amabile, ti desti”.

L’Opera IX di “Sei sonate per cimbalo dedicate a Sua Eccellenza il Signor Marchese di Pietro… da Gio.Marco Rutini Maestro di Cappella di S.A.S. il Principe Ereditario di Modena, Accademico Filarmonico”, fatta da 14 fogli e stampata nel 1774. Di questa opera IX abbiamo altra copia, stampata in Venezia presso Antonio Zatta e figli, senza data, intitolata: “Sei sonate per il cimbalo del Signor Gio.Marco Rutini Maestro di Cappella di S.A.S. il Principe Ereditario di Modena ecc., Accademico Filarmonico”. Le Sonate 4,5,6 della stessa opera IX sono infine ristampate senza indicazione di luogo e di data, come Op. XII dal titolo: “Tre sonate per cembalo del Signor Gio.Marco Rutini Fiorentino, Accademico Filarmonico e Maestro di Cappella di S.A.S. il Signor principe ereditario di Modena Op. XII”.

L’Opera X di “Sei sonate per cimbalo con Violino a Piacere… dedicate alla nobilissima Signora Marchesa Margherita Bichi Ruspoli – da Gio.Marco Rutini, Maestro di Cappella di S.A.S. il principe Ereditario di Modena Accademico Filarmonico”, è costituita da 17 fogli ed è incisa a Firenze da Giuseppe Poggiali nel 1776.

L’Opera XI di “Sei Sonate per cimbalo a Violino obbligato – dedicate a Sua Eccellenza la Signora Contessa Eleonora di Colloredo, nata Contessa di Wyrben e Freydenthal da Gio.Marco Rutini Maestro di Cappella di S.A.S. il Principe ereditario di Modena, Accademico Filarmonico”, si compone di 22 fogli per il cembalo e di fogli 6 del violino. E’ stata incisa a Firenze da Ranieri del Vivo circa nel 1778.

L’Opera XII di “sei sonate per cimbalo del Sig. Gio.Marco Rutini Maestro di Cappella di S.A.S. il Duca di Modena Accademico Filarmonico” consta di 24 fogli ed è stata pubblicata dalla Società Stecchi e del Vivo di Firenze.

L’Opera XIV di “Tre Sonate da Cimbalo e Violino Obbligato umiliate a S.A. Reale l’Arciduchessa Maria Teresa d’Austria ecc. da Gio.Marco Rutini Maestro di Cappella di S.A.S. di Modena, Accademico Filarmonico”, costituita da 17 fogli, con il frontespizio ed i disegni ce accompagnano ogni sonata incisi da “Ferdinando Gregori su Invenzione e disegno di Giuseppe Piatrali”. Le sonate sono incise da Giuseppe Poggiali nel 1786, presumibilmente a Firenze.

 

A. DELLA CORTE, L'opera comica italiana nel '700, Bari, 1923;

F. TORREFRANCA, Le origini italiane del romanticismo musicale, Torino, 1930; Idem, Il primo maestro di W. A. Mozart, in RMI, 1936;

M. PEDEMONTE, Un soggiorno genovese di G. M. R, in «Rassegna dorica», 1937-38;

B. HIERONYMUS, Rutini, the composer of Pianoforte Sonatas, Diss., Northampton, Mass., 1948;

R-A. MOOSER, Annales de la musique et des musiciens en Russie al XVIII° siècle, 3 voll., Ginevra, 1948-1951;

L. F. TAGLIAVINI, in Enciclopedia Spettacolo;

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M. FABBRI, Incontro con F. R. il dimenticato figlio musicista del «primo maestro di Mozart», in Le celebrazioni del 1963, Firenze, 1963;

W. S. NEWMAN, The Sonata in the Classic Era, Chapel HilI, N. C., 1963;

G. BALDUCCI, La figura e l'opera di G. M. R., Diss., Università di Firenze, 1964; 

H. ILLY, Una rara opera XIX di G. M. R., in NRMI, 1969;

C. LOMBARDI, A Revision of the Instrumental Catalog and an Examination of the Form-Types  the Six Sonatas for Cembalo, op. X of G. M. Pl. R., Diss., New York University, 1972;

F. MEINERO, Le sonate per clavicembalo di G. M. R., Diss., Torino, 1975;

G. PESTELLI Mozart e Rutini, in «Analecta Musicologica» XVIII, Colonia, 1978;

G. PESTELLI, in GROVE.

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