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LE BALLET ROYAL DE FLORE, a prescindere
dalla sua bellezza, rappresenta un momento importante della storia della
musica.
E' l'ultimo dei balli di Corte, dove la corte e la Persona del Re
si sono uniti per far apparire un ideale di bellezza psichica attraverso la
danza: Luigi XIV°, per 20 anni, ha amplificato ed accelerato questo processo,
e LE BALLET ROYAL DE FLORE ne è il punto finale: inserito nella commedia -
ballata degli AMANTES MAGNIFIQUES o nella tragedia PSYCHE' - egli cercherà
per qualche tempo altre vie, prima di cedere definitivamente il posto
all'opera.
Il librettista, autore dei versi cantati come di quelli che ciò che noi
chiamiamo oggi programma, Isaac de Benserade, riferendo che prendeva la via
del ritiro e la contemporanea rinuncia a scrivere nuovi libretti, sembra
aver visto giusto:
...L'arte non può più trattare questo soggetto come bisogna ....
In sostanza LE BALLET ROYAL DE FLORE è il punto finale, che non sottende
però una decadenza, anzi: si intende come punto d'apoteosi coreografica e
simbolica: rappresenta la summa del divertimento reale; si sostanzia in un
epilogo, oltre il quale nel suo genere non vi sono uguali.
LE BALLET ROYAL DE FLORE è stato danzato il 13 febbraio 1669, presso il
grande salone delle Tuileries. E' l'ultimo che si può definire "Balletto
della Regina", ma paradossalmente, dal momento che la Regina Maria Teresa
malaticcia non era di certo in grado di apparire nel balletto. La parte era
affidata, alla seconda donna più importante del Regno di Francia, la cognata
del Re Sole, e sorella del Re d'Inghilterra, e prima moglie di Monsieur:
Enrichetta d'Inghilterra. Eppure neppure lei riuscì a danzare in questa
composizione di Jean Baptiste Lully, dal momento che nel 1669 era incinta, e
non era più che un'ombra di se stessa: infatti da lì a poco sarebbe stata
assassinata con il veleno.
La Duchessa de Sully la rimpiazzò nel balletto, nel ruolo fondamentale di
Flora.
Ma perché un balletto con tema Flora?Perché lei giustamente è la più amabile
e contemporaneamente la più bella delle figure sotto le quali si rivela
l'azione ravvivante del Sole: per cui il Balletto assume una connotazione
simbolico politica chiara: Il Re Sole era Apollo, simbolo preso per
rappresentare la sua Monarchia: Egli interpretava sempre ruoli chiavi
assieme a Madame Enrichetta d'Inghilterra: infatti lo ritroviamo come Apollo
capo delle Arti nel BALLET DES ARTS nel 1693; in Alexander nel BALLET DE LA
NAISSANCE DE VENUS nel 1665; in Jupiter nel BALLET DES MUSES nel 1666.
Ma l'apoteosi coreografica e contemporaneamente la summa dell'intento
simbolico giunge con LE BALLET ROYAL DE FLORE: Il Sole dà vita e forza a
Flora ed attraverso lei al mondo.La salute di Enrichetta ha fatto perdere
metà della simbologia, ma l'altra metà permane poiché il Re va ad incarnare
il ruolo di propagatore di calore, di energia, della vita, punto da cui
tutto dipende: mai bisogna dimenticare la strumentalizzazione della musica
al fine Politico: attorno al Re tutto ruota e dipende, e la corte stessa
danzando contribuisce a realizzare questa ideologia, che mai si sostanzia
con tale intensità come in LE BALLET ROYAL DE FLORE.
Dopo una Ouverture, appare l'Inverno, a cui segue un coro di Glaçons: un
grandioso preludio vocale, avulso dal Recitativo introduttivo del Balletto,
e che finisce per prefigurare ciò che sarà il grande prologo successivo
delle tragedie in musica di Lully: tuttavia quello che all'opera non sarà
che una allegoria,qui è reale e diretto: l'Inverno e i Glaçons hanno solo la
mera funzione di introdurre il Sole, interpretato dal Re Stesso: attorno al
Re danzante, ruotano i 4 elementi:
L'Aria, il conte d'Armagnac,
Il Fuoco, Il Marchese de Villeroy
La Terra, Il Marchese de Rassan
L'Acqua, Beauchamp, il migliore dei ballerini del tempo.
Il Re
Comanda alla Terra di generare i suoi fiori,
Ordina all'Acqua di trattenersi nei suoi corsi, irrorando dolcemente le
campagne,
Intima all'aria di disperdere le sue nubi e i cattivi vapori di cui è
carica, ed
Obbliga il Fuoco di rimanere confinato nella sua sfera.
In questo modo il Re non presidia solo le azioni degli uomini, ma funge da
grande ordinatore dell'Armonia dell'Universo.
Appare Flora, che dunque, avrebbe dovuto essere Enrichetta, attorniata da
Bellezza, da Abbondanza, da Felicità, e da Gioventù da naiadi e driadi, dove
fra esse spicca il nome della favorita del Re, Mademoiselle Louise de la
Valliére.
Tutta l'esecuzione di questo prologo grandioso è affidato alla corte: questa
è la sola differenza con un prologo d'opera.
Seguono una serie di Entrées che vengono interpretati da danzatori
professionisti così come da qualificati cantanti: ed ecco come si passa dal
prologo simbolico dell'opera all'aneddoto propriamente detto: si valuta qui
quanto LE BALLET ROYAL DE FLORE sia archetipo per la struttura dell'opera
Lullista: questa valutazione sorge anche in relazione al fatto che il canto
assume ruoli importanti, percorso che Lully ha intensificato d'importanza in
questo BALLET, dopo aver introdotto il canto nella serenata NOUVEAUX MARIES,
ne LA PLAINTE DE VENUS SUR LA MORT D'ADONIS.
Già ne LE BALLET DES AMOURS DEGUISES, Lully aveva introdotto un lamento,
quello d'Arianna abbandonata, ispirandosi ad una cantata italiana. Lully
cerca chiaramente qui una via nuova che gli permetta di scrivere in francese
una grande aria drammatica.Il Finale de LE BALLET ROYAL DE FLORE ripristina
il tono e le dimensioni del Prologo : nuovamente infatti la corte si
ripropone in scena: Giove stesso con il Destino cattura l'attenzione: sei
eroi mutati in fiori (Narciso, Adone cambiato in Anemone, Hyacinthe, Acanthe)
si disputano la supremazia: ma Giove, sentenzia che il primo posto è
dedicato al giglio: ecco nuovamente una presentazione simbolica.
Le quattro parti del mondo cantano il loro recitativo, portando a ritrovare
il Re danzante tra gli Europei, tra gli Africani, tra i Persiani, e tra gli
Americani: tutti assieme celebrando la gloria del Giglio di Francia, su una
grande Musica:
Charmons, charmons toute la Terre,
Que le bruit mesme de la Guerre
Devienne un bruit melodieux
Quindi LE BALLET ROYAL DE FLORE non deve esser solamente essere decifrato
nella sua Bellezza Musicale, che è grande, realizzata sia nella danza che
nell'importanza che gioca il ruolo del canto,ma anche deve valutarsi nella
sua importanza storica.
E' infatti una composizione di transizione fra 2 forme musicali, nella
trasformazione dell'arte musicale francese Barocca, e contemporaneamente una
summa nel suo genere.
Per apprezzarla tuttavia in toto sarebbe necessario ricorrere alla
coreografia: si potrebbe percepire il passaggio dalla danza della corte a
quella professionale, verso la quale il Re Sole ha dato un forte impulso
creando fin dal 1662 l'Accademia Reale di Danza.
Da ogni punto di vista quest'opera rappresenta una summa.
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Ballet
Royal de Flore
Venus.L'Europe: Françoise Masset
La Fidelite.L'Asie: Julie Hassler
L'Amitie.L'Amerique: Raphaële Kennedy
L'Afrique: Emmanuel Bardon
Le Destin: Renaud Tripathi
L'Hiver.L'Hymen: Jean-Louis Georgel
Jupiter: Philippe Roche
voce recitante: Benajmin Lazar
La Simphonie du Marais, dir. Hugo Reyne
Accord (1 CD, 2001) |
A cura di
Arsace |
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