Johann Joseph Fux 

 

Dafne in lauro

 

 

Festa Teatrale composta in occasione del genetliaco dell'Imperatore Carlo VI°
Musica di Johann Joseph Fux (1660 - 1741)


DAFNE IN LAURO è una composizione concepita per il compleanno dell'Imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo VI°, nell'anno 1714. Scritta in italiano - l'italiano era la lingua ufficiale dell'opera, e di questo se ne facevano propugnatori gli Asburgo, grandi amanti della musica, succedutisi nel Trono: Ferdinando III°, Leopoldo I°, Giuseppe I° (addirittura compositore), Carlo VI°, Maria Teresa e suo figlio Giuseppe II°. Accanto ai compositori di opere Barocche chiamati a Vienna, si affiancano anche letterati, famosi creatori dei libretti: Niccolò Minato, Apostolo Zeno, Pietro Pariati e Pietro Metastasio, l'Abate Casti e Lorenzo da Ponte.
Nella DAFNE IN LAURO non mancano avvicinamenti allo stile francese, cori non particolarmente elaborati, ma di eccezionale suggestione. E' definita come composizione cameristica, ma in un genere tipico della Vienna di quei tempi: quello della Festa teatrale, destinata cioè alla celebrazione dei fasti della casa asburgica e a momenti i particolare importanza, quali matrimoni, incoronazioni, solennità varie, etc. Nelle feste i librettisti ricorrevano a temi mitologici o allegorici per esaltare qualche personaggio appartenente ala sfera asburgica: la DAFNE IN LAURO deve esser letta come esaltazione della gloria di Carlo VI° definito testualmente da Pietro Pariati (il librettista) l'Austriaco Giove, apportatore di quella gloria che le foglie dell'alloro sostanziano come simbolo classico.
L'opera è formata da una ouverture, 17 arie, un arioso, 2 duetti, e tre cori: Dafne e Apollo hanno a testa 4 arie, mentre i personaggi minori, ognuno 3 arie.
L'orchestra è costituita da archi, a cui si aggiungono spesso gli oboi che raddoppiano i violini. Si trovano nell'organico comunque anche tiorba, chalmeau, traversiere, viola da gamba e il clavicembalo naturalmente. Alcuni di questi strumenti sono utilizzati come mezzi concertanti, garantendo un effetto brillante. Le arie hanno la tipica tripartizione, e sono per lo più scritte con accompagnamento di tutta l'orchestra. Alcune sono solo con basso continuo, scritte molto accuratamente; altre seguono l'andamento tipico dell'opera italiana.

Mercurio ha un'aria tipica da tempesta: "Allor ch'è più agitato", in cui viene paragonato il cuore tormentato dall'amore ad una nave in mezzo ad una burrasca.
Si può notare una fusione fra una ciaccona francese e una italiana nell'aria di Diana "Il voler vincere amore". Qui la dea vuole confortare Apollo ancora dominato dall'amore per la ninfa Dafne: il voler vincere amore, dice Diana, basterà a fare la tua vittoria e alle piaghe che Amore ha procurato al tuo cuore, sarà balsamo sufficiente la gloria. L'aria presenta anche dei caratteristici ritmi puntati tipici francesi, con la forma dell'aria col da capo all'italiana.

Le arie affidate ad Apollo sono tutte in andamento brillante e virtuosistico.
Dafne canta l'aria "Lascio d'esser ninfa" con grande espressività, poiché esprime il suo addio alla vita; è l'aria più lunga dell'opera, e accanto alla voce di Dafne si muove la voce della viola da gamba, che appunto presenta un carattere espressivo e parlante che si adatta allo scarno e desolato lamento di Dafne; non vi è comunque in questa aria una collimazione di intenti fra il dolore espresso musicalmente e le parole cantate, poiché l'addio alla vita viene interpretato come glorioso sacrificio di fronte alla virtù.
Repentinamente Apollo si riprende tutta la deità "Tutto ripieno della sua deità", deciso a ritornare nel Cielo, non prima di aver espresso le lodi dell'Austriaco Giove (Carlo VI°)

L
'ultima aria "Quella fronda che circonda" è una delle più incisive pagine che Fux ha prescritto per Apollo, con la tiorba come strumento obbligato, con i suoi numerosi registri più bassi del semplice liuto.
Conclude l'opera il coro celebrativo "Bei Lauri crescete", in lode al sovrano Austriaco: qui si esprime un massimo i solennità con una grande
economia dei mezzi (mancano per esempio trombe e timpani), ma Fux così ha voluto dimostrare il suo talento di compositore di musica corale e di autore di oratori.
 

La trama


Durante i preparativi, organizzati da Diana, per una battuta di caccia che si deve svolgere presso un bosco della Grecia, le ninfe che fanno parte del suo seguito l'aiutano: fra esse c'è la bella Dafne che dichiara di non voler saperne dell'amore; alla battuta di caccia però parteciperà anche il Dio Apollo, che è obbligato a stare nella terra e non in cielo, in quanto castigato da Giove per aver ucciso Pitone. Ma il Dio Amore, ascoltate le parole di sprezzo verso l'amore di Dafne, ardendo dal desiderio di provare la sua potenza, tende un agguato sia ad Apollo che a Dafne: non appena Apollo deride Amore che gli narra di un potere a cui neppure gli dei possono resistere, Amore colpisce Dafne con una freccia di gelo e Apollo con una freccia di fuoco della passione: Apollo si innamora perdutamente di Dafne e Dafne assume un atteggiamento ghiacciato nei confronti delle avances del dio del disco solare. I rifiuti di Dafne non fanno che accrescere sia l'amore che la disperazione di Apollo. Compare Mercurio che, in veste di vegliardo, annuncia ad Apollo che può tornare in Cielo per assolvere i suoi doveri di creatura divina: Giove l'ha perdonato, e quindi deve guidare il carro dorato. Ma l'amore per Dafne è così forte che Apollo non si cura del messaggio di Giove: la ninfa decide allora di sacrificarsi affinché il Dio ritrovi la sua dignità divina dinnanzi a tutta la corte divina: deve tornare in cielo per guidare il Sole. Dafne dunque prega affinché possa esser trasformata in un albero di alloro: la richiesta viene esaudita da Giove, e da questo momento sarà l'alloro a coronare le Virtù di eroi e sovrani, primo fra tutti l'Imperatore Carlo VI°.

 

 

copertina Cd di Dafne in lauro

 

 

La NUOVA ERA ha prodotto DAFNE IN LAURO in un cofanetto (di due cd: uno di 71.19 minuti e l'altro di 47.26 minuti) veramente accattivante, ad un prezzo conveniente.
La direzione è affidata a René Clemencic, con l'Orchestre baroque du Renè Clemencic; Ensemble Vocal La Cappella. L'organico, piuttosto consistente per esser definita una composizione da camera, è così distribuito:

1 violino solista
4 violini primi
4 violini secondi
3 viole Barocche
1 basso continuo
1 violone
1 violoncello Barocco
1 clavicembalo
1 flauto traverso
1 tiorba
2 oboi
1 chalmeau
1 fagotto barocco
1 viola da gamba

I cantanti sono:
Diana: Mieke Van Der Sluis
Dafne: Lina Akerlund
Apollo: Gerard Lesne
Amore: Silvia Piccollo
Mercurio: Martin Klietmann

 

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A cura di Arsace

 

www.haendel.it

 

Ultimo aggiornamento: 07-05-20