Il noto musicista e studioso bolognese Luigi Ferdinando Tagliavini ha raccolto, nel corso degli anni, una ottantina di strumenti tra i quali dei veri pezzi unici e rarità. Il posto d'onore è occupato da strumenti a tastiera di varie famiglie, che abbracciano molte scuole italiane ed europee, lungo un arco cronologico di 5 secoli.
Molti di questi strumenti sono anche impreziositi da pitture di paesaggi e scene mitologiche. Tra le scuole italiane primeggiano quella bolognese e quella napoletana, ma vi sono anche esemplari di scuola romana, veneziana e fiorentina. I più importanti strumenti transalpini provengono da Parigi, da Londra, da Amsterdam. Le più importanti rarità sono costituite da: - il cembalo a penne e martelletti di Giovanni Ferrini (1746) - il cembalo pieghevole del primo settecento, di cui ve ne sono solo 4 al mondo e Farinelli ne possedeva 2.
La collezione è stata sistemata nella Chiesa sconsacrata di San Colombano, che è una delle più antiche di Bologna, risalente all'anno 616 D.C.. Nella Cappella dell'Orazione adiacente, che risale alla fine del XVI° secolo, vi sono affreschi di allievi del Carracci. Nell'Oratorio soprastante si trovano gli affreschi più importanti di tale scuola: Domenichino, Albani, Guido Reni. In questa cornice storica-artistica vengono presentati al pubblico i seguenti gioielli che esprimiamo qui sotto.
La nostra guida d'eccezione è il maestro Liuwe Tamminga che ha concesso di pubblicare anche la sua foto con i suoi migliori auguri per l'inaugurazione del sito Handelforever.com.
Per noi il maestro si è esibito su alcuni dei cembali presenti.
Il Clavicembalo Mucciardi venne costruito in epoca di piena afffermazione del pianoforte, ed ha la caratteristica di avere i plettri in cuoio anzichè in penna d'uccello, cosa che permette di ottenere un timbro più morbido e più vicino a quello del rivale "a martelletti".
Sul clavicembalo Albana (1584 la parte meccanica, mentre la struttura e decorazioni esterne sono più tarde e barocche): ha suonato un brano napoletano di fine del 1500; poi un brano di Giovanni De Macque, fiammingo che viveva a Napoli nello stesso periodo.
Sul clavicembalo Giusti (1679), a parere del maestro il migliore per le sue caratteristiche sonore (esso ha due registri da 8' e uno da 4') ha suonato un preludio di Bach.
Nella Cappella dell'Orazione dove sono i cembali di scuola bolognese, ha suonato su un piccolo cembalo di Goccini (1730), che ha la caratteristica di avere un registro all' ottava sopra (4 piedi), un brano di Bernardo Pasquini.
All'interno della esposizione, questo cembalo fa parte di un cosiddetto "Nucleo Unitario": vi sono infatti ben tre clavicembali del bolognese Giuseppe (o Gioseffo) Maria Goccini (nato nel 1675, l’anno della morte è sconosciuto) che formano un qualcosa di unitario e significativo all’interno della collezione: il primo strumenti a lui sicuramente attribuito è il sobrio clavicembalo del 1721 (Cat. B 4) costruito quale dono di nozze per una nobildonna inglese; segue il clavicembalo del 1725 (Cat. B5 - sotto) sfarzosamente decorato, che deve esser stato commisionato dalla famiglia bolognese Gozzadini, di cui reca lo stemma; ed il piccolo clavicembalo all’ottava del 1730-1733 (Cat. B6 - sopra) che fu probabilmente impiegato in un collegio o in un convento femminile come lascia pensare la lunga lista di nomi di donna scritti a penna sulla superficie interna della ribalta del coperchio.
Si è quindi passati nella zona delle spinette, rettangolari e poligonali nella forma, come un arpicordo con corde di acciaio con pedali. Quindi su una Spinetta all'ottava, sempre con corde d'acciaio, peculiare per le note alte, che probabilmente veniva utilizzata da fanciulli. Infine il maestro ha improvvisato sul Clavicembalo di Fabio da Bologna del 1686, che possiede 2 registri, 4 e 8 piedi, e un terzo registro con effetto liuto.
In una saletta a parte, per dovere di cronaca, vi sono dei pianoforti particolari, uno a cristalli (1860), uno a diapason (1910) ed un metallofono (1900). Nella saletta al secondo piano vi è un carillon (1900) ed un piccolo organo a cilindro di fine 1800.
Sezione dedicata alle Spinette Sezione dedicata agli Arpicordi Per concludere in bellezza la visita, i tanto amati Clavicordi, detti anche Sordini Il Catalogo della Collezione Tagliavini 1 Il Catalogo della Collezione Tagliavini 2 Il Catalogo della Collezione Tagliavini 3
A cura di Faustina da Versailles |