(Burano, 18 Ottobre 1706 – Venezia, 3 Gennaio 1785)per Soli, Coro e Orchestra (Manoscritto presso la Biblioteca Nazionale di Torino – Giordano 73)Un commento al Miserere di Sandro Cappelletto Baldassarre Galuppi infaticabile, già da ragazzino. A 16 anni, è assunto come organista nella chiesa di Santa Maria Formosa in Venezia e porta in scena, prima a Vicenza poi a Chioggia, la sua prima opera “La fede dell’incostanza”. A 20 anni diventa clavicembalista del fiorentino Teatro della Pergola e a 22 ha il suo primo successo teatrale con “Gli odi delusi dal sangue” rappresentato al Teatro San’Angelo di Venezia. È l’avvio di un’esistenza professionale lunga, intensissima, degna di un orizzonte internazionale: Baldassare Galuppi, una vita spesa da Burano a San Pietroburgo, passando per Londra, Milano e Roma prima di ritornare, con tutti gli onori, a Venezia dove ricopre sia la carica di maestro del coro all’ospedale degli Incurabile che quella, ambitissima di maestro di Cappella a San Marco. Nasce nel 1706 a Burano e visse così a lungo (79 anni) da traversare da protagonista un secolo fervido d’invenzioni, disponibile a cambiare gusto ad ogni generazione, pronto ad innamorarsi del nuovo e a dimenticare le antiche passioni. Nel 1770 arriva a Venezia il musicista e viaggiatore inglese Charles Burney, al quale dobbiamo i più vivi ritratti della vita musicale italiana nel secondo Settecento. Tra i suoi primi obblighi di cronista, e ammiratore, l’omaggio a Galuppi: “ Fui molto lieto di constatare che il tempo ha risparmiato sia l’intelletto sia la persona di questo eccellente compositore. È tuttora vivace, pronto e promette di deliziare ancora per molti anni gli amatori di musica. Ha un carattere aperto, una conversazione gradevole e piena di spirito. Piccolo di statura ed esile, ha un aspetto molto signorile. È uno dei pochi geni originali rimasti della migliore scuola che l’Italia abbia avuto. Le sue composizioni sono sempre geniali e spontanee, ed aggiungerò che è anche un buon contrappuntista e amante della poesia”. Poi Burney dedica breve attenzione alla parte tuttora meno esplorata del catalogo: “Le sue composizioni da chiesa sono poco conosciute in Inghilterra: mi sembrano eccellenti, e benché molte delle arie siano scritte nello stile teatrale, in altre occasioni si rivela un ottimo musicista anche in quello chiesastico, con uno stile grave, una buona armonia, una buona modulazione e fughe ben costruite”. Il manoscritto del Magnificat si trova presso la Allgemeinen Musikgesellschaft di Zurigo mentre il Miserere riposava nella Biblioteca Nazionale di Torino, in quello stesso fondo Foà-Giordano, costituito nel 1930 ed esempio splendido di mecenatismo privato, che ha salvato dall’oblio gran parte delle opere di Antonio Vivaldi. Non conosciamo la data di composizione, né il luogo della prima esecuzione. Non possediamo neppure il manoscritto: in Giordano 73 è conserva soltanto una copia, trascritta da “ io don Giuseppe Baldan, copista di musica a San Giovanni Crisostomo, Venezia”. Senza Data. Miserere (Abbi pietà) è la prima parola del Salmo 50 della Vulgata, il quarto dei sette Salmi penitenziali. Veniva eseguito, di consuetudine, durante la Settimana Santa, al termine dell’Ufficio delle Tenebre. Salmo 51 (o 50 dalla numerazione greca)
Esecuzione live concessa in esclusiva ad handelforever dai seguenti artisti,che si ringraziano sentitamenteACCADEMIA DEI SOLINGHIMaestro al cembalo Rita PeirettiAngelo Manzotti – soprano Angelo Galeano – alto A cura di Arsace da Versailles e Rodelinda da Versailles |