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Bernacchi vs
Farinelli
Nel 1727 Bernacchi riapparve a Bologna e mise
k.o. Farinelli.
L'opera che si rappresentava era LA FEDELTA' CREDUTA CORONATA di Orlandini:
in questa occasione Farinelli, che era un cantante più giovane e già
famoso, volle stupire con una serie di agilità da capogiro, per cui si
buttò con tutta l'anima in cadenze complicatissime: quando però fu il
momento di Bernacchi, che aveva l'onere di cantare un'aria successiva,
imitò esattamente gli abbellimenti che aveva precedentemente fatto
Farinelli, eseguendoli però con una facilità e grazia superiori, ed in più
aggiungendo altre fioriture sue particolari. In questa occasione
indubbiamente Bernacchi vinse Farinelli. Questo evento fu commemorato da
un grande festino e da un sonetto composto in bolognese, che
si trova
presso la Biblioteca Universitaria di Bologna, intitolato "In favore del
musico Bernacchi e contro il Farinello", che così recita - grazie ad una
traduzione di Gabriele Musenga:
"Vorrei che mi diceste cos'è mai questo gran rumore
Che la gente fa con questo vostro Farinelli!
Per Cristo, vi dico che avete perso il cervello:
E vi dico che canta meglio Bernacchi!
Questo non spara nè razzi nè mortaretti.
E non imita nè l'usignolo nè il fringuello!
E' un cappone che è castrato così ben ugualmente
che nella sua voce non si può trovare intaccatura.
Pertanto, chi ne è dispiaciuto si vada a nascondere.
E dico a questi tali che sono in errore,
Che quanto si è detto Bernacchi, più in là non si può andare
Dicano ciò che vogliono: a Bologna non danno fastidio
E ciò alla faccia dei cani
che disonorano tutte le Scienze!"
Successivamente all'episodio, avvenuto il 7 Luglio 1737, Bernacchi e
Farinelli si esibirono ancora assieme in alcuni oratori nella chiesa dei
PP. Gesuiti.
In seguito ai successi ottenuti, i due musici cantori furono festeggiati
con un banchetto nella dimora del Bernacchi, dove si brindò
abbondantemente per le "moderne paghe che si praticano a simili virtuosi".
Questo episodio è stato riferito non solo dal
primo biografo di Farinelli, ma anche da Enrico Panzacchi nella sua "La
vita italiana durante la rivoluzione Francese e l'Impero" (Milano, 1897).
Bernacchi e la
maestra
Una passione fortissima legava il celebre
evirato cantore Antonio Bernacchi alla sua maestra di canto Antonietta
Merigi.
Tale fu la passione che quando il Bernacchi ricevette la proposta di un
allettante contratto per restare cantore alla corte di Napoli, Egli
accettò ponendo tuttavia 2 condizioni:
1 - che venisse scritturata anche la sua maestra-amante e
2 - che si licenziasse il suo rivale Giovanni Caresini, detto Cusanino.
Il Re promise tutto pur di ottenere i servigi di quest'altro astro del
belcanto.
I nobili tuttavia che parteggiavano per il Carestini, brontolarono e
fecero delle forti rimostranze al re, tanto che giunsero a convincere il
Re a rimangiarsi la parola data.
Fu così che Bernacchi con profondo dolore lasciò Napoli assieme ad
Antonietta.
A cura di Arsace
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