Debuttò a Napoli a quindici anni, e in seguito interpretò
i migliori ruoli di soprano nelle opere, non solo in patria ma anche a Londra, Vienna e Madrid. Arrivò a Londra per la stagione operistica 1734-1735 della compagnia rivale di
Handel, l'Opera della Nobiltà, e non cantò mai sotto la direzione di Handel,
anche se per quella compagnia si esibì nell'Ottone handeliano. Burney ci descrive il suo arrivo: "nella prima prova privata,
nella stanza della Cuzzoni, Lord Cooper, l'allora direttore principale dell'opera
con Porpora che notò che l'orchestra non lo seguiva, ma tutti erano
trasognati con la bocca aperta, come se cadesse un raggio, chiese loro che
prestassero attenzione; tutti confessarono che non erano capaci di seguirlo: che non erano rimasti solo inabilitati per lo stupore, bensì
soggiogati per il suo talento", continua a dire, "la forza,
estensione e toni melliflui" della sua voce; la rapidità della sua
coloratura, e, in questione, la sua "messa di di voce, o
impostazione", in quello che superava tutti gli altri cantanti e
stupiva il pubblico: "per la formazione naturale dei suoi polmoni, e
l'economia artificiale nella respirazione, era capace di prolungarla in
tale misura come per suscitare perfino l'incredulità di quelli quale lo
sentivano; chi, benché incapaci di scoprire l'artificio, immaginavano che
si serviva da qualche strumento col quale il tono si manteneva, mentre
egli rinnovava i suoi poteri respirando." Anche Burney ci descrive l'inaugurazione della stagione di
1734 con l'opera Artaserse di
Hasse e del fratello di
Farinelli,
Riccardo Broschi: "Senesino interpretò il ruolo di un
furibondo tiranno e Farinelli quello di un disgraziato eroe incatenato; ma
durante la prima aria, il prigioniero rammollì di tale modo il cuore del
tiranno che Senesino, dimenticandosi del suo personaggio, corse a
Farinelli e l'abbracciò per il suo conto." Rolli, intimo amico di Senesino, scrisse: "Farinelli
fu una rivelazione per me, perché mi resi conto che fino ad allora avevo
sentito unicamente una picco parte di quello che il canto umano può
raggiungere, mentre ora comprendo che ho sentito tutto quello che si può
ascoltare". In 1746, durante il regno di Fernando VI,
Farinelli si stabilì in
Spagna e fu nominato dal monarca direttore dei divertimenti reali. Progettò
un piano di rappresentazioni per il Real Coliseo del Buen Retiro di
Madrid ed il Real Sitio di Aranjuez, con una descrizione dettagliata
della squadriglia utilizzata per i sovrani e la sua comitiva per navigare
per il fiume Tago. Nella capitale della Spagna, divenne il favorito di Filippo V,
che arrivò a risultargli imprescindibile che Farinelli non gli cantasse per le notti per potere conciliare il sonno.
Rimase a Madrid più di venti anni e dopo continuò la sua corsa trionfale
in diverse città. Il suo carattere affabile ed equilibrato, cosa
rara nel mondo dei divi, gli procurò quasi tante amicizie ed ammiratori come le
sue portentose condizioni vocali. Negli ultimi anni, benché avesse
acquisito gran fortuna, insegnava canto per chi considerava che lo meritasse.
Morì a Bologna a settantasette anni.
Da una lettera autografa di Farinelli:
«
Cantando a Corte sempre vi fu la presenza del Re e
Regina ed il maestro di cappella era la Principessa d'Oranges: all'improvviso
mi furono suonate arie d'Hendel; con gran franchezza mi posi ad eseguir
quelle e grazie al Cielo ne sortii con tutta la gloria [...] »
Londra 30 novembre 1734 [...]
umilissimo obbligatissimo servitore vero
Carlo Broschi Farinello