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Nacque nel 1706 circa a Bergamo e svolse la sua attività
partecipando alle rappresentazioni di una compagnia teatrale ambulante in
Italia. Si hanno notizie di una sua esibizione nel 1726 a Venezia; poi
cantò sia a Bologna che a Modena, dove si distinse anche come compositore.
Nel 1728/1729 fu a Breslavia, per tornare un triennio dopo di nuovo a
Venezia.
Con la compagnia nomade di Lingotti si esibì a Praga, Linz e spesso ad
Amburgo, dove decise di installare una fissa dimora a partire dal 1746,
motivato anche dal fatto che aveva riscosso successo come compositore di
opere. Nel 1756 vicino a Bargteheide acquistò una tenuta assieme ad una
vedova che nel 1762 decide di sposare. Si spense in questa tenuta il 21
aprile 1776.
Un aneddoto su Finazzi lo si intercettata nel libro dedicato a Bach di
Buscaroli (pagina 1115 & nota n. 1, pagina 1116):
Dopo che
Marpurg aveva aperto un vero attacco al "gusto italiano"
contrapponendogli il "gusto di un immortale, come il Bach di Lipsia", un
maestro e al cui stile "particolarmente originale" nessuno straniero
poteva paragonarsi, da un giornale di Amburgo, datato 12 maggio 1750, si
sollevò una voce in difesa della musica italiana:
"Se vi vantate del signor Bach avete ragione, e sarei un toro se mi
mettessi a contestare i meriti di questo grand'uomo; ma bisogna anche
ammettere che questa musica non è fatta proprio per dilettare, e un
appassionato che non sappia di musica non arriverà mai ad apprezzare
un'armonia così difficile".
Questa risposta, in una lettera a
Telemann, fu da
Pinsendel attribuita a Finazzi. Al musico rispose con
disprezzo un opuscolo di Friedrich Agricola, che con stizza scrisse: "un
castrato italiano dica pure quel che gli pare".
A cura di Arsace
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