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Civico Museo Bibliografico Musicale, Bologna
In vita riuscì ad accaparrarsi
l'approvazione di dotti, di musicologhi e anche del grosso del pubblico:
un consenso generale attorno quindi a questo cantante.
Millico nacque nel 1739 a Terlizzi, una località vicino a Bari, ed iniziò
la sua carriera in modo alquanto oscuro: al giorno d'oggi poche sono le
fonti che possono dar luce a questo primo periodo di formazione del
cantante.
Si sa che a Vienna nel 1769 interpretò la parte del primo uomo in PARIDE
ED ELENA di
Gluck,
che sembra avesse pensato di assegnargli la parte del protagonista dopo
averlo sentito cantare a Parma nelle FESTE D'APOLLO, che includevano anche
alcuni brani di ORFEO.
La reazione di Millico appena vide la parte che Gluck aveva pensato per
lui, fu negativa: era arrivato a pensare che i suoi nemici cercassero di
rovinarlo: dopo la rappresentazione dell'opera di Gluck dovette ricredersi
dal momento che fu un successo: da quel momento Millico divenne un
sostenitore di Gluck, nonchè maestro di sua nipote.
Millico pochi anni dopo questi fatti partì per l'Inghilterra col
compositore
Sacchini: ma a Londra venne organizzata una campagna spietata dai suoi
nemici, tanto che sia lui che Sacchini fecero fatica ad imporsi.
Ma quale era la ragione delle ostilità contro Millico? Pare derivassero
dall'aspetto di Millico: era infatti insolitamente scuro di carnagione e
bruno di capelli, e quindi poteva avere sangue negro o moresco nelle vene.
Sebbene osteggiato dal razzismo, Millico seppe affermarsi attraverso la
sua bravura, e Sacchini trionfò, facendo corredere chi aveva sempre
sostenuto che Millico non sapeva cantare e che Sacchini non avrebbe potuto
comporre un gran ché.
La collaborazione fra i due artisti divenne elemento soleto, tanto che
Millico venne identificato in Inghilterra con la musica di Sacchini,
cantando nel CID, e nel TAMERLANO. Sacchini divenne popolare, cosa
insolita dopo la scomparsa di Handel; Millico invece dopo questi consensi
partì per un impegno assunto a Berlino.
La signora Thrale, una coeva che ebbe modo di assistere alle
rappresentazioni in cui Millico partecipò, scrive che "Millico doveva
cantare queste parole "I come my Queen to chaste delights", ossia "Vengo
dalla mia Regina per caste gioie", e invece le cantò così "I comb my Queen
to catch the lice" ossia "Io pettino la mia Regina per prendere i
pidocchi".
Nel 1779 circa ritornò a Napoli, essendo nominato maestro della cappella
Reale, veste in cui impartì lezioni a Lady Hamilton e a
Giuseppe Aprile,
altro musico cantore, il preferito da
Niccolò Jommelli.
Anche Millico, si espresse come compositore, ottenendo consensi fra cui
quelli di Mattei e Arteaga (ricordiamo fra i suoi lavori LA PIETA' D'AMORE
e LA ZELINDA).
Si spense a Napoli nel 1802.
A cura di Arsace
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