Francesco Bernardi fu il primo da un punto di vista
cronologico di ben tre cantanti castrati di Siena, che portarono lo stesso
nominativo di "Senesino". Francesco appunto, nacque a Siena intorno al
1680. Fra le « Famiglie nobili di Siena » la stirpe dei Bernardi fu del
Monte del Gentiluomo e il primo componente di questa famiglia, che si
trova a risiedere neI "supremo maestrato", fu Vannino di Bernardo
legnaiuolo, nel bimestre Novembre-Dicembre 1355. In altre fonti invece si
parla di lanaiuolo, probabilmente avrà esercitato entrambe le attività.
Francesco Bernardi fu mezzo-sopranista o contraltista, non si sa bene,
dalla voce inizialmente un po' limitata nell'estensione, ma di ottima
qualità. Non è chiaro sotto quale maestro il Bernardi si sia formato; ci
sono delle ipotesi basate su alcune fonti dove si dice che fu allievo del
sopranista bolognese Antonio Maria Bernacchi, nato nel 1685. Da notare che
questa data è la stessa del genetliaco di Handel, Scarlatti e Bach.
Tuttavia nel libro « The Castrati in Opera » di A. Heriot si viene a
conoscenza del fatto che il Bernacchi iniziò la sua attività di maestro di
canto soltanto nel 1727, quando il Bernardi era già celebre, specialmente
a Londra: aveva già fatto furori sulle scene teatrali in opere Handeliane.
Esistono però altre teorie sull'incipit di Francesco: quelle che lo
vogliono allievo del compositore e maestro napoletano Nicola Porpora:
questo non esclude la possibilità che Bernardi comunque abbia fatto i
primi passi nello studio del canto con un altro maestro, forse in Siena
stessa.
Senesino dopo essersi inizialmente esibito a Roma fu poi a Venezia nel
1703 al Teatro Grimani di S. Giovanni Grisostomo nel VINCESLAO di Carlo
Francesco Pollaroli, su libretto di Apostolo Zeno. In quest'opera egli
faceva la parte di Casimiro.
Poi a Genova nel 1709 e nel 1714 nuovamente a Venezia, nel suddetto
teatro, in un'opera del medesimo autore intitolata SEMIRAMIDE su testo
dell'abate F. Silvani.
Ma come si presentava durante l'esibizione sul palcoscenico?
Nel 1715 si trovava a Napoli e l'impresario Zambeccari scrisse così di
lui:
"Senesino continua a muoversi sulla scena piuttosto male; sta ritto come
una statua e quando per caso fa qualche gesto, sceglie proprio l'opposto a
quel che ci vorrebbe. Si esprime orribilmente nei recitativi, diversamente
da Nicolino che era solito eseguirli in modo ammirevole; quanto alle arie,
poi, egli le canta bene quando è in voce. Ma ieri sera, proprio nell'aria
migliore, era avanti di due battute".
E ancora:
"Casati è davvero insopportabile, sia per la monotonia del suo canto, che
per il suo smisurato orgoglio; è d'accordo con Senesino e non hanno
rispetto per nessuno. Così nessuno li può vedere e quasi tutta Napoli, se
non tutta, li considera due eunuchi vanitosi. Non sono mai stati miei
cantanti, diversamente da tanti musici d'opera napoletani; solo questi due
non sono mai stati miei, e ho la consolazione di vedere che sono mal visti
da tutti".
Le negative critiche che Zambeccari esprime nel suo scritto sono un po'
esagerate; infatti risulta che - proprio per non voler citare il livello
di star europea a cui era arrivato presenziando le scene londinesi - nel
1715 il Senesino aveva già conseguito in Italia larga notorietà e consensi
e c'è da ritenere che tale veleno sia stato determinato soprattutto dal
fatto che lo Zambeccari non riuscì - come dice - ad ottenere le
prestazioni del Bernardi nel suo teatro.
Nell'autunno del 1717 egli cantava come primo sopranista, con lo stipendio
di 7.000 Talleri, al servizio della corte di Dresda (ricordo che è un
grosso centro europeo di opera "italiana"); lì rimase fino ai primi del
1720, quando, a causa di un " rozzo colpo da virtuoso " nei confronti del
maestro di Cappella e compositore Johann Heinichen, fu licenziato insieme
a tutti gli altri cantanti italiani.
Facciamo un passo indietro per dire che nell'estate del 1719, durante una
delle sue recite al Teatro della Corte di Sassonia di Dresda, il Senesino
ebbe occasione di essere ascoltato da Georg Frederich Handel, che qui si
trovava, come era stato a Dusseldorf, per cercare cantanti italiani da
scritturare per la Royal Academy of Music di Londra, di recentissima
fondazione. Handel rimase ottimamente impressionato dal talento del
Senesino e lo scritturò con lo stipendio di 500 sterline per stagione;
questa somma aumentò fino a 1.500 ghinee e secondo F. J. Fétis (musicologo
compositore e didatta belga del 1800) a 3.000 ghinee all'anno.
Altri sostengono che il suo compenso fosse di 2.000 sterline l'anno;
qualcun altro sostiene 2.000 ghinee e/o 1.400 ghinee per stagione!
In quel periodo a Dresda erano convenuti numerosi cantanti italiani in
occasione del matrimonio dell'Elettore con l'Arciduchessa Maria Josepha
d'Austria. Infatti, oltre al Senesino, Handel ingaggiò cantanti di grido
quali Gaetano Berenstadt, il basso Giuseppe Maria Boschi, le Signore
Margherita Durastanti, la Salvai ed altri; inoltre pare che in questo
periodo sia stato ingaggiato anche il poeta e librettista italiano Paolo
Antonio Rolli, di cui abbiamo già vista la "duplice personalità": si
alternava da nemico di Handel a suo collaboratore fornendogli i libretti
per alcune opere.
In seguito alla istituzione della Royal Academy nel 1919, Handel fu
autorizzato a viaggiare nel continente per cercare cantanti per la prima
stagione; una delle istruzioni che ricevé fu "che Mr. Handel metta sotto
contratto Senesino non appena sia possibile per servire a detta Compagnia
e per tanti anni, per quanto possibile".
Senesino accettò e giunse a Londra verso la fine del settembre 1720; di
questo fatto ne parla Rolli in una sua lettera del 23 Settembre 1720 di
cui riporto un breve tratto:
"Lunedì passato arrivò il Sig. Senesino col Borselli e la Salvai: n'ebbi
la nuova il martedì in Richmond mentre pranzavo, ed immediatamente col
buon Casimiro venni alla Città. Mi consolo infinitamente di trovar questo
celebre virtuoso si ben costumato, amator delle Lettere, gentilissimo e
d'onorati sentimenti... "
Qui inizia l'amicizia fra Senesino e Rolli: non esiterà il Rolli a gettare
carbone sul fuoco nel momento immediatamente successivo alla rottura
eclatante fra Handel e Senesino: a questo proposito ci sono lettere fra il
Rolli e Senesino che testimoniano questa "alleanza".
La prima opera cantata a Londra da Francesco Bernardi fu lo ASTARTO,
dramma in tre atti di Apostolo Zeno e Pietro Pariati con musica del
compositore italiano Giovanni Battista Bononcini, eseguita al King's
Theatre Haymarket il 19 Novembre del 1720; nell'ASTARTO il Senesino
assunse il ruolo omonimo del protagonista.
A proposito di quest'opera va detto che era stata già rappresentata al
Teatro Capranica di Roma sotto la direzione dello stesso Rolli e che prima
di riandare in scena a Londra venne rifatta ed adattata ai nuovi cantanti.
L'ASTARTO fu data per trenta sere consecutive con grande affluenza di
pubblico e Senesino si affermò prepotentemente.
Dopo il suo benaccolto esordio londinese il grande cantante fu
protagonista nell'ARSACE, tragedia in tre atti di A. Salvi e musicata da
Giuseppe Maria Orlandini con nuove arie aggiunte da Filippo Amadei,
rappresentato, non si sa bene (perché le notizie sono controverse) in
Gennaio del 1721 o in Febbraio dello stesso anno. Tuttavia alla versione
originale dell'ARSACE furono aggiunte altre arie perché altrimenti il
Senesino " n'avrebbe avute quattro sole in tutto " (cioè meno degli altri
e questo non era proprio concepibilebile!).
Da ricordare che Filippo Amadei era conosciuto anche con il nome Mattei e
ribadisco che la sua rilevanza è anche da associare a ciò che accadde nel
lontano 15 Aprile 1721, ossia la prima presentazione del MUZIO SCEVOLA al
Teatro Haymarket, opera tritticamente concepita: il primo atto del MUZIO
SCEVOLA infatti era composto dal coraggioso Filippo Amadei, visto che
l'altro compositore in voga Attilio Ariosti si era rifiutato di gareggiare
apertamente con i 2 Astri del momento, Handel e Bononcini, a cui erano
affidati rispettivamente il 3° e il 2° atto.
Altra opera interpretata da Senesino come protagonista nella parte di
Giro, fu L'ODIO E L'AMORE, dramma in tre atti di Matteo Noris e musica di
Orlandini, rappresentato per la prima volta al Teatro S. Agostino di
Genova nel 1709; per la versione londinese, invece avvenuta nell'autunno
del 1721, Paolo Rolli adoperò il libretto originale.
Ben presto gli impegni canori di Senesino a Londra si intensificarono.
Fu infatti protagonista nel FLORIDANTE, anch'esso di Rolli con musica di
Handel rappresentato il 9 Dicembre del 1721; conseguendo buoni successi di
pubblico e di critica.
E' più o meno di questo periodo il seguente fatto accaduto al Senesino:
nel bel mezzo di una prova in teatro egli fu bastonato da Lord
Peterborough, poichè aveva offeso la futura moglie di costui: la famosa
cantante Anastasia Robinson.
Nel Gennaio del 1722 andò in scena il CRISPO e il 22 Febbraio la GRISELDA,
entrambe le opere hanno libretto del Rolli e musica di Bononcini. Bernardi
fu il protagonista maschile nelle due opere.
Il CRISPO fu dato per la prima volta al Teatro Capranica di Roma durante
il Carnevale del 1721 su libretto di G. Lamer. La versione inglese di
quest'opera vide, comunque, il libretto rimaneggiato dal Rolli e la musica
subì alcune varianti. Nella GRISELDA Senesino interpretava il Principe
Gualtiero.
Dopo GRISELDA, affrontò altre opere ed esattamente il 12 Gennaio 1723
OTTONE, RE DI GERMANIA, dramma serio in tre atti di N. F. Haym e musica di
Handel; Il 19 Febbraio CAIO MARZIO CORIOLANO, dramma in tre atti del
sopracitato Haym e musica di Ariosti. Dal 14 Maggio al 15 Giugno egli
interpretò il FLAVIO, RE DE'LONGOBARDI, libretto di Haym e musica di
Handel; in tali opere fu sempre protagonista.
Dopo il FLAVIO la stagione teatrale chiuse e si riaprì il 27
Novembre. E Senesino brillò come protagonista nell'opera FARNACE, dramma in
tre atti di A. M. Lucchini e musica dell'italiano Bononcini; nel gennaio del
1724 cantò nella parte di Tito l'opera IL VESPASIANO, dramma in tre atti di
Del Po' e musica di Ariosti.
Poi nel GIULIO CESARE IN EGITTO, dramma in tre atti dell'Haymarket con
musica di Handel, dato all'Haymarket il 20 Gennaio; in quest'opera Francesco
Bernardi dette il meglio di se stesso come cantante e come attore e
soprattutto nei due recitativi "Alma del gran Pompeo " e "Dall'ondoso
periglio".
A proposito di quest'opera, nel libro di M. Brenet "Haendel" si legge che "
Handel aiutato dalla Cuzzoni e dal Senesino riuscì a vincere il partito dei
sostenitori di Bononcini, dando il GIULIO CESARE, il TAMERLANO, la RODELINDA
e lo SCIPIONE".
Esiste un divertente aneddoto, lasciatoci da un testimone oculare, apparso
sulla rivista inglese "London Magazine" del Febbraio 1733, sulla
interpretazione di Bernardi dell'opera Giulio Cesare.
Dice questo giornalista:
"Quando fui l'ultima volta all'opera GIULIO CESARE, un pezzo del macchinario
si abbatté dal tetto del teatro sulla scena, proprio appena SENESINO aveva
finito di cantare queste parole:
"Cesare non seppe mai che sia timore ". Il povero eroe fu così spaventato da
tremare a verga a verga, perse la voce e si accasciò piagnucolando, facendo
sbellicare il pubblico dalle risa".
Il 18 Aprile venne rappresentata l'opera CALPURNIA di Bononcini; il libretto
di questo dramma in tre atti fu di G. Bracciolini e adattato da Haym.
Senesino diede vita al personaggio di Trebonio.
Con il Pasticcio intitolato AQUILIO CONSOLO (nel quale egli naturalmente fu
il protagonista, proprio perchè era divenuta una specie di tradizione
affidare al castrato in voga il ruolo di protagonista) si concluse la
stagione teatrale del Teatro Haymarket.
Si riaprì con l'opera di Handel TAMERLANO di cui non si sa con esattezza
quando venne rappresentato, perché sono state reperite le seguenti date
controverse: 31 Ottobre e 31 Dicembre.
L'autore di questo dramma serio in tre atti fu A. Piovene e il SENESINO fu
"Andronico".
Nella RODELINDA, REGINA DE' LONGOBARDI il cui libretto fu opera di A. Salvi,
come al solito ritoccato da Haym, il Senesino si calò nel personaggio di
Bertarido, che è l'eroe del dramma.
Nella scena terza dell'atto III v'è la nota aria: "Chi di voi fu più
infedele". Bertarido canta quest'aria in una "carcere oscurissima" e
l'abilita' del Senesino rese le parole di quest'aria straordinariamente
commoventi.
Dopo RODELINDA venne rappresentata al Teatro Haymarket l'opera DARIO.
Purtroppo non si conosce la data precisa. DARIO è una composizione di
Ariosti su libretto di A. Zeno. Francesco Bernardi oltre ad interpretare la
parte di Dario cantò nello stesso periodo anche nell'opera ELPIDIA, OVERO LI
RIVALI GENEROSI nella quale fu Olindo. ELPIDIA fu musicata, eccetto poche
arie, da Leonardo Vinci e il libretto fu di Apostolo Zeno. A questa opera
fece seguito il Pasticcio intitolato ELISA che ebbe poche rappresentazioni.
Qui il Senesino fu Sitalce.
Il 12 Marzo 1726 Handel presentò al pubblico londinese il suo melodramma
SCIPIONE che ebbe 12 repliche su libretto di P. A. Rollì. In questa opera il
Senesino, che faceva la parte di Lucejo, trascinò il pubblico ad
entusiasmanti grida di consenso, soprattutto nell'aria del Il atto:
"Parto, fuggo, resta e godi"; l'aria fu accompagnata dal solo violino.
Allo SCIPIONE seguì l'ALESSANDRO di HANDEL. Il libretto dell'ALESSANDRO
viene definito dagli storici una sorta di pasticcio informe, in cui il
protagonista, interpretato dal Bernardi, è trasformato in un personaggio non
troppo serio. Il carattere eroico si presenta, sin dalla prima scena, quando
il protagonista, dopo essere salito sul muro della città assediata, le
rivolge queste fiere parole :
"Ossidraca superba, contro l'ira del Cielo in van contrasti; Son prole del
Tonante, e tanto basti! "
Poi segue una potenza DEVASTANTE della sinfonia descrittiva del crollo delle
mura a seguito dell'assalto, sinfonia che si aggancia a questo recitativo
iniziale e con la quale si rasenta il SUBLIME MARZIALE Si narra che
Francesco Bernardi si era talmente calato nella parte di Alessandro che
metteva nella scena dell'assalto un tale impeto che durante una
rappresentazione, infilata la punta della sua spada nelle mura di cartone,
ne strappò un brandello ed entrò nella breccia senza preoccuparsi di
liberare la sua arma di quel nuovo tipo di vessillo, suscitando così
l'ilarità generale. Bhè, qualche incidente può capitare nelle
rapresentazioni!
Questo aneddoto, ricordato da Schoelcher, si trova in « The World » dell'8
Febbraio 1753, e fu raccontato da un anziano dilettante che si rallegrava
perchè il Garrick, fra gli altri miglioramenti decorativo-scenici, aveva
introdotto anche una vera cascata d'acqua. Questo sconosciuto signore
aggiunge:
"Se i bastioni fossero stati di pietra e di mattoni, un così famoso generale
(Senesino) mai avrebbe potuto forare quella matteria".
Nell'ALESSANDRO le due già citate prime donne Francesca Cuzzoni e Faustina
Bordoni cantarono ciascuna un duetto con il Senesino. La durata di
cartellone di quest'opera fu di due mesi, ma come apprendiamo dalla maggior
parte delle fonti consultate, l'ultima rappresentazione annunciata per il 7
Giugno fu sospesa per - si dice - un'improvvisa malattia del Senesino, che
annullò tutti gli impegni e si concesse un forzato e lungo periodo di
riposo, trascorso in Italia.
Prima di partire il SENESINO promise ad Handel, forse sperando in una sua
più pronta ripresa fisica, che sarebbe rientrato l'inverno successivo, prima
di Natale, in tempo per l'apertura della nuova stagione lirica; ma non fu
così, infatti il suo ritorno avvenne il 7 Gennaio del 1727.
In questo mese il musico senese cantò nell'opera dell'abate Ariosti LUCIO
VERO, IMPERATOR DI ROMA dramma in tre atti di Zeno; il 31 nell'ADMETO RE DI
TESSAGLIA di Handel su libretto di A. Aurelj. In entrambe fu protagonista.
Risulta che, nello stesso anno, il Senesino abbia cantato le seguenti opere:
- ASTIANATTE di Giovanni Bononcini, su libretto di Antonio Salvi e Senesino
fece la parte di Pirro.
- TEUZZONE, dramma in tre atti con libretto derivato da quello omonimo di A.
Zeno e musicato dal più volte citato Ariosti, che secondo Eric Blom nel suo
libro " La musica in Inghilterra " era partito da Londra nel 1725, un anno
dopo il licenziamento di Giovanni Bononcini.
Il TEUZZONE ebbe luogo il 21 Ottobre del 1727 e naturalmente Senesino fu
Teuzzone.
Poi il RICCARDO PRIMO RE DI INGHILTERRA opera di HANDEL su libretto di
Rolli, rappresentata al Regio Teatro dell'Haymarket nella seconda decade di
Novembre. In quest'opera si trova l'aria di agilita' composta appositamente
per "Senesino" che era il protagonista: ci si riferisce all'aria "All'orror
delle Procelle".
Si dice che Senesino, attorno al 1727, visitò Parigi in compagnia della
celebre Faustina Bordoni; l'anno successivo fu impegnato come protagonista
in due nuove opere di Handel.
Le nuove opere del Caro Sassone furono SIROE, RE DI PERSIA,dramma in tre
atti, libretto del Metastasio dato nel Febbraio 1728; TOLOMEO, RE DI PERSIA,
dramma in tre atti di Nicola Haym.
La prima del TOLOMEO, RE DI PERSIA avvenne il 30 Aprile del 1728. In quest'ultima
opera esiste la difficile - canzone eco - "Dite che fa" che venne eseguita
nell'occasione dal celebre soprano italiano Francesca Cuzzoni-Sandoni, con
molti dei passaggi ripetuti dietro le quinte dal Bernardi, che contribuì
notevolmente, con la sua arte, a creare un suggestivo impasto vocale.
Da varie fonti risulta che Senesino abbia cantato fino al 1° Giugno 1728 per
la Royal Academy of Music che chiuse poi i battenti a causa dei dissesti
finanziari.
I rapporti tra Handel e Bernardi, erano già incrinati da precedenti
tensioni, ebbero un sensibile peggioramento. E' bene precisare che il famoso
e definitivo alterco di cui parla lo storico della musica inglese del
settecento John Hawkins, che portò ad una rottura totale tra i due è di un
periodo successivo.
Libero dai suoi impegni artistici il Senesino ritornò in Italia, ove pare
abbia trascorso tutto il 1729 e la maggior parte del 1730.
Infatti egli ritornò a Londra nella prima settimana di ottobre dello stesso
anno. Vincendo enormi difficoltà il Teatro Haymarket riaprì le sue
rappresentazioni il 2 Dicembre 1729 con una compagnia di cantanti
completamente rinnovata, scritturati dallo stesso Handel, in uno dei suoi
viaggi in Italia.
Francesco Bernardi, come si può dedurre da alcune lettere a
lui inviate dal suo amico Paolo Rolli, rimase per lungo tempo a Venezia,
ove pare che si fosse recato insieme alla Bordoni e suo marito Hasse.
Durante il suddetto viaggio di Handel in Italia il compositore contattò
Senesino per scritturarlo, ma venne accolto da costui con freddezza - come
erano difficili i rapporti con le stars del tempo!
Handel se ne lamentò, ma non si arrese finché non riuscì a riconciliarsi
con lui. Gli promise pure che sarebbe venuto a trovarlo a Siena.
Senesino fu scritturato per Handel da Francis Colman, inviato
straordinario di S.M. Britannica a Firenze, coadiuvato da Owen Swiney,
Lord Boyne e Mr. Walpole. La cifra per l'ingaggio del Bernardi fu di 1400
ghinee.
Riprendendo la sua attività artistica a Londra il Senesino cantò in
numerose opere; con certezza possiamo dire che egli si esibì durante il
1731 nelle seguenti opere di Handel:
PORO, dramma in tre atti di Metastasio dal titolo originale "Alessandro",
che riscosse un grande successo; RINALDO nuova versione e nuovamente
impersonando Bertarido nella RODELINDA.
Il 15 Gennaio del 1732 troviamo il Bernardi protagonista nello EZIO opera
nuova di Handel, su testo di P. Metastasio.
Poi nel melodramma SOSARME RE DI MEDIA, con libretto di M. Noris e musica
di Handel, dato all'Haymarket il 19 Febbraio del 1732.
Dopo la ripresa del CAJO MARZIO CORIOLANO e del FLAVIO fu dato il LUCIO
PAPIRIO DITTORE in cui il Bernardi impersonò la figura di Q. Fabio.
Nel Maggio del 1732 fu impegnato con il primo oratorio scritto da Handel,
l' ESTHER, che fu eseguito prima privatamente in occasione del compleanno
del compositore e poi pubblicamente a teatro; l'ESTHER a quei tempi venne
descritto come uno spettacolo nuovo, rappresentato al Teatro dell'Opera.
Dopo il suddetto oratorio, il Bernardi si presume che cantò il 10 o 20
Giugno del '32 (non vi sono notizie discordanti in merito) in una nuova
stravagante versione italiana dell'oratorio profano (o "masque" come viene
definito nell'enciclopedia della musica Garzanti) ACIS AND GALATHEA: in
questa versione furono introdotte, per l'occasione, un certo numero di
arie e tre cori tratti da una precedente serenata napoletana dello stesso
autore; la nuova versione fu cantata parte in inglese e parte in italiano.
Risulta che Senesino poi cantò per Handel ancora due volte: prima nel
dramma in tre atri ORLANDO FURIOSO su testo di G. Braccioli (dato al
Teatro londinese del Covent-Garden. La data precisa non si conosce; i
testi consultati riportano date controverse: 27 Novembre 1732 e 27 Gennaio
1733) poi, nella stessa stagione teatrale in DEBORAH, oratorio in tre atti
presentato al pubblico dell'Haymarket come un'opera.
Dopodiché Senesino, nel Giugno del 1733, ruppe definitivamente con Handel,
a causa di quei dissapori di vecchia data dovuti un po' ai rispettivi
caratteri forti dei due artisti e un po' all'ambiente in cui si trovavano
ad operare e a vivere quotidianamente. A parte ciò pare che l'alterco
finale sia stato determinato dal fatto che Handel abbia composto la parte
di "Zoroastro" in ORLANDO, bella quanto quella del Senesino che era
protagonista.
Altre fonti dicono che la rottura fosse da ricondurre al fatto che
Senesino si rifiutava di cantare gli oratori, e di conseguenza Handel
lo licenziò.
Comunque l'infaticabile cantante fu immediatamente scritturato al Lincoln's
Inn Field » di Londra, che era il teatro istituito dagli oppositori di
Handel e diretto dal già citato Johan Adolph Hasse e da Nicola Antonio
Porpora.
Lo storiografo della musica inglese Charles Burney ci riferisce a questo
proposito che:
"I nobili e la piccola nobiltà aprirono una sottoscrizione per l'opera
italiana al inn Field di Lincoln invitando là Porpora a condurre, ad
assumere il « Senesino », la Cuzzoni, il Montagnana, la Segatti, la
Bertalli e Farinelli, affinché facessero le loro rappresentazioni".
Stando a quanto viene riportato in alcuni dei testi consultati, deve dire
che fu proprio SENESINO seguito dalla Cuzzoni e dal Montagnana, a darsi da
fare affinché si fondasse l' "Opera of the Nobility", che contò tra i suoi
sostenitori Federico, Principe di Galles, figlio del Re e molti
aristocratici) in contrapposizione alla compagnia di Handel protetta dal
Re.
La prima opera che fu rappresentata nel nuovo teatro fu l' ARIANNA IN NAXO,
29-XII-1733 (Ariadne in Naxus) con parole di P. A. Rolli e musica di
Porpora, dove Senesino fece la parte di Teseo (oggi è possibile reperire
questa opera tramite la casa editrice BONGIOVANNI, in 2 cd, con cantanti a
dire il vero mediocri, ma una incisione tale da far intravedere il genio
di Porpora).
Nel Carnevale del 1734 venne dato il melodramma in due atti FERNANDO, dove
fu protagonista, musica di Carlo Arrigoni su testo del senese Girolamo
Gigli e di Rolli.
Senesino poi cantò:
- ENEA NEL LAZIO, melodramma di Rolli con musica di Porpora.
- ARTASERSE, libretto di Metastasio e musica composta in parte da Hasse,
da Riccardo Broschi, (fratello di Farinelli, il cui vero nome era Carlo
Broschi) in parte da vari autori. L'ARTASERSE (la cui concezione formale è
quella del Pasticcio) fu rappresentata il 29 Ottobre del 1734 al Teatro
Haymarket, nuova sede della compagnia di Porpora, lasciata libera da
Handel che si era trasferito al Covent-Garden. ARTASERSE vide sulla scena
insieme *SENESINO E FARINELLI*: pare, stando a quanto dice Gino Monaldi
nel suo libro Cantanti evirati celebri nei secoli XVII e XVIII, che i due
musici desiderassero ardentemente di ascoltarsi scambievolmente e non vi
erano mai riusciti per i loro rispettivi impegni artistici. Durante la
prima di ARTASERSE accadde il celeberrimo episodio riportato da Burney nel
suo « Viaggio musicale in Italia »:
"Senesino doveva fare la parte di un tiranno furioso, e Farinelli quella
dell'eroe sventurato, stretto dalle catene. Durante la prima aria,
Farinelli addolcisce talmente il cuore del duro Tiranno, (con la dolcezza
e soavità del suo canto) che Senesino dimentica di esserlo, si precipita
su di lui e l'abbraccia e lo bacia!"
Anche il già citato John Hawkins ci parla del fatto:
"Il mondo non ha mai visto sul medesimo palcoscenico due cantanti del
calibro di Senesino e Farinelli; il primo era un attore appropriato e
seducente e, secondo l'opinione di ottimi giudici, era superiore a
Farinelli per quanto riguardava il timbro della voce, ma il secondo aveva
tali doti in altri campi che pochi esitavano a proclamano il più grande
cantante del mondo..".
Risulta che tra i due cantanti corsero sempre ottimi rapporti di amicizia.
All'incirca nello stesso periodo il *Gentleman's Magazine* ci fornisce una
notizia riguardante Senesino:
" ..cosi invadenti sono gli italiani e così pieni di pregiudizi gli
inglesi nei riguardi del proprio paese, che i nostri cantanti sono esclusi
perfino dai concerti; Bertolli canta al Castello e Senesino allo Swan; lo
si dica a vergogna di entrambi, che, non contenti dei giganteschi salari
del teatro d'opera, si abbassano al punto di farsi scritturare per
esibirsi nei Clubs! »
Il 1° Gennaio 1735 andò in scena l'opera di Porpora POLIFEMO su libretto
di Rolli. Il Bernardi fece la parte di Ulisse.
Poi nella primavera dello stesso anno fu rappresentata l'ISSIPILE, dramma
in tre atti di Metastasio, ridotto da Angelo Cori e musica di Pietro
Giuseppe Sandoni, in cui il Bernardi interpretò Ulisse.
Segue l'IFIGENIA IN AULIDE musica di Porpora e libretto di Paolo Rolli.
Senesino fu Agamennone.
Dopo l'IFIGENIA, fu ridato il POLIFEMO, cui seguì l'ADRIANO IN SIRIA del
Metastasio, ridotto dal Cori e musicato da Francesco Maria Veracini.
Il cantante senese fu sempre protagonista; e lo fu anche nelle ultime
opere che cantò per il teatro di Porpora: il MITRIDATE del suddetto
compositore, rappresentata nel 1736 e l'ONORIO, di cui non si conosce né
l'autore del libretto né della musica, dato il 13 Aprile. Molte delle
opere citate nel periodo londinese ebbero varie repliche.
Non sappiamo con precisione quando sia rientrato in Italia perché alcune
fonti riportano il 1736 ed altre il 1737.
Quando partì da Londra fu scritta per lui una lunga e satirica poesia da
cantarsi, dal titolo « The Ladies Lamentation for the Loss of Senesino »
preceduta da una caricatura palesemente allusiva alla ricchezza del
cantante, al fascino da lui esercitato sulle donne inglesi e sulla
nobiltà.
Nel corso della sua lunga attività a Londra il Bernardi riuscì ad
accumulare un capitale di 15.000 sterline.
A parte ciò risulta che in patria Senesino non rimase inattivo; infatti
nel carnevale del '37-'38 cantò al Teatro degli Immobili, in via della
"Pergola" a Firenze in due opere, ed esattamente nella OLIMPIADE di
Leonardo Leo e nell'ORMISDA di Antonio Caldara. In seguito fu anche a
Napoli, ma non possiamo dire con esattezza quando ciò sia avvenuto, perché
i testi consultati riportano le seguenti date controverse.
Stagione Teatrale di Carnevale 1738-'39. Autunno 1739. Stagione Teatrale
di Carnevale 1739-'40.
Comunque il Senesino fu scritturato dal S. Carlo con una paga di 800
dobloni.
Delle recite napoletane del Bernardi ci parla Charles de Brosses:
« Il celebre Senesino faceva la prima parte (nella PARTENOPE di Sarro); io
rimasi incantato dal gusto del suo canto e dalla sua azione scenica.
Contemporaneamente mi accorsi con stupore che le genti del paese non erano
ugualmente soddisfatti. Si lamentavano che Egli cantasse con uno stile
antico. Ciò dimostra che i gusti della Musica cambiano qui almeno ogni
dieci anni ».
Il già citato Pironti nel suo articolo sul Bernardi afferma che però il
cantante ebbe successo anche a Napoli.
Ritornato a Firenze (1739) tenne un concerto a Palazzo Pitti, per la
Granduchessa di Toscana, Arciduchessa di Austria Maria Teresa (prossima a
diventare imperatrice) e con la quale eseguì un duetto molto applaudito.
Nello stesso periodo tornò ad esibirsi nel già citato Teatro alla «
Pergola » nell'ARIANNA E TESEO di Porpora e nell'ARSACE di Geminiano
Giacomelli (o Jacomelli). Nel già citato testo di Heriot si trova scritto
che egli cantò a Firenze, in quel periodo, in due opere di Giuseppe Maria
Orlandini ed esattamente ARIANNA e ARSACE.
Heriot però non precisa dove queste opere furono rappresentate. Nel
Dizionario Universale delle Opere Melodrammatiche del Manferrari si rileva
che l'opera ARIANNA fu data al Teatro della « Pergola ». Si ritiene che
queste siano state le ultime apparizioni in pubblico del Senesino ».
Nel 1750 il Bernardi viveva ancora e si trovava a Roma, come risulta da
una sua lettera datata 26 Dicembre 1750 che egli inviò a suo nipote
Giuseppe Bernardi a Siena. In questa missiva il cantante, tra l'altro,
ringrazia la consorte del nipote, perché si era occupata dell'andamento
della sua casa durante la sua assenza.
Inoltre risulta che un anonimo redattore delle « Novelle letterarie
pubblicate in Firenze l'anno 1757 » (torno XVIII, 18 Marzo 1757, n. 11,
colì. 175. s.) scriveva annunciando un volume di « Tragedie di diversi
Autori, ridotte ad uso del Teatro Italiano da Oresbio Agieo P.A. e dal
medesimo dedicate al Sig. Francesco Bernardi, detto il Senesino ».
(tomo I, In Siena l'anno 1756, Per Francesco Rossi Stampatore).
"Francesco Bernardi... è molto bravo Musico, avendolo sentito ancora io e
merita veramente gran lode".
Dunque probabilmente il Senesino doveva essere ancora in vita verso il
1756-57...
Il grande Francesco Bernardi fondava il suo modo di cantare sulla
semplicità, sulla purezza e sulla espressione che grazie alle sue
possibilità vocali sapeva rendere in modo ineguagliabile.
Egli, secondo quanto ci riferisce il flautista, compositore e teorico
della musica Johann Joachim Quantz che ebbe modo di ascoltarlo a Dresda
nel 1719:
«Aveva una voce da contralto, potente, chiara, uniforme e dolce, con
un'intonazione perfetta e una vibrazione eccellente (trillo). La sua
maniera di cantare era straordinaria e la dizione senza pari. Sebbene non
sovraccaricasse gli adagio con troppi virtuosismi, tuttavia eseguiva i
toni originali ed essenziali con la massima raffinatezza. Cantava gli
allegro con grande ardore ed emetteva rapide vibrazioni di petto in
maniera chiara e piacevole. L'interpretazione era naturale e nobile. A
queste doti univa un portamento maestoso».
E ancora «aveva un bel trillo... Nella dizione non aveva rivali. Non
sovraccaricava mai troppo l'adagio con ornamenti arbitrari. Per contro,
emetteva le note essenziali con la più grande finezza. Cantava l'allegro
con molto fuoco, faceva rapidi gorgheggi di petto in modo articolato e
piacevole. Il suo contegno si adattava bene alla scena, e il suo modo di
muoversi era nobile e naturale al tempo stesso. A queste qualità univa una
Figura maestosa, sebbene il suo aspetto e il suo comportamento si
addicessero meglio alla parte di un eroe che non a quella di un amante»
Si noti la somiglianza, al limite del plagio, di questa testimonianza con
quella che fornisce il Burney:
"Francesco Bernardi, detto il Senesino, aveva una dolce voce da contralto,
potente, chiara ed uguale, perfettamente intonata ed ottima negli
abbellimenti.
Il suo stile era perfetto e la dizione insuperabile; non appesantiva gli
adagio con troppe fioriture ma emetteva le note essenziali della melodia
con la massima purezza.
Cantava gli allegro con grande vivacità ed eseguiva trilli di petto,
articolandoli in modo gradevole. Il suo fisico era adatto al palcoscenico,
e si muoveva in modo naturale e nobile; inoltre aveva una figura veramente
maestosa, più portata però ad impersonare un eroe che un amante."
Inoltre si deve dire che il Bernardi fu uno tra i primi cantanti ad usare
le « Arie di baule »; queste musiche erano dette così perché il virtuoso
settecentesco le portava sempre con sé, nei suoi bagagli appunto. Il
carattere di queste arie permetteva al cantante di sfoggiare tutta la
abilità tecnica di cui era capace e venivano introdotte invariabilmente in
tutte le opere, qualunque fosse il loro carattere (come da « Il canto
artistico » di Cocchi).
Bernardi fu quello destinato, come sostiene Celletti, a rinforzare la
tradizione "del contralto haendeliano eroico ed innamorato.... Possedeva
una voce con un timbro bello, poderoso e flessibile. Più che per la sua
velocità vocale e il canto acrobatico, emergeva per lo stile nobile e
patetico; l'interpretazione che dava in scena, unita alla sua gran statura
fisica, facevano di lui un interprete "aulico".
Non conosciamo la data precisa della sua morte e per quanto riguarda il
luogo del decesso esiste una certa controversia: certi testi lo vogliono
morto a Firenze ed altri a Siena.
Aneddoti
su Senesino
Senesino
in
Muzio Scevola
Ritratti e immagini
A cura di Arsace