Senesino restò con l’Accademia sino alla
sua fine nel 1728 interpretando le parti principali di tutte le opere di
Bononcini,
Ariosti e, soprattutto, di Handel, anche se le loro
interrelazioni erano sempre molto tese. Andando ad analizzare i rapporti
fra i due, non si può non denunciare che il guaio principale fu causato:
1 - dalla rivalità delle primedonne, la Cuzzoni e la Faustina – che come
sappiamo arrivarono a prendersi addirittura a schiaffi sul palcoscenico
durante una rappresentazione dell’ASTIANATTE di Bononcini;
2 - dalle fazioni del pubblico che mettevano una donna contro l’altra e
Handel in opposizione a Bononcini, in gran parte per motivi politici.
Handel era il candidato dei Tory e Bononcini il favorito dei Whig.
Senesino fu, in questo periodo, mandato in permesso in Italia per curarsi
da una malattia, e il poeta
Rolli gli scrisse accludendo un commento satirico della situazione, in
versi:
I concerti di città
si preparano a gran fatti
gabbia amplissima di matti
e la musica si fa.
Londra è già divisa tutta,
i partiti non han freno
chi vorrà il mercato a fieno
chi ‘l mercato delle frutta.
Aman qui le contenzioni
come i lor campestri balli
non sarà però di galli
ma battaglia di capponi.
Al che Senesino, che non mancava di spirito, rispose:
Farinello è un gran campione
della musica moderna,
e con spada e con lanterna
può venire alla tenzone.
Nell’antica ha merto equale
perché brava educazione
nella prima sua lezione
gli diè il Porpora immortale.
Tutto ciò si riferisce a un progetto avanzato in quel periodo di portare
in Inghilterra anche Farinelli e di fornire così ai londinesi lo
spettacolo della lotta fra due castrati rivali, che prometteva di essere
anche più violenta di quella fra la Cuzzoni e la Faustina. Ma il piano
fallì e quando alla fine Farinelli giunse in Inghilterra cantò per gli
oppositori di Handel.
L'amicizia
con Rolli
Il grande cantante senese fu molto amico del
poeta Paolo Antonio Rolli, (che era animato da rancore verso il Caro
Sassone, tanto da chiamarlo *il Malonesto Barbaro* e *l'Uomo*, e che
probabilmente vide in Senesino un alleato contro Handel). Tra i due vi fu un
nutrito carteggio epistolare e le lettere del Rolli che ci sono pervenute,
contengono pettegolezzi a carico di personaggi dell'ambiente lirico
dell'epoca; tra queste ne riporto una con relativa risposta del Senesino,
entrambe in versi. Da esse emergono chiare allusioni alla menomazione fisica
del cantante.
A Siena Francesco Bernardi si fece costruire una bellissima abitazione,
tutt'ora esistente, di fronte ai giardini della Lizza e nella sua città
visse sontuosamente.
G. A. Pecci nella sua "Relazione delle cose più notabili della città di
Siena", dice a questo proposito: " ...l'ha fatto costruire e l'ha addobbato
con mobilia di gran costo, sul gusto inglese, onde non passano forestieri
per questa città che non vadino a considerano".
Da un'altra guida settecentesca di Siena, opera del sacerdote Giovacchino
Faluschi apprendiamo che il suddetto palazzo fu costruito circa l'anno 1720
con due diverse facciate: una di gusto più originale verso i giardini della
Lizza e una in via Montanini su una casa del nobile Alessandro Perfetti
acquistata dal cantante e mecenate dei musicisti Francesco Bernardi.
Lettere a Senesino
Lettere di Paolo Rolli a Senesino,
che era ritornato in Italia,
nelle quali lo informa delle grandi manovre di Heidegger
e Handel per la ricostruzione della Royal Academy of Music.
Si allude all'intento
(che non si realizzò) di chiamare a Londra il Farinelli, che cantava allora al teatro S.
Giovanni Grisostomo di Venezia. Nel
gennaio del 1729, Rolli scriveva:
“Heidegger tornò
indietro dicendo di non essere riuscito a trovare cantanti in Italia e
protestando che non avrebbe intrapreso nulla senza le due signore,
parlando solo di loro e proponendo Farinelli... ma Handel non venne
ipnotizzato dalla musica di un simile flauto. Egli mostrò l’abilità del
rivale (si ritiene ci si riferisca a Heidegger, sebbene Handel e lui
fossero in realtà soci), l’inutilità e l’aspetto ridicolo del suo viaggio,
e la sua preoccupazione del solo guadagno; diceva che c'era bisogno di
varietà e che si sarebbe dovuto adottare il vecchio sistema di cambiare i
cantanti... Faustina non è desiderata; sembra che anche voi siate
desiderato fino ad un certo punto; essi vogliono Farinelli e la Cuzzoni,
se questa non rimane più a Vienna... Propongono 4.000 sterline in tutto
per i cantanti, di cui due a 1.000 sterline a testa, più uno spettacolo di
beneficiata...”
E ancora:
«
Londra, il 7 di febbraio 1729.
Carissimo Amico,
Avrete già ricevuto una mia ch'io mandai a Firenze perchè vi fusse mandata Venezia: e supponendola pervenutavi, vado continuandovi 'n
questa le notizie musicali.
Il nuovo sistema Handeleidegriano piglia piede. Si fece Adunanza generale, ove se ne parlò.
Pochi furono gli Adunati, e di quelli sei o sette sottoscrissero solamente, altri non rifiutarono, altri fecero istanza di notificar
loro prima i cantanti. Si spacciò la Volontà Regale, e si disse che l'Handel partirebbe in breve per Italia in cerca di cantanti. Per
consenso unanime fu concesso l'uso degli abiti e scene dell'Accademia per cinque anni ai due Progettisti. Oggi appunto l'Handel parte e
dieci giorni fa l'Haym mandò lettere circolari in Italia per annunciare ai Virtuosi e Virtuose questo nuovo Progetto, e la venuta
dell'Handel.
Il Farinello è di primo predicamento; e tanto più quando da poco fa sono venute lettere da Venezia, e particolarmente a questo Residente
Vignola, che il teatro dove il Farinello recita à tutto il concorso, e quello dove voi e la Faustina siete è quasi vuoto. La dichiarazione
di questo Re circa le due Virtuose è certamente stata questa: che se la Cuzzona e la Faustina ritornassero, egli contribuirebbe quello
ch'avea promesso: se la Cuzzona sola tornasse, egli contribuirebbe lo stesso:
ma se la sola Faustina tornasse, egli non contribuirebbe niente. Se la Cuzzona torni o no, è incertissimo. Mancano lettere di Vienna per
arresto di Poste; ma le intelligenze ultime parlavano di regali e non di servizio: non dimeno siccome la mira di Colei è il servizio,
potrebb'essere che le riuscisse, avendo ella già piaciuto e disponendosi a contentarsi d'un mediocre certo e continuo più
volentieri che d'un incerto più lucroso. Ma la Faustina avrà notizie più fresche da Vienna, e dalla sua carissima Imperatrice che tanto e
poi tanto l'amava.
L'intenzione del novo Progetto è di aver tutto nuovo. Il caro Hendelino e per esperienza d'effetti, e per far corte a chi deve,
destesta la Promotrice del Siroe. Io sempre sono stato, siccome sarò, gravissimo seco, nè gli ho dato buon viaggio; ma, giorni sono, il
Goupy venne a far visita al mio fratello, interrogandolo circa la gita dell'Handel e del nuovo sistema, per sentire i nostri
sentimenti: le risposte furono d'approvazione. Egli disse ancora che la Faustina era stata cagione dei dissapori fra me e l'amico: al che
fu risposto con noncuranza e risentimento. Egli detestava la signora, e diceva che il tutto sarà nuovo; dicendo ancora che l'Amico odiava
la Cuzzona ancora. Riva è inferocito, perchè vede il Bononcini escluso dall'orgoglio proprio e dall'orgoglio del Capo Compositore,
dal quale dovrà dipendere ogni altro. Dice che la Cuzzona à mandato ordine al Franceschino pittore, che ritorna in Italia, di portar seco
le di lei figlie, onde così minaccia la nazione della ruinosa mancanza di Madama e del Colonnello.
Le nuove che posso vi do, e spero che le amiate, altrimenti non le manderei. Le nuove ch'io desidero di costà sono quelle della vostra
salute e della salute di Gaetano e sua famiglia. In quanto alle altre musicali italiche, non me ne curo; e il vostro Siciliano non
m'importa molto, perché certamente entra nel Salmo dell'Universa Pecora. Ma pure se si volesse ammorbidire, io l'amerò, se Voi
l'amerete, perché amerò sempre voi e tutto quel che voi amate.
Addio, Senesino caro.
Giovanni v'abbraccia.
»
Tuttavia quando nel 1729 lo
stesso Handel si recò in Italia, non scritturò Senesino se non dopo aver
cercato Bernacchi e non averlo trovato.
Senesino
e Heinichen
Il
Senesino fu elogiato al limite della venerazione da Paolo Rolli, oltre che
dal pubblico Europeo, dal momento che partecipava in diverse opere teatrali
in giro per L'Europa, tuttavia non doveva avere un carattere troppo facile:
infatti il senese cantore tenne testa ad Handel, col quale ruppe rudemente,
ricevendo naturalmente "pan per focaccia", ma in più si schierò con l'Opera
della Nobiltà. Sorprende però il fatto che il Senesino litigò anche con un
altro compositore Barocco Johann David Heinichen: Quantz stesso ci informa
che l'opera di Dresda, composta da altre "star" di minore importanza,
come: il contralto Vittoria Tesi (nel suo salotto era scoppiata la lotta
duello di Caffarelli); Matteo Berselli (che aveva una voce da soprano
sottile ed acuta talmente estesa da raggiungere il do+ basso ed il fa
altissimo con sorprendente naturalezza, e questa sua facoltà avvinceva gli
spettatori ancor più della sua arte. Negli adagio rivelava scarsa
sensibilità e negli allegro scansava le difficoltà: il suo aspetto era tutt'altro
che gradevole e la sua recitazione era del tutto priva di valore); Santa
Stella Lotti, la moglie di Antonio Lotti, con voce da soprano piena e
potente perfettamente intonata ed eseguiva bene gli abbellimenti: emetteva
le note alte con grande facilità ed eccelleva specialmente negli adagio:
pare che da lei Quantz apprese quello che i maestri sono soleti a definire
"il tempo rubato": sulla scena il suo atteggiamento era dignitoso,
insuperabile come era sia come attrice nei ruoli nobili.
Quantz dicevo, informa che l'opera di Dresda si sciolse (anche) in seguito
di una lite tra Heinichen, il maestro di cappella del re di Polonia, e
Senesino. La domanda nasce spontanea: cosa successe a Dresda fra Senesino e
Heinichen? Ebbene, durante le prove dell'opera FLAVIO CRISPO di Heinichen,
Francesco Bernardi, in arte Senesino, attaccò ad insultare il compositore
accusandolo di non sapere scrivere arie in italiano. La lite si gonfiò
sempre più degenerando, tanto che che Senesino arrivò a scagliare la
partitura dell'aria incriminata, oggetto di tali dispute, in faccia ad
Heinichen. Questo increscioso avvenimento arrivò alle orecchie dell'Elettore
Federico Augusto I, che reagì sospendendo l'attività del teatro. Si può
ragionevolmente supporre che, poichè era stato ardentemente richiesto da
Handel per la sua compagnia londinese, Senesino usò Heinichen come capro
espiatorio con l'obiettivo di liberarsi rapidamente degli impegni presso la
corte di Dresda. E infatti troveremo Senesino in Inghilterra nello stesso
anno (1719).
Impressioni di Charles de Brosses
Charles de Brosses udì il Senesino a Napoli, in una delle
riprese dell'opera PARTENOPE di
Domenico Sarro, che era stata rappresentata
la prima volta nel 1722:
"La musica di Sarri, compositore abile, ma arido e triste, non era granchè,
ma in compenso fu eseguita perfettamente. Il celebre cantante Senesino era
il protagonista; restai affascinato dal buongusto del suo canto e della sua
recitazione. Mi accorsi tuttavia con un certo stupore che la gente del luogo
non era molto soddisfatta. Si lagnavano infatti che cantasse in stile
antico.
Bisogna spiegare che il gusto musicale qui cambia almeno ogni dieci anni."
Impressioni di Walpole
Horace Walpole, riferisce che ebbe modo di incontrare
Senesino, nei pressi e nelle circostanze dei paesaggi bucolici che
attoriniano Siena.
Nella lettera del 1740, il romanziere Walpole fu coinvolto nel rovesciamento
della sua carrozza sopra un cavallo, schiacciandolo, e pare allora che
Senesino si avvicinò in una carrozza avvolto in un mantello rosso fregiato
di un bel cappello nero in testa. Lo prendemmo per una veccia signora
grassa, ma parlò a gola stretta con voce acuta e stridula e si presentò come
Senesino.
Armonie familiari
Senesino era figlio di un barbiere che ebbe anche altri due
figli, di cui uno Gaetano era stato tenuto integro per proseguire la
famiglia, l’altro Giancarlo fu anche lui castrato.
Una volta raggiunto il successo manteneva tutta
la famiglia che era povera; lui elargiva 1 lira al giorno per 8 persone:
aveva inizialmente trovato lavoro per tutti i suoi parenti nella sua tenuta
di campagna (come contadini e servitori) e nella sua amministrazione
patrimoniale: si dice di lui che fosse pignolo in una maniera assurda. In
questa ottica teneva registri su registri di cose possedute, annotava il
loro valore e tutti gli spostamenti di denaro da lui effettuati,
inventariava tutto ciò che possedeva.
Nei suoi principi: l'intero patrimonio doveva
restare intatto, niente doveva essere venduto, ma trasmesso al figlio
maschio Giuseppe, figlio primogenito di suo fratello Gaetano, quindi suo
nipote che inizialmente adorava tanto da indurlo a dichiarare pubblicamente
di esibirsi in suo onore. Esiste un iniziale documento del 1746 attestante
il passaggio dell'eredità a Giuseppe, ma successivamente questo documento fu
poi cambiato. Questo è dovuto ad un persistere di cattivi rapporti con i
suoi familiari: infatti poichè vivevano tutti alle sue spalle, Senesino si
permetteva ogni tipo di crudeltà, ricevendo in cambio odio e maldicenza,
sbeffeggiature plateali e pubbliche che indussero il musico pian piano al
completo isolamento in special modo dai suoi familiari. Dal canto suo
Senesino fu famoso per gli eccessi isterici, ripicche, gelosie e dispetti.
Ciò che lui diceva dei nipoti: "sono buoni solo
a chiedere soldi": allora iniziò ad allontanarli ad uno ad uno dalla sua
tavola, finendo alla fine a pranzare in completa solitudine. Anche il legame
stretto che aveva con il suo prediletto nipote Giuseppe, che per lui
Senesino aveva voluto il matrimonio con Anna Vaselli, nipote di Violante di
Baviera, finì col disintegrarsi: infatti Giuseppe, crescendo, iniziò a farsi
beffe dello zio, anche con i suoi amici: in sostanza il nipote amato passa
dall'essere mite e pacato ad arrogante ed irrispettoso, e vi sono dei
carteggi che attestano questo mutato atteggiamento.
Questo comportò la trasformazione dei
sentimenti di Senesino, che giunse persino ad odiare ferocemente il nipote
scellerato. Lo castigò facendolo passare dalla condizione di unico suo erede
designato a completamente diseredato. Tutti i parenti finiscono per essere
diseredati, e si rivelò terribile con loro fino alla sua morte. Nell'ultimo
periodo si arriva ad una sorta di delirio persecutorio verso i parenti. Si
ricava da una lettera di sua nipote: "con ogni genere di persona, in tutto
il mondo, ha contratto inimicizia".
Fece addirittura andare in malora la sua tenuta
di campagna perché il nipote Giuseppe fosse costretto ad investire i suoi
miseri risparmi in questa.
Tutto il patrimonio del Senesino alla fine
l'eredità finisce nelle mani delle due sorelle di Giuseppe, Luigia e
Dulcheria che ricevettero argento, gioielli, quadri etc….. Tra i suoi beni
erano citati negli inventari: 3 testamenti, diarii, 2 quadri (ritratti) uno
donato dal duca di Kent, dizionari, libri di storia e letteratura. Tutto è
sparito, forse distrutto dai parenti stessi che fecero di tutto per
eliminarne ogni traccia.
(Dati ed
appunti evidenziati in occasione del Convegno tenuto sul Senesino a Siena i
giorni 8,9 e 10 Novembre 2002, ad integrazione della biografia in questo
sito esposta, grazie alla cortesia di Cleopatra).
A cura di Arsace