SOLOMON inizia con una bella Ouverture, che si presenta con un primo movimento in un accademico Maestoso, prosegue su un Allegro fugato, uno dei più interessanti ed impegnativi scritti da Handel, e su un ben congegnato Allegro su tempo di "danza".

Ouverture

 

Poi l'oratorio apre le sue porte ad una scena piena di gioia, che immancabilmente Handel riesce a rendere estremamente suggestiva ed interessante: si tratta del  coro Your harps and cymbals sound: è un coro dove il Caro Sassone mostra la sua arte di Kantor, di cui aveva già piena padronanza nella sua infanzia, facendo ascoltare qui una struttura simile al Kantus firmus di dimensioni imponenti, assolutamente avulsa tuttavia dal rigore soleto di questo stile: si sfoggia una solennità pietrificante grazie a questo stile, perfetta per la circostanze descritte dal coro. Il cantus firmus è in parte basato su delle unità di carattere e di forme contrastanti: Handel prende la seconda frase del tema principale ("to great Jehovah praise"), allunga la seconda e terza nota fino ad una piena battuta e le assegna ad intervalli irregolari ad ognuna delle voci ad ogni turno, mentre le altre vi aggiungono un contrappunto giubilante e l'orchestra i suoi ornamenti personali.

Your harps and cymbals sound

Praise ye the Lord

Il coro successivo, With pious heart, and holy tongue, ha un impatto ancora più grandioso, se possibile. Su un accompagnamento uniforme e pulsante degli archi in ottavi, il semplice declamato corale per minime crea la sensazione di un grande inno. E' un coro sorretto da straordinari passaggi modulanti che vanno dal do minore al re maggiore, e da un accompagnamento a blocchi (accordi lunghi che pare chiudano il tempo grave). Ma il coro poi riserva un brusco cambiamento: l'aura eterea dei primi minuti, viene interrotta da una seconda parte polifonica, con presenza di passaggi antifonali. Il pezzo ha qualcosa di insistente: "Tis distant nations catch the song", viene ripetuto ostinatamente, e si conclude omofonicamente alle parole "and glow with holy flame".  Il Fugato del coro presenta un Handel attento al testo che doveva mettere in musica, infatti tradusse il senso del testo "che le nazioni lontane ascoltino il nostro canto" variando costantemente le entrate ( ce ne sono circa 10 in successione), allo scopo preciso di rappresentare un numero infinito di voci e di nazioni in attesa di ricevere il messaggio.

With pious heart, and holy tongue

Appare il Re, che entra in scena singolarmente attraverso un accompagnato di straordinaria bellezza, Almighty pow'r, con un tipo di accompagnamento che mostra tutta la raffinatezza nell'arte strumentale di Handel: egli infatti divise le viole ottenendo un insieme di archi a cinque parti, con l'aggiunta di 2 fagotti obbligati: le figurazioni discendenti di questi ultimi, rendono la scena del sopraggiungere nella vicenda del Re molto operistica.

Almighty pow'r, who rul'st the earth and skies

L'aria Sacred raptures cheer my breast, che segue questa efficace entrata, cantata da Zadok, è un pezzo classico e lungo, che mira a rappresentare la loquacità di questo personaggio illustre: tuttavia la melodia suggerisce, con un accompagnamento a tempo di marcia, un intento quasi ironico. L'elemento concertante è mescolato abilmente alla linea vocale. Pare che Handel fosse annoiato però dalla figura del sommo sacerdote, secondo alcuni studiosi, e per questo gli attribuì una sola aria in tutto l'oratorio. 

Sacred raptures cheer my breast

Il coro successivo, Throughout the land Jehovah's praise record, è un altro gioiello, una meraviglia: si tratta di una fuga, poi non lo è più, poichè nessun manuale ne contiene una simile: inizia a quattro voci, si estende sino ad otto, e la polifonia da mottetto si dirama in maestosi accordi, che rappresentano al massimo una impressionante potenza.

Throughout the land Jehovah's praise record

Il tono ricambia nell'aria del Re Solomon What though I trace each herb and flow'r, che fa da apertura alla serie dei pezzi naturalistici dell'oratorio. Il tema è molto incisivo, glia arpeggi dei violini si intrecciano con grazia, ed evocano così la tranquillità dei paesaggi agresti.E' una vera aria di natura, che richiama la classica concezione del da capo. Questa scena panteistica, infastidì tutti i sostenitori di un SOLOMON di carattere religioso, ma di certo meno dalle scene seguenti tutte dedicate all'amoreggiamento con la Regina.

What though I trace each herb and flow'r

"Benedetto sia il giorno in cui i miei occhi mirarono per la prima volta il più saggio dei saggi": con queste parole la Regina entra in scena; e continua: "Benedetto il giorno in cui fui fatta salire nel talamo nuziale": certo che queste parole non poterono non imbarazzare i vittoriani, parole pronunciate, o meglio cantate dentro un oratorio "sacro". 

Non finisce qui: La Regina passa ai superlativi, con tono disinibito, con "benedetto il giorno in cui egli giacque nel mio petto": qui scattò la censura, i romantici operarono delle morigerate revisioni: quando mai il sesso, seppure dentro la sacralità del matrimonio, potrebbe esser citato dentro un oratorio sacro? eppure secondo studiosi lontani dai danni degli operatori del periodo romantico, notarono come la musica, piena di freschezza e dotata di un accompagnamento delizioso, evocasse chiaramente una innocenza evidente del pezzo.

Bless'd the day when first my eyes

La coppia Regale quindi espone all'ascoltatore tutta la loro felicità, nel duetto Welcome as the dawn of day / Myrtle grove, or rosy shade, che musica una melodia che difficilmente può dimenticarsi: capacità impareggiabile di Handel di scolpire le sue melodie e le sue variazioni nella mente dell'ascoltatore! Fascino e grazia regnano sovrani, prendendo spunto da una cantata italiana di Handel.

Questo mirabile pezzo è all'origine di divertenti sorprese per gli esegeti: la tonalità del si minore è giudicata come la tonalità del dolore e della sofferenza, ma qui Handel, esattamente come Bach, contravviene alle regole ed utilizza il si minore per una calda, felice ed incantevole musica d'amore.

Welcome as the dawn of day / Myrtle grove, or rosy shade

Indulge thy faith and wedded truth

Haste, haste to the cedar grove

With thee th'unshelter'd moor I'd tread

Tutte queste arie d'amore vengono coronate a conclusione dell'atto dal  Nightingale chorus, ossia dal cosiddetto Coro dell'Usignolo: i suoi casti versi traboccano tenerezza, in una fusione perfetta fra sentimento, idee, e particolari descrittivi, che a detta di alcuni rappresenta forse la più bella scena naturalistica mai musicata: il Lang arriva a dire che è come se un paesaggio olandese prendesse vita. Questo coro finale arriva a concludere questo atto, quando la coppia regale si ritira: l'insieme invita gli usignoli  (due flauti in canone) e i zeffiri (il fruscio delle viole e dei violini in diminuendo) a benedire le ore liete che i sovrani vanno a trascorrere, è una meraviglia di precisione e delicatezza. Questa conclusione piacevole viene dopo gli splendori massicci è un tipico esempio di come Handel rappresenta il filo drammatico.

May no rash intruder disturb their soft hours (detto Nightingale chorus)

Tutti questi brani sono stati posti in essere per esaltare l'amore coniugale, dopo che la religione ufficiale era stata esaltata nei brani precedenti. Secondo lo studioso Keats, ci sono solo tre passi dalla piuma all'acciaio... e così si entra nel Secondo Atto....

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 A cura di

Arsace da Versailles

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