I Condé a Chantilly Nel 1643 la Regina Anna d'Austria decise di far rientrare in proprietà Carlotta di Montmorency di Chatilly, principessa di Condé, sorella di Enrico II di Montmorency (quello decapitato), in seguito alla vittoria di Rocroi che riportò suo figlio Luigi II° di Borbone. Dipinto della Battaglia di Rocroi La battaglia di Rocroi fu combattuta il 19 maggio 1643 tra Francesi e Spagnoli nell'ambito della guerra dei Trent'anni. Dipinto di François Joseph HEIM, a cavallo Louis de Bourbon, in quel momento Duca d’Enghien, che poi fu conosciuto come G rand Condé. L'esito fu un importante vittoria dei Francesi, guidati dal giovane Gran Condè (Luigi II di Borbone, conosciuto anche con il nome di Duca di Enghien). Il Grand Condé Rocroi pose fine alla supremazia militare Spagnola e inaugurò un lungo periodo di predominio militare francese, anche se non pose fine alla guerra, che continuò fino alla vittoria definitiva dei Francesi nella battaglia di Dunes (1658). Ribellatosi a Luigi XIV° durante la rivolta della Fronda, il Gran Condé si vede confiscare Chantilly, che però gli venne però poi restituita grazie alla vittoria dei Pirenei. Il Trattato dei Pirenei, che, nel 1659, proclamò la fine delle ostilità, confermò la realtà dei fatti evidenziati presso Rocroi. Egli fu fra i protagonisti sia della Fronda Parlamentare (1648 - 1649), sia della Fronda dei Principi (1650 - 1652). Con Fronda si deve intendere oggi una opposizione interna, che si manifesta in modo più o meno coperto, senza che vi sia una presa di posizione diretta. A quel tempo invece il termine ha una valenza contraria: si trattava di una aperta dissidenza, e aperta ribellione. Non ebbe sin da subito nulla a che fare con "fionda", ossia il termine da cui prese il nome, un gioco di monelli che erano riusciti a mettere in difficoltà gli arcieri delle milizie armate. Secondo Voltaire era una rivoluzione contorta, dove tutti i partiti vennero in collisione, fecero trattati che puntualmente non furono rispettati, visti i continui tradimenti perpetratisi a vicenda. Ognuno passava da una parte per poi ripassare dall'altra fazione. Busto del Grand Condé, alias Luigi II° di Borbone Dopo questi episodi, il Condé potè rientrare a Chantilly, ma cadde in disgrazia agli occhi del Re, e bene o male inizia una tacita e fredda rivalità fra due personaggi dalla personalità forte, arrivando a contendersi gli artisti, i letterati, i musicisti: tutti i reietti, gli allontanati dal Re Sole venivano immediatamente ingaggiati per Chantilly; il Grand Condé trasforma Chantilly affidando la realizzazione del parco ad André Le Nôtre. Veduta del Palazzo di Chantilly, dove al corpo della parte più antica si vede la cosiddetta "Capitaneria"
Chantilly continua nel suo percorso di impreziosimento: canalizzando il fiume la Nonette, che attraversa la proprietà da est a ovest, Le Nôtre realizza il Grande Canale terminato nel triennio 1671/1673: crea poi La Manche, il Vertugadin e le aiuole francesi al nord del palazzo, progetta un primo labirinto e edifica il Grande Degré, sposta l'entrata del castello per adattarlo alla prospettiva che aveva progettato; tocca poi a Mansart l'erezione dei due padiglioni accanto al cancello d'entrata principale. Nel prato della proprietà intanto viene costruita una macchina in grado di elevare l'acqua necessaria alla alimentazione dei getti delle fontane, grazie all'ingegnere De Manse. Chantilly nel 1600/1700 Chantilly diviene con il Grand Condé un centro di grandi attrattive artistico-culturali-ludiche: gran feste, letterati: La Fontaine, La Bruyère, Bousset, il vescovo di Meaux, Madame de La Fayette, Madame de Sévigné; in onore di tali letterati vennero predisposte due corsie parallele che incorniciano le aiuole create da Le Nôtre denominate "corsie dei filosofi". Veduta dallo scalone principale di accesso al parco: di fronte Statua del Gran Condé: ai lati le corsie dei filosofi Ai Piedi dello Scalone principale: visuale a sinistra verso acque dove dietro sono siti i "giardini inglesi" Molière fa rappresentare il Tartufo e il Gran Condé organizza balli e feste, corredati da fuochi d'artificio, trasformando tutta la proprietà in un luogo incantato. Moliére, ritratto conservato presso la Casa di Madame de Sévigné Nel 1674, Il Re Sole, sul gran scalone degli Ambasciatori alla Reggia di Versailles riaccoglie nelle sue grazie il Grand Condé, tornato vincitore dalla battaglia di Seneffe svoltasi contro Guglielmo d'Orange. Proprio per questo gesto, Luigi XIV° pone fine all'esilio di circa 15 anni, dovuto per castigare il cugino per aver condotto la Fronda contro la Regia Maestà. Il Gran Condé e suo figlio Enrico Giulio Il figlio del Gran Condé, il Principe Enrico Giulio (1643 - 1709) ordinò a Mansart di variare il grande Castello: i lavori iniziarono, ma furono terminati da Jean Aubert, sopravvenuta la morte di Mansart stesso. Il Palazzo di Chantilly sfoggerà facciate e torri con un aspetto classico che permarrà sino alla Rivoluzione, mentre un piano ulteriore viene realizzato per accogliere i numerosi invitati del Principe di Condé, corredato di un balcone che fa tutto il giro del castello. Luigi Enrico, Duca di Borbone (1692 - 1740) Il nipote Luigi Enrico, a tutti noto come il Duca di Borbone, fu nominato primo ministro di Luigi XV° nell'arco di tempo compreso fra il 1723 e il 1726, ed è lui l'artefice della costruzione delle Grandi Scuderie, vero capolavoro dell'arte del periodo: è lui anche il promotore della decorazione splendente del Piccolo Castello, chiamando alla realizzazione Oudry, Desportes, Christophe Huet e Nattier; è lui l'autore della fabbrica di Porcellana di Chantilly e della fabbricazione delle tele dipinte; a lui si deve imputare anche l'allestimento di un centro di storia naturale. Il figlio di Luigi Enrico, Luigi Giuseppe, principe di Condé (1736 - 1818) perde il padre molto presto nel 1740; Maggiorenne, continua l'opera di abbellimento, facendo fra l'altro edificare la costruzione dedicata al Gioco della Pallacorda nel 1756; venne edificato un nuovo Palazzo, grazie alla realizzazione di Jean François Leroy, vicino al Palazzo di Chantilly a destra del cancello principale d'entrata, denominato il Castello d'Enghien, che si presenta come un lungo edificio classico: esso venne terminato nel 1772, dopo 4 anni di lavori. A lui inoltre si devono imputare i giardini anglo-cinesi e la costruzione di un Hameau comprendente 7 casette rustiche, che ispirò la Regina Maria Antonietta per la realizzazione di un Hameau nei pressi del Petit Trianon a Versailles. Nella guerra dei 7 anni ebbe modo di far vedere i suoi meriti militari: nel luglio del 1789, il 15, decide di lasciare la Francia appena presa la Bastiglia, manifestando una devozione verso la Famiglia Reale. Nel 1792 forma un esercito emigrazione, conosciuto come l'esercito di Condé. Nel periodo della Rivoluzione, la tenuta dei Condé deve sopportare molti disagi: collezioni estirpate e trasportate al Louvre, e il castello viene trasformato in una prigione, bandendo ogni tipo di evento mondano o festivo. Nel 1799 tutto il complesso è ceduto per la demolizione, che poteva comprendere anche il Grande Castello fino alla terrazza: ma tale opera non venne portata a termine; ciononostante il Giardino degli Aranci, il Teatro, e il Serraglio verranno distrutti: anche il padiglione della Pallacorda era destinato alla demolizione, ma venendo utilizzato per una sala destinata alle riunioni dei patrioti, fu risparmiato: successivamente servì come trattoria di campagna con possibilità di danze all'aperto, dove il popolo verrà a ballare dopo Termidoror.
A cura di Arsace da Versailles
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