Il castello di Champ de Battaille è localizzato a 5 km del Neubourg, sul comune di Sainte-Opportune-du-Bosc, nel dipartimento dell'Eure. 

È stato costruito nella pianura del Neubourg, ad un'ora di strada da Giverny. 

Eruditi, storici e toponomisti non si accordano sull'origine del nome di Champ de Battaille.

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Quale è l'origine del nome? Parecchie ipotesi si sono avanzate: 

1. Nel 935, una grande battaglia si sarebbe svolta su questi luoghi tra due famiglie: quella che regnava sul Cotentin sotto l'egida del Conte del Cotentin, contro quella di Guillaume Lunga Spada, comandata da Bernard il danese, antenato della famiglia di Harcourt. Guillaume Lunga Spada avendolo espugnato, l'unità della Normandia se ne trovò rinforzata questa è la leggenda comunemente invocata. 

2. il nome sarebbe legato all'appartenenza di un campo ad un certo M. Bataille. 

3. il nome farebbe allusione ai combattimenti di cinghiali che avrebbero avuto luogo periodicamente sul sito dove fu costruito il castello. 

4. commemorerebbe una vittoria della famiglia di Harcourt sulla sua rivale dei Tancarville.

Fra il 1653 ed il 1665, nel momento in cui si erigeva Champ de Bataille, si costruiva Vincennes, che gli è esattamente contemporaneo, poiché i lavori iniziarono nel 1654 per terminarsi nel 1659, con una nuova campagna nel 1660/1661. Vaux-le-Vicomte, iniziato nel 1659, fu ben terminato nel 1661, e i primi abbellimenti di Versailles sono stati realizzati tra il 1661 ed il 1664. Il paragone non è casuale: tutte sono delle opere di Louis Le Vau e l’influenza di questo architetto sembra essere ben tangibile.


Château du Champ de Bataille - Haute Normandie di MG1947

Come al Castello di Saint-Sépulcre, opera distrutta di Le Vau, solo un piano sovrastante il pianoterra secondario domina. Le due ali parallele sono sorelle di quelle di Vincennes, con il loro ritmo di pilastri dorici colossali e i due archi che collegano in questo modo la visuale delle due costruzioni.

La chiusura a sud, semplicemente ritmata di pilastri ornati alla sommità, si ricollega anche al modello di Vaux.

Infine altri elementi a Champ de Bataille sonoil gioco dei padiglioni, l’ordine dorico, i busti antichi sulle mensole dei trumeau che si trovavano a Versailles, quando la dimora del Re Sole si riduceva alla sola Corte di Marmo; le cupole, molto apprezzate dall’architetto Le Vau, che furono impiegate per la voliera per lo zoo di Versailles e per il padiglione di Anna d’Austria a Fontainebleau ed a Meudon.

Le serliennes approssimative dei padiglioni a Champ de Bataille (finestre ad imposta ad arco di cerchio, fiancheggiato da due aperture ad architrave diritta) si ritrovano anche sulle facciate di Bercy, opera di François Le Vau, fratello di Louis, così come in cima al palazzo di Sainte-Foix, costruito a Rouen da un architetto sconosciuto. Bercy, costruito nel 1660, mostra anche altri elementi che si riscontrano in Champ de Bataille: i muri portanti all’interno di una costruzione e i frontoni curvilinei spezzati.

Una particolarità deve essere inoltre svelata, ossia l’interruzione dell’ordine colossale dorico con piccoli fregi ornamentali, che sottolineano la divisione in piani, e che non devono essere interpretati come uno sbaglio nell’utilizzazione degli ordini, ma come una licenza necessaria a garantire l’armonia generale delle proporzioni. Non bisogna vedere in Champ de Bataille l’opera di un muratore della regione su un disegno parigino: l’insieme offre infatti una perfezione che il minimo dettaglio valorizza.

Costruito su un piano quadrato, il castello si costituisce di due vaste ali rilegate, del lato dell'entrata, per una galleria sormontata di una balaustra e bucato da un portico.
Del lato del parco, i due corpi del castello sono collegati da un muro basso punteggiato di pilastri collegati dalle griglie: al centro, una porta monumentale è sormontata da statue allegoriche che rappresentano i quattro elementi.
L'edificio di abitazione ed i comuni hanno 80 metri di sviluppo ciascuno. Sono due ammirevoli costruzioni, di aspetto simile, in mattone ed in pietra con una copertura di ardesia.

Una intervista sul Castello a Jacques Garcia

 

Lo stile è classico con le linee rifinite. Il gioco dei colori e dei volumi è in effetti un insieme armonioso.
Il padiglione centrale di ogni ala è ornato di un frontone triangolare coi trofei guerrieri.
La facciata principale è ornata di busti di imperatori romani. Questo principio può ricordare le pianificazioni realizzate, come si diceva poc'anzi, da Hardouin-Mansart al castello di Versailles sulle facciate che danno sulla Corte di Marmo.

La Corte di Marmo a Versailles

Le garritte che ornano gli angoli della costruzione, sono più un ricordo di un'architettura, che un richiamo ad elementi di natura  militare.
La cappella, dedicata al Saint-Alexandre, è stata pianificata nel 1785.

Il castello è decorato ed ammobiliato oggi con oggetti che ebbe modo di acquistare Jacques Garcia, durante questi ultimi trenta anni. All'epoca dell'acquisto del Castello, a parte la scala magistrale, solo due ambienti erano sfuggiti alle distruzioni della storia ed alla successione dei proprietari: l'anticamera-alta ed il salone da compagnia. Oggigiorno, la visita dei Grandi Appartamenti mostra uno spettacolare salone di Ercole ed un'opulenta camera di parata.

Il pubblico può visitare:


· L'anticamera di onore riorganizzato dal duca di Beuvron sotto il regno di Louis XVI.
· La sala delle guardie o salone di Ercole.
· Il gabinetto delle porcellane con una collezione di porcellane cino-giapponesi del 1600/1700° secolo
· Il salone Louis XV.
· La camera di parata.
· La grande sala da pranzo.
· Il salone di compagnia che ha conservato una grande parte del suo scenario di origine.
· La sala del biliardo.

Ancora una presentazione di Jacques Garcia

Nel 1651, Alexandre di Crequi, frondista ed amico del principe di Condé, è esiliato dal Cardinale Mazarino che governa la Francia durante la minor età di Re Luigi XIV, sotto la reggenza della regina Anna dell'Austria, moglie del defunto il re Luigi XIII.

Alexandre di Crequi, condannato all’esilio, decise, allora, di farsi costruire un palazzo che gli ricordasse i fasti della Corte dei Re di Francia, Corte che non poté più rivedere.

Monumento Funebrealla Famiglia de Crequi e dei Plessis-Beliére nella chiesa di Saint-Roch

Monumento Funebrealla Famiglia de Crequi e dei Plessis-Beliére nella chiesa di Saint-Roch

I lavori durarono fra il 1653 ed il 1665.  Di questo castello, i soli documenti che sono giunti a noi o comunque al momento conosciuti sono due disegni attribuiti a Le Notre.

Purtroppo, a causa di carico alla Corte, Alexandre di Crequi morì rovinato. Suo nipote, il Marchese di Mailloc, eredita il castello e i suoi debiti. Il Marchese, poco interessato al castello, non vi risiedette mai e non fece mai dei lavori. Alla sua morte, tramandò il castello al Duca di Beuvron. 


Château du Champ de Bataille - Haute Normandie di MG1947

Nel XVIII° secolo, Anne-François d'Harcourt, Duca de Beuvron e governatore della Normandia, fece del castello del Champ de Battaille la sua residenza principale. A quell'epoca, il castello era molto rovinato e gli ambienti del XVII° secolo erano irrecuperabili.

Il Duca intraprese allora degli enormi lavori. Ma la Rivoluzione francese interruppe questo compito gigantesco. I lavori furono sospesi ed il restauro restò incompiuto. 

Immagine presa da un altro sito che tratta del Palazzo di Champ de Battaille

Come molte proprietà che appartenevano all'aristocrazia, il castello fu saccheggiato nel 1795, e poi abbandonato per molto tempo. 

Al ritorno della monarchia, il castello fu venduto. Conobbe, poi, cinque proprietari, lungo il XIX° secolo. 

Nel XX° secolo, servì come ospizio di campo per i prigionieri di guerra nel 1944 ed infine come prigione femminile.

Durante il XX° secolo, più precisamente nel 1947, il castello fu acquistato dal Duca di Harcourt, capofamiglia dei signori di Harcourt, come compensazione della rovina del castello di Thury-Harcourt all'epoca della battaglia di Normandia del 1944.

Il millennio fu celebrato dalla famiglia di Harcourt, riunendo,negli anni sessanta, i rami francesi ed inglesi, ma nel 1983 essa alienò il Castello.

Durante 20 anni successivi, il castello fu messo in manutenzione e fu restaurato da un individuo che creò l'attuale famoso Golf nei boschi. Nel 1992 quando fu venduto al decoratore Jacques Garcia.

Jacques Garcia

Il castello è oggetto di multiple protezioni a titolo di monumento storico il 14 maggio 1952: delle classificazioni nel 1952, certi elementi esterni, nel 1971 (accessi del castello), nel 1995 (comuni, parco) ed un'iscrizione nel 1995, (parco).
I giardini sono definiti come "Giardino notevole".

I giardini del castello sono stati ricreati a partire da niente. I giardini del XVII° secolo avevano, probabilmente, un aspetto sontuoso, ma il tempo aveva cancellato tutte le tracce. Difatti, nel 1992, quando Jacques Garcia acquistò il castello il giardino è in stile inglese. Fu nel 1993 una terribile tempesta che distrusse una grande parte degli alberi centenari.
Solo un'estremità di uno schizzo era sfuggita all'oblio, schizzo che è attribuito oggigiorno, ad André Le Nôtre.

Questo documento espone a grandi tratti l'area della Grande Terrazza, il disegno dei vecchi ricami di bosso, i vecchi boschetti da una parte e d'all'altra, così come le proporzioni dei Quadrati di Diana e di Apollo. Questi rari elementi di epoca sono stati ripristinati nei giardini attuali. Assieme al paesaggista Patrick Pottier, Jacques Garcia ripensò ai giardini ispirandosi all'antichità e immergendosi nella filosofia dell'umanità. Questa scelta è illustrata dal simbolo dei 7 gradi della creazione. Questi gradi vanno dell'universo materiale, simboleggiato dal corpo dell'abitazione verso l'universo immateriale. L'asse principale dei nuovi giardini simbolizza la declinazione di diversi gradi che lega l’universo materiale (il Castello) a quello immateriale (si pensi alla Colonna di Zefiro all’inizio della prospettiva). Questi piani distinti sono i gradi minerale, vegetale, animale, il grado di umanità, quello della coscienza, della luce ed infine il grado dello spirito: 7 gradi!

Ben conscio di questo simbolismo, Patrick Pottier ha insistito sulla corrispondenza tra le architetture minerali e vegetali: egli ha sottolineato quest’ultima attraverso delle prospettive e degli allineamenti di essenze variegate, come quelle dei tigli e dei pioppi.

Il proprietario di Champ de Battaille: il decoratore Jacques Garcia

L’acqua gioca un ruolo essenziale di animazione e di festa nel giardino; essa è gorgogliante sul crogliolo della fontana Source, zampillante sui Gradini, dominante sugli specchi d’acqua laterali. Una medesima energia che circola dall’onda al verde, è stata immessa tra La Source e i Gradini, attraverso una elevazione vegetale sfumata nel colore (bossi, tassi e fascini). 60.000 bossi, 10.000 pergole, 35-000 tassi, 2.500 tigli sono stati piantati, e tutti sono stati orchestati seguendo questa nuova trama d’architettura espressa da Patrick Pottier di esprimersi in tutti i giardini di Champ de Battaille: Il giardino dell’Eden, il giardino de l’Erébe, la Galleria di Sfingi, il giardino di Diana ed Apollo, il giardino di Leda, il giardino del Belvedere ed il Teatro.

 

Il paesaggista ha così riequilibrato le masse vegetali grazie ad una migliore conduzione del terreno e grazie alla manutenzione vegetale. Alcuni quadrati di tigli (bisogna pensare alla mappa del giardino in modo geometrico, come lo richiede il giardino alla francese) furono soppressi per lasciare posto a dei nuovi spazi, che così hanno preso le loro dimensioni definitive. Sono stati aggiunti all’asse principale due bacini quadrati e creati 20 bacini al di là dei contrafforti di tassi, permettendo una nuova visione dello spazio che dà il senso, dopo il castello, d’avere la cascata avviarsi nel mezzo del giardino; inoltre si ha l’impressione dalla Cascata che il Castello debba avvicinarsi all’acqua. Questo è il gioco condotto su spazio, colore e forma che ha guidato il paesaggista.

1 - Il grado minerale

Il primo, il grado minerale, ingloba il corpo dell'abitazione del castello, il Grande Terrazzo ed i suoi prolungamenti, i gradini di pietra con le sfingi e le due vasche chiamate Gabinetti di Marmo.
Il prolungamento del Grande Terrazzo conduce ad un Portico a destra, avente la funzione di rievocare la civiltà, avendo il castello dietro sè, ed al viale delle Sfingi a sinistra. Penetrando nei giardini laterali ci si avvicina alla Galleria di Sfingi, mentre lo sbocco dell’asse principale, bordata da tassi, ci proietta in un universo totalmente vegetale.

2 - Il grado vegetale

Il grado vegetale si distende, sul grande asse, fino alla vasca circolare. Comprende, al centro, le merlettature di Bosso (simbolo di germinazione), delimitate dai gabinetti di verde.
A destra, il Boschetto di Erèbes, che era l'entità che preesisteva alla creazione. Figlio di Caos e fratello di Nyx, la notte, Erebos simboleggiava la morte nella sua dimensione fertile e necessaria, perché rigeneratrice:viene rievocato da una vegetazione caotica. Nel suo interno, l'Arbre Remarquable raffigura la foresta primitiva.
A sinistra, il Boschetto dell'Éden. Éden designa il paradiso terrestre. Questo termine ebreo non appartiene alla mitologia greco-romana in effetti, ma al vecchio Testamento. Recupera l'entità perfetta, compiuta e deliziosa - che sopravvive alla creazione, e viene raffigurato con una vegetazione ordinata, aerea (simbolo di purezza e di abbandono).
La parte centrale di questo spazio, col suo merletto di bosso, è decorata da una serie di statue autentiche del XVII° secolo. I vasi sono della stessa epoca e sono stati riportati in loco grazie all'attuale proprietario.

3 - Il Grado Animale

Al limite del grado vegetale e di quello animale, il bacino circolare, chiamato Source, è una rievocazione dell'oceano delle origini: i delfini chelo popolano simboleggiano già il regno degli animali marini. Il grado animale si estende da una parte all'altra della spianatache si posizione dopo la fontana La Source.

A destra, circondato dai roseti, il Chiosco della Salamandra che evoca il regno dei rettili. Esso simboleggia la rigenerazione all'uscita dell'Erebo.

A sinistra la Fourmiliére, evoca il regno degli insetti: essa simboleggia la perfezione che presiedeva nell'Eden. A sinistra si estende lo Specchio d'Acqua dei Cigni che sono percorse da coppie di cigni neri. Essa evoca il regno degli uccelli. Questa area è ornata dal Tempio del Tesoro di Leda. Leda era la sposa del Re di Sparta, amata da Giove, che si era trasformato in cigno per piacerle. Delle uova che lei mise al mondo uscirono due copie di gemelli: Castore e Polluce e Elena e Clitemnestra: I 4 cigni neri, che regnano sul canale, simbolizzano i bambini di Leda e di Zeus.

Il Tempio del Tesoro di Leda è una stupefacente evocazione della Grecia antica con il suo tempio e, da ogni lato dello specchio d'acqua, di pergolati e di vigne. Il tempio, che fa pendant agli archi di trionfo dell'entrata del castello è in stile romano. Il Tempio di Leda, costruito da Jacques Garcia, è il punto forte della area: esso è composto di elementi antichi e non è senza ricordare una evocazione del Pantheon di Roma. Con naturalezza la creazione di una scarpata di vigne s’impose, sormontata da colonnati di pietra romana simmetrici, facendo facciata ai quattro chiostri di vigne arrampicanti su dei pali di mattoni, così popolari in Italia da Roma antica, protettori delle tombe monumentali romane e piazzate al centro. E' composto da colonne e statue antiche, di una cornice d'epoca romana e di blocchi di pietra semipreziosi.

I muri dell’area dedicata a Léda è stata ricoperta con pietre antiche che il proprietario Jacques Garcia ebbe modo di acquistare in una vendita pubblica ad Evreux.

Interno del Tempio di Leda

La pavimentazione è data da un bel mosaico romano e nel fondo è presente una scultura del XVII secolo rappresentante Leda sul suo cigno; la mobilia dell’area, realizzata da Demais nel gusto antico, data la fine del XVIII° secolo.

L'insieme è stato composto nel 2003.

4 - Il grado dell'umanità

Il grado dell'umanità comprende nell'asse, una prospettiva chiamata la Voie, limitata da due serie di 12 pianerottoli di acqua che simboleggiano il doppio avanzamento materiale e spirituale dell'essere umano.

 

La Voie è delimitata da passeggiate a strapiombo: la prima, a sinistra, si apre nel suo centro su un luogo di rappresentazione, Il Teatro del Verde, evocante la socievolezza, la seconda, a destra, si apre su un luogo di meditazione, l'Ermitage (in stato d'abbandono).

 

5 - Il Grado della Coscienza

Il grado della coscienza corrisponde alla zone della scala d'acqua che si chiama Les Marches.

 

Simboleggia il passaggio dalla vita terrestre a quella celeste: E' per questo che delle enormi rane dorate tengono un concilio?

Sull'asse trasversale, a destra, il padiglione denominato La Voliére d'Acteon (non accessibile nel 2012 a causa dei lavori legati ad una espansione del giardino). Spesso rappresentato in pittura, per aver violato l'intimità di Diana al bagno, questo grande cacciatore fu trasformato in cervo dalla Dea, e così divorato daisuoi propri cani. Egli simboleggia la mutazione.

A sinistra una edificazione è composta di elementi provenienti dal castello delle Tuileries, distrutto da un incendio nel 1870, durante la Comune di Parigi.

I gradini della scala, che inquadrano la grande cascata, sono di origine fenicia ed hanno più di 2000 anni.

La grande cascata è direttamente ispirata a quella di Saint-Cloud, di cui Jacques Garcia ha potuto fare dei calchi in piombo delle maschere e dei vasi.

6 - Il Grado della Luce

Il grado della luce corrisponde alla zona del gran canale chiamato Le Reflet. Esso simboleggia l'irradiamento dello spirito. Le Reflet fa 550 metri in lunghezza ed è un lago artificiale di un ettaro.

7 - Il Grado dello Spirito

Il grado dello spirito culmina nella Sfera alla sommità della colonna.

 

Lasciando Leda, una nuova scarpata di pergole conduce al giardino del Belvedere.

Qui, la conifera domina nelle sue varietà le più stravaganti, i boschetti tracciati in geometria sono composte di piante arbustive semplici. La fioritura è stata calcolata per seguire le stagioni: essa è stata composta da tavole di colori in una grande armonia pittorica. Ad ogni incrocio spunta un senso di emozioni opposte.

Il Belvedere è una zona d'ispirazione italiana. Una scala circolare permette di salire una torre che ha la funzione di belvedere (luogo inaccessibile al pubblico). Dall'alto è possibile ammirare infatti il parco a 360°.

Al centro del giardino, un belvedere la cui la base del XVII° secolo proviene dal Castello di Marly, costruito per Luigi XIV. Si compone di tre livelli, e permette una vista dominante sull’insieme dei giardini e ci mostra il ritmo e la fantasia per pianificare questo spazio che presentava agli inizi un avvallamento estremamente ingrato.

La tinta delle vigne vergini e di clematide sono a dirimpetto rispetto al viale di cipressi, puntata di statue all’antica, che conduce ad una piccola costruzione di pietra destinato ad essere la Latteria.

Il punto d’orgoglio di questo giardino è questa magnifica facciata in pietra composta da 4 colonne e da 4 pilastri provenienti dalla demolizione delle  Tuileries, dopo l’incendio del 1871, smontata pietra su pietra nel 1883 e che si trovavano all’inizio della grande scalinata.

Le proporzioni di questa parte dei giardini è ricostruita in funzione di rari progetti ritrovati del XVII° secolo.

I quadrati sono delimitati da delle Voliere, a lato dei giardini ospitanti una collezione di galline e dal lato esteriore del parco ospitanti delle serre.

Queste ultime ricordano un simbolo sistematico a Champ de Battaille, e cioè la simmetria, come lo si può vedere per il castello con il suo riflesso abitato dalle grandi scuderie e i suoi due archi di trionfo uno di fronte all’altro.

Champ de Battaille risorge sotto l'egida di Jacques Garcia

Una di queste voliere, l'Orangerie, serve da salone cinese (che non si può ancora visitare). Al centro delle serre, un salone d'estate alto in una loggia permette di avere una superba vista sui giardini. Ai piedi della loggia il bacino di Diana: si tratta di una fontana ornata da parecchie conchiglie in madreperla (delle porcellane).

Di questo giardino di fantasia, le delimitazioni sono trattati da orto nutritivo. I talus, delimitati da obelischi fronzuti, sono tagliati in modo da ricordare  la forma di onde. Questa forma d’onda simbolizza l’acqua che circonda l’isola su cui Latona ha messo al mondo i suoi figli, Diana ed Apollo. Q

In mezzo, un bacino, rotondo, con un getto d'acqua al centro. Intorno al bacino, delle agavi fronzute ed impennacchiate sono in vaso e si alternano con 8 querce. Al centro, il gran viale d’agave, che attraversa il giardino ci porta all’idea generale di Champ de Battaille: un giardino d’esotismo tanto in voga nel XVII° secolo.

Riflessioni di Jacques Garcia

Da ogni parte di questo giardino, delle strisce di orti. L’insieme del giardino di Diana e di Apollo evoca la vita rurale, con un gusto verso l’autarchia, dove si produceva il proprio vino, i propri legumi e verdure, cosa che oggi è sempre più rara da trovare.

Dopo aver attraversato il giardino di Diana ed Apollo, di nuovo dei muri di pergole conducono in un mondo immaginario, ossia il mondo d’Adriano a Roma. Questi giardini in rovina sono nondimeno abbastanza evocatori  per lasciarci immaginare gli splendori, la fantasia, il carattere giocoso ed esuberante di queste grandi case romane.

 

Visuale dalla Colonna de l'Esprit verso il castello

Il tocco di André Le Nôtre

Uno dei due grandi viali obliqui di Champ de Bataille, simmetrico al grande asse, ci dà, da un lato, la vista sull’infinito, dall’altro un accesso al teatro ed alla vista sul castello. Delle grandi scarpate di pergole, permettono dal balcone del castello, di creare una trilogia, il cui centro è la colonna di Zéphir nell’asse del castello, in fondo al Gran Canale.

Le Nôtre rivisitato

Questi 2 viali montanti sono stati creati da André Le Nôtre per Champ de Bataille e danno un senso d’infinito. Attraversando questo viale obliquo, si va a scoprire un momento di sogno dedicato alla commedia;

la facciata del teatro con i suoi muri di pietra antica in rovina invasi dai vegetali, si ispira dal teatro d’Efeso; le mancanze di pietra sono state colmate dal paesaggista Pottier con delle pergole. La facciata del teatro e i gradini d’erba trattenuti da bossi, si riflettono nello specchio d’acqua. La parte posteriore del teatro è seminata di resinosa molto italianizzante. E’ chiuso da un grande muro su cui il paesaggista Pottier si è divertito a mescolare la fioritura partendo dai glicini, poi dei clematidi ed infine delle rose: ciò permette di avere durante tutta l’estate uno spettro di colori che va dal viola al bianco, dal bianco al rosa, dal rosa al viola e dal viola al rosa. I boschetti di aucuba sono come delle fiamme d’un fuoco bianco.

Visitatori live

Il gioco del teatro è un po’ quello che accade in tutto Champ de Bataille: è un’opera in eterno movimento: gli attori sono le piante, i cantanti sono i fiori.

Nel grande asse in alto alla cascata ci sono voluti 3 milioni di metri cubi di terra, spostati per variare lo spazio.

La foschia del mattino sul canale viene a incontrare il sole nascente ogni giorno a Champ de Battaille.

Non si potrebbe chiudere questa insufficiente sezione

atta a descrivere in toto il gioiello di Champ de Battaille

senza evidenziare il sito ufficiale di questo tesoro francese

QUI

 

A cura di

    Arsace da Versailles e Faustina da Versailles

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