conosciuto
anche come
Bosquet
de la Renommée e Bosquet
des Bains d’Apollon
Partendo
dal Bacino di Apollo, in direzione del Palazzo di Versailles, proseguendo
costeggiando il Viale Reale,
si trova questo Boschetto: questa attrazione del Parco dei Giardini è quella
che conta il primato di trasformazioni che subì, già a partire sotto il Regno
di Luigi XIV°. Anche il suo nome variò nel corso della storia proprio in
funzione del grado di modifiche che venne apportato alla sua decorazione.
Inizialmente il boschetto prese il nome di Bosquet
de la Renommée,
ossia boschetto della Fama, dovendo il suo nome ad una statua della Fama trionfalmente
piazzata al centro del bacino che lanciava un potente getto d'acqua fuori dalla
tromba dorata: fu realizzato da André le Nôtre
nel 1675, e mantenne questo appellativo almeno sino al il 1684, momento in cui i
Gruppi di statue "I Bagni di Apollo" vi furono posti: fra il 1684 ed
il 1704, questo giardino prese il nome allora di Bosquet
des Bains d’Apollon (boschetto dei
Bagni di Apollo).
Il
Re Sole passeggia fra l'Encelade e il Boschetto dei Duomi
(scena tratta da
VERSAILLES, le rêve d'un Roi)
Per
giungere al nome attuale (Bosquet des Dômes),
bisogna ricordare che la prima opera d’architettura di Jules Hardouin-Mansart
nel giardino fu la creazione, nel 1677, proprio di due padiglioni in marmo
bianco, sormontati da cupole (Dômes),
decorati con colonne in marmo rosso del Languedoc e dei bassorilievi in bronzo
dorato.
Jules
Hardouin Mansart, nipote di François Mansart, sarebbe stato introdotto presso
il Re due anni più tardi da Le Nôtre stesso… che aveva forse sottostimato la
sua ambizione, così debordante quanto il suo talento.
E’ del resto
l’ammirabile disegno del castello di
Clagny realizzato per Madame
de Montespan che gli valse la
stima e la riconoscenza del Sovrano.
Hardouin
si improvvisò occasionalmente anche come giardiniere oltre che diventare il Primo
Architetto del Re nel 1681, funzioni queste che generarono una certa
inferenza sul lavoro di André Le Nôtre.
I
due padiglioni realizzati da Mansart nel Boschetto
dei Duomi (o delle Cupole) sono
scomparsi nel 1820, ma la configurazione del boschetto non è per niente
cambiata. Le balaustre concentriche presentano spesso la loro alternanza
cromatica di marmi rossi e bianchi, mentre la cintura del bacino è
percorsa da una balaustra, dove scorre l'acqua incanalata, marcata da piccoli
“bacini bianchi”, da dove sgorga un’acqua viva ricadente a sipario da ogni
lato.
Si
riconoscono oggi nel boschetto le statue dei pastori Acis e della sua amata
Galatea; esse erano state piazzate qui nel 1684 con altre statue in marmo
celebranti il riposo di Apollo nelle onde marine di Teti. Infatti come si era
accennato si aggiunsero fra i
padiglioni di Mansart delle Statue che erano erette inizialmente per la Grotta
di Teti, la quale non poteva più ospitarle
in quanto fu demolita per
costruire l'Ala Nord del Castello,
la cui architettura era di Jules Harduin Mansart. Fra queste sculture
si ricordano i famosi gruppi
d'Apollo e i cavalli del Sole, che vi rimasero fino al 1704: poi passarono al Boschetto
di Apollo.
Fontana
dei Duomi, durante I Grandi Giochi Notturni d'Acqua
Sotto
Luigi Filippo, molte di queste statue furono rimesse al loro posto, poste su basamenti creati
dal Caffieri.
A
cura di
Arsace
da Versailles e Faustina da Versailles
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