Mentre il Re vecchio declinava, suo nipote tesseva abilmente
e metodicamente la sua tela in
previsione della futura reggenza, stringendo dei contatti con gli scontenti, i
giansenisti, i parlamentari, i finanzieri, e si assicurava pure del sostegno di
alcuni militari. Bisognava infatti contrastare l’ambizione del Duca du Maine, protetto da Madame de Maintenon. Luigi XIV morì il 1° settembre 1715 di cancrena. A 4 giorni
dal suo settantasettesimo compleanno, lasciando il trono ad un bambino di 5
anni.
Il suo testamento, letto il giorno dopo al Parlamento, creava un Consiglio di Reggenza composta da Marescialli, dal Duca del Maine e dal Conte di Tolosa. Philippe d’Orléans non era che il capo nominale, senza avere
il titolo di Reggente del Regno. Il Duca del Maine riceveva la tutela di Luigi XV e l’autorità
sulle sue truppe della Casa del Re: fu un grave errore politico, che il Re Sole commise sotto
l’influenza di Madame de Maintenon, che mirava a dividere il potere.
Per aggirare queste ultime volontà del defunto, e farsi riconoscere il titolo di Reggente e recuperare il comando delle truppe, Philippe si appoggiò al Parlamento e a chi gli riconosceva il diritto di rimostranza. In contropartita, lasciò la tutela del bimbo al Duca del Maine. In realtà, il vero pericolo non era tanto il bastardo reale (era figlio della Montespan), un personaggio politico insignificante e senza grande ambizione, ma Filippo V, che non aveva rinunciato, malgrado il suo giuramento una volta presa la Corona di Spagna, a suoi diritti sulla Corona di Francia. La morte del nuovo Re andava a diventare l’ossessione del
Reggente.
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