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Che Porpora si sia meritato
il titolo di rivale Handeliano, non v'è dubbio, e questo
da
quello che
finora ho
sentito sono un oratorio
IL GEDEONE, un'opera l'ARIANNA IN NASSO, delle
cantate e qualche aria tratta da qualche opera teatrale caduta in oblio,
il
tutto in idioma italiano!
Hasse non arriva lontanamente allo spirito squisitamente Barocco di
Porpora,
forse perché intaccato da elementi preclassici.
Il fatto è che il Caro Porpora oltre che esser stato un eccellente
maestro
"addestratore" di canto, non dimentichiamo le stelle Caffarelli
e Farinelli,
è
un ammirevole compositore: la cosa mi risulta sorprendente: sa essere
brillante, patetico, furibondo, ricco strumentalmente e tanto tanto
belcantistico!
Mi rifiuto categoricamente di annoverarlo fra i minori: già con GEDEONE
l'avevo maggiormente scoperto e fortemente rivalutato, ma ora con lo
stupore scioccante del cofanetto in oggetto è da stare a
bocca aperta!
Voglio soffermarmi col dire 2 parole su una cantata Natalizia del 1732
preparata per la Notte di Natale
per il Papa e i suoi ospiti, così stiamo in tema col periodo natalizio
odierno.
La liturgia della notte di Natale consiste nel Vespro, seguito dopo poche
ore dal Mattuttino; quindi viene celebrata la prima messa di Natale.
Anche i papi seguono quest'ordine, tuttavia dall'Anno 1676 al 1740
l'intervallo fra il Vespro e il Mattutino fu trascorso in modo assai
piacevole.
Pare che sia stato il Cardinale Cibo, a quell'epoca segretario di Stato
del
Papa a dare inizio a questa consuetudine.
Ebbe l'idea di invitare alcune persone al Vespro - cardinali, nobili
romani,
visitatori aristocratici - a rimanere fino all'ora della funzione
seguente.
Da allora in un'arco di tempo che durà circa 65 anni, il papa e i suoi
ospiti trascorsero le ore di attesa della Notte di Natale nella maniera
seguente.
Prima veniva eseguita una cantata il cui soggetto era la Nascita di
Cristo.
Il Monsignore Maggiordomo sceglieva il poeta e il compositore, mentre il
maestro di Cappella sceglieva i cantanti che in queste ricorrenze cantavano
in italiano.
Normalmente si avevano per le cantate un organico che spaziava fra 3 a 5
solisti.
Durante il '600 i cantanti formarono anche il coro; nel '700 invece le
parti
corali furono rafforzate da altri membri della cappella papale, mentre gli
strumentisti assunti dal maestro di cappella col benestare del Maggiordomo
conforme le esigenze.
Durante il concerto agli ospiti veniva servita una *fastosa* cena. La
tavola
era agghindata con una serie di "trionfi" squisite sculture in
marzapane che
illustravano la storia di Natale recanti ognuna una citazione religiosa.
Alcuni libretti distribuiti agli ospiti spiegavano il significato
teologico
dei trionfi.
Il Papa il giorno seguente li inviava anche ad altri nobili poichè erano
"oggetti" preziosi e belli. Anche i musicisti pranzavano lì, ma
doverosamente in un'altra stanza. Terminata
la serata il papa e i cardinali, i nobili e le persone degne di un certo
rilievo tutte intonavano il Mattuttino, per poi celebrare la prima Messa
di
Natale.
Fu Papa Benedetto XIV ad annullare sì bei ritrovi.
La cantata a cui mi sto riferendo è DORINDO, DORMI ANCOR?
edita da BONGIOVANNI,
numero di catalogazione: 2181/82 - 2,
Alessandro Stradella Consort,
direttore ESTEVAN VELARDI, solisti:
Dorindo, Rosita Frisani,
Montano, Marco Lazzara,
Angelo, Roberta Invernizzi
Testo
di Dorindo, dormi ancor?
A cura di Arsace |
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