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Fu
violinista e compositore, figlio di Giovanni Battista, anch’esso
compositore e violoncellista.
Egli è ricordato come un gran virtuoso del violino dal celeberrimo teorico
musicale e compositore padre
Giovanni Battista
Martini, maestro di Cappella nella Chiesa di San Francesco a Bologna.
Le prime notizie risalgono al 1674, momento in cui si trasferì col padre a
Modena, dove, pur continuando ad esser allievo del padre, intraprese anche
lo studio della composizione con A.M. Pacchioni, con cui si imparenterà
unendosi in matrimonio con una sua nipote.
Nel 1675 fu operativo presso la cappella estense. Ben presto diventò “capo
del concerto” alla corte dei duchi di Modena Francesco II e Rinaldo I.
Nei 1711 prestò la sua collaborazione in occasione delle partecipò
celebrazioni per la traslazione della reliquia di S. Gaudenzio a Novara,
con G. B. Somis e
G. Sammartini.
Tra i suoi allievi G. N. Laurenti,
L. A. Predieri,
E. F. Dall'Abaco e
J. B. Senaillé, il quale dopo il perfezionamento con Vitali dal 1717, fece
ritorno a Parigi nel 1719.
G. B. Martini ricorda i suoi successi di esecutore virtuoso: “Nei tempi e
nei teatri ha sempre eccitato in chi lo ha udito gli stupori”.
Nella Ciaccona per violino e basso, Vitali rivela una robusta
personalità stilistica, che lo fa differenziare dal pur noto padre
Giovanni Battista Vitali. La ciaccona, si distingue per ritmo ternario, e
per esser composta da una serie di variazioni su un tema che ricorre in
modo ostinato nella parte del basso continuo, definendo al contempo lo
schema armonico della composizione. Questa Ciaccona è un soliloquio
meditativo che inizia in modo molto chiaro e lineare, ma che, a mano a
mano che si procede nel brano, si complica sempre di più, sia formalmente
sia espressivamente: il violino interpreta una varietà di inflessioni e di
declamazioni che spaziano dal puro decorativismo al patetismo più intenso:
è proprio per il crescente virtuosismo che comunque oggi si è portati a
farlo rientrare nella produzione di Vitali.
Un eco di rigore scolastico trasuda ancora nell'opera 1, caratterizzata
dal ricorso pedissequo a procedimenti imitativi, sia nei movimenti lenti
che in quelli allegri. Anche nell’impiego di soluzioni “obbligato”, si
riscontrano questi elementi imitativi (si può citare come esempio il
quarto movimento della Sesta Sonata).
Risultano più mature le sonate dell'op. 2, poiché è presente una ricca
scrittura, dove piovono incisivi passaggi virtuosistici affidati al primo
violino (per esempio ancora nella Sesta Sonata).
Influssi corelliani, inevitabili in un autore della sua generazione e
formazione, si manifestano in Concerto di sonate, opera 4,
significativamente dedicata al noto cardinale
Ottoboni: si tratta per lo più di suites di danza: di scrittura
omofonica, sono caratterizzate in linea generale da un breve movimento di
passaggio (grave), si sviluppano secondo una successione mutevole, con un
ritornello alla fine di ogni movimento; ci sono richiami a figure di basso
ostinato (ad esempio nella Nona e nella Dodicesima Sonata). Posizione a se
stante occupa l’Ottava sonata, che si può considerare un concerto
solistico per violino; degna di menzione è anche la Dodicesima Sonata, che
presenta una serie di variazioni sul tema della “Follia di Spagna”, tema
che Corelli aveva
pubblicato appena un anno prima).
Composizioni
Sonate a 3, 2 violini, violoncello col
basso per l’organo, Op.1 (Modena, 1693);
Sonate a doi violini col basso per l’organo, Op. 2 (Modena, 1693);
Sonate da camera a 3, Op. 3 (Modena, 1695);
Concerto di Sonate a violino, violoncello e cembalo, Op. 4 (Modena, 1701);
Una sonata per 2 violini e basso in una raccolta d’epoca;
Ciaccona per violino solo e basso figurato (anche se è di dubbia
attribuzione).
Discografia
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King’s
Over The Water
JANICULUM, JAN D205 |
A cura di
Arsace
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