Allievo a Firenze di G. M. Casini, ebbe
modo di proseguire i sui studi a Napoli sotto la guida di
Alessandro Scarlatti,
grazie all’intercessione del Granduca Cosimo III. Poiché sorgevano dei
problemi di comprensione col maestro napoletano, Zipoli proseguì gli studi,
trasferendosi a Bologna nel 1709, sotto l’insegnamento di L. Vannucci.
Poco dopo, sempre grazie all’interessamento del Granduca Cosimo III, potè
studiare con Bernardo
Pasquini a Roma. In questa città si eseguirono 2 suoi oratori e nel 1715
ricoprì l’incarico di organista nella chiesa dei Gesuiti.
Nel 1716 si recò a Siviglia, come novizio della Compagnia di Gesù;
imbarcatosi a Cadice con destinazione Paraguay, si stabilì a Còrdoba, allora
appartenente a quella provincia, dove intraprese studi filosofici e
teologici, oltre che maestro di cappella presso i Gesuiti ed organista del
Colegio Màximo.
L’oblio ha circondato la figura di Zipoli: pochi risultati hanno dato le
ricerche sulla sua produzione in America Latina, e si sono diffuse una rete
di equivoci sulle sue opere, tanto da farlo a volte confondere con il
compositore francese
Michel Corrette, altre volte addirittura a far dubitare della sua reale
esistenza e dell'autenticità della sua opera, attribuita ad altri, e vari,
autori (Francesco
Durante, Alessandro Scarlatti).
In realtà, l'unità stilistica che si riscontra delle opere giunte fino a noi
col nome di Zipoli fa intravedere una forte e coerente personalità.
Zipoli segna il momento di passaggio fra il primo Barocco, erede della
tradizione contrappuntistica rinascimentale per un verso, mirante alla
conquista di una trionfante libertà di fantasia produttrice di nuove forme,
e la civiltà Barocca matura che, sulla base di un definitivo svincolamento
dagli antichi modi e di un profondo possesso del sistema tonale, tende ad
una fissazione e classificazione delle forme.
Le fonti più immediate per Zipoli sono
Frescobaldi,
Casini e Pasquini; anzi, egli ingloba frequentemente i moduli frescobaldiani,
trasformandoli attraverso un alleggerimento con il sovrapporre una
sensibilità armonico-verticale di semplificatrice ad una forma
contrappuntistica.
I VERSI sono lampanti esempi di questo suo modus operandi (nelle Sonate
d'intavolatura troviamo 5 gruppi di 4 Versi più 1 Canzona): il Verso
frescobaldiano, commento alla melodia gregoriana, costruito
contrappuntisticamente a valori lunghi, in Zipoli è radicalmente diverso: il
primo Verso di ciascun gruppo ha carattere di toccata, con brillanti
passaggi di scale, o con grandi blocchi accordali, mentre il contrappunto si
evidenzia nei Versi seguenti, legati al primo da unità tonale e talora
tematica.
Lo stesso spirito severo-chiesastico di queste composizioni destinate
all'esecuzione durante le funzioni liturgiche non è sempre mantenuto:
infatti si presentano echi della coeva musica da camera: si veda, ad
esempio, lo sfavillante brano ALL’OFFERTORIO (facente parte, nel volume di
sonate, di un gruppo di 5 pezzi sciolti: ALL'ELEVAZIONE, AL POSTCOMMUNIO,
ALL'ELEVAZIONE, ALL'OFFERTORIO, PASTORALE), in cui il frenetico tema a note
ribattute assume addirittura sfumature galanti.
Capolavoro di Zipoli è LA PASTORALE, ricca di cromatismi in cui il
compositore scrive esplicitamente le indicazioni di registrazione (“co'
flauti”, “piva”).
Se per tutte le composizioni sopra citate l'organo sembri lo strumento più
idoneo, un linguaggio più appropriatamente cembalistico si riscontra invece
nelle Suites e nelle Partite (incluse nelle SONATE D'INTAVOLATURA), sebbene
in tutta la produzione zipoliana per tastiera ricorrano spesso
indifferentemente locuzioni comuni a entrambi gli strumenti.
Si possono riscontrare nelle Suites e partite aspetti più modernizzanti:
composte di una successione di danze bipartite, precedute da preludio, le
Suites rivelano talora suggestioni violinistiche (come nelle gighe). Invece
le partite, serie di variazioni su un tema, non si discostano dalla forma
tradizionale per questa tipologia di composizioni: si tratta di variazioni
melodiche che procedono nel senso di una progressiva diminuzione ritmica,
evidenziando nel loro interno ora diversivi contrappuntistici, ora caratteri
di perpetuum mobile.
Composizioni
Oratori
SANT'ANTONIO DI PADOVA (libretto C.
Uslenghi; Roma, 1712);
SANTA CATERINA VERGINE E MARTIRE (G. B. Grappelli; ivi, 1714);
inoltre, collaborò all'oratorio-centone SARA IN EGITTO (24 autori; D.
Canavese, Firenze, 1708).
MESSA a 3 voci con 2 violini e organo;
1 cantata per soprano e continuo;
1 cantata per baritono e continuo;
Solo per violino e continuo;
SONATE D'INTAVOLATURA PER ORGANO E CIMBALO OP. 1 (Roma, 1716; 2 parte
pubblicata come op. 1);
e altro.
Le Sonate d'Intavolatura per Organo
Zipoli
nel Web
Discografia