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Pasquini ritratto da Andrea
Pozzo (Conservatorio di Firenze)
Compositore e virtuoso della tastiera, come
molti suoi contemporanei, Handel compreso, Pasquini sapeva brillare
soprattutto in pubblico con le sue improvvisazioni, ed il repertorio che c'è
rimasto di lui dà un’idea solo parziale delle sue capacità. Questo traspare
dal trattato di
Georg
Muffat
Regulae concentuum partiturae (1699), dal quale si può
comprendere come l'improvvisazione al basso continuo in Italia alla fine del
seicento fosse un'arte che poteva sbalordire.
Pasquini era originario di Lucca. Intorno
al
1650 lo si trova a
Roma dove studiò con Antonio Cesti.
Nel 1663 circa
divenne organista a Santa Maria Maggiore e
l'anno dopo, sino alla sua morte, a S. Maria in Aracoeli e
all'Oratorio di SS. Crocifisso (1664-85).
Verso il 1670 divenne
maestro di musica del principe Giambattista Borghese
e della regina
Cristina di Svezia.
Nel 1706,
Pasquini fu ammesso, assieme ad
Arcangelo Corelli e
Alessandro Scarlatti,
all'Accademia
dell'Arcadia.
Rinomato come insegnante, ebbe fra i suoi studenti
Francesco Gasparini,
Muffat e forse Domenico Scarlatti.
Compose parecchia musica vocale,
di cui molta è andata perduta, approssimativamente diciassette oratori,
quattordici opere e cinquanta cantate. La sua attuale reputazione si basa
sulla sua produzione per clavicembalo, caratterizzata da vivacità ed
eleganza.
Lapide di Pasquini
Discografia
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Sonate
per Gravicembalo
Roberto Loreggian (cembalo), Frencesco Ferrarini
(cello)
Chandos
(1 CD, 2003) |
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Motetti
Giubilari dal
XVI
al XX
secolo
TACTUS, TC 910001 |
A cura di Rodrigo
(grazie a Rodelinda per l'immagine della
lapide)
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