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Roncaglia fu allievo di Lorenzo Gibelli. Nacque a
Faenza nel 1750:
le prima notizie che si hanno di lui però sono risalenti solo al 1772,
poiché c'è traccia di una sua scritturazione presso l'Opera di Corte
dell'elettore palatino a Mannheim. Nel 1774 tuttavia, poiché l'elettore
divenne anche Re di Baviera, tutta la corte si trasferì a Monaco, e
conseguentemente la compagnia di Mannheim si sciolse. Roncaglia tornò
quindi in Itali, esibendosi soprattutto a Napoli fino all'incirca il 1777,
quando fu chiamato a Londra, conseguendo un netto successo.
E Charles Burney, che era ancora vivo in questo periodo, descrisse il
cantante con questi accenti:
"una figura e un volto signorili, possedeva una voce dolce associata ad
uno stile di canto puro e ben disciplinato: non arrischiava mai nulla ed
era sempre a tono".
Tuttavia Burney gli trovò un difetto: era privo sia di pathos che di
interpretazione, mentre eccelleva in grazia. Ma non mancarono critiche più
dense: un certo Lord Mount Edgcumbe non lo trovò proprio un gran ché:
infatti lo riteneva troppo "languido, debole" addirittura "insipido": però
piacque moltissimo alla sua prima apparizione a Londra in occasione di una
opera di
Antonio Sacchini (Il Creso): piacque così tanto che, avendo preso
un impegno in Italia per l'anno seguente, venne scritturato per un'altra
stagione ancora, prima che si sapesse fino a che punto sarebbe piaciuto il
suo immediato successore. Il fatto increscioso è che il successore era un
nome molto noto alla fine del Settecento: si trattava di
Gasparo Pacchiarotti, il più grande cantante dell'epoca ormai già noto, ed è
chiaro che quando si esibì Roncaglia trovò meno entusiasmo, poichè il
pubblico aveva fatto più o meno esplicitamente dei paragoni: tutto lo
splendore che il pubblico aveva apprezzato nelle sue iniziali esibizioni
fu spazzato via dalla mente del pubblico inglese dopo aver ascoltato
Pacchiarotti.
Anche lui, come il Marchesini e il terribile
Caffarelli, essendo di natura
irritabile e suscettibile, negò il motivo reale della sua perdita di
favore: accusò il tenore Ansani di aver complottato ai suoi danni,
facendogli perdere il favore del pubblico: e Ansani, che era ritenuto un
cantante comunque migliore di Roncaglia, fu talmente disgustato da questa
accusa che decise di lasciare la compagnia, con la conseguenza che la
stagione non riuscì particolarmente brillante. All'epoca del fatto però
Roncaglia era ancora giovane, e si deve attestare che nel corso degli anni
migliorò molto sia nel carattere che nel canto, lasciando i grilli
giovanili, divenendo molto popolare in tutta Italia.
Si spense a Bologna all'inizio del XIX° secolo.
A cura di Arsace
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