Era l’antitesi di suo padre, Luigi XV

Fu padre di tre Re

Il 20 Dicembre 1765, sono ormai 252 anni fa, si spegneva il Delfino Louis Ferdinand di Francia. Personaggio contradditorio, a volte vicino al partito dei Devoti, protettore del clero e difensore sincero della tradizione, fu anche presentato come un principe illuminato in linea con lo spirito del suo tempo.

Qui per il commento Musicale

Louis Ferdinand sembrava soprattutto essersi prodigato durante tutta la sua vita a non sembrare mai suo padre, finendo a diventare il suo più grande oppositore. Se non prese il posto di suo padre al Trono, divenne nondimeno dopo la morte, il padre di tre futuri sovrani.

Sposato a 15 anni appena nel 1725 con Maria Leszczynska, il giovane Luigi XV manifestò rapidamente un certo entusiasmo a compiere i suoi doveri coniugali, a tal punto che, fin dalla fine del 1726, una prima gravidanza della Regina.

Il 14 agosto 1727, Maria Leszczynska mise al mondo dei gemelli. Appena raggiunti i 17 anni, nessun Re di Francia da più di 1.000 anni era divenuto padre ad una così giovane età.

Qualche mese più tardi, la Regina si trovò di nuovo incinta, ma, il 28 luglio 1728, diede alla luce ancora una figlia.

Un cortigiano allora scrisse: “La costernazione qui era generale”.

Dinnanzi alle critiche  ed alle impazienze della Corte che cominciarono a mostrare, il Re si rifiutò di sopraffare la Regina che tardava a compiere il primo dei suoi doveri, a saper dare un erede al Regno. Luigi XV, al contrario, esprimeva apertamente la sua felicità di avere a 18 anni già tre figli.

La successione alla fine fu assicurata.

Il Re prese le cose con bonomia domandando alla sua sposa di dare un appuntamento per l’anno successivo al suo medico ginecologico. Precisamente, fin dalla fine di questo anno 1728, era incinta per la terza volta. Il 4  Settembre 1729, il delfino  Louis Ferdinand vide la luce.

L’arrivo  di un erede maschio, che assicurava la perennità della Dinastia, era accolta con una immensa gioia e celebrata in tutte le sfere della società francese, ma ugualmente nella maggior parte delle corti europee.

La nascita del delfino scagionava il rischio di una crisi di successione che non avrebbe mancato alla fine di generare contrasti con la Spagna il cui Re, Filippo V non era altro che il nipote di Luigi XIV.

In queste fine annata 1729, la coppia Reale si giova di una popolarità immensa, votandosi un immenso amore reciproco. Qui sotto il piccolo Louis Ferdinand con l'aquilone.

Sposo irreprensibile, il monarca si mostrò ugualmente un padre molto affettuoso ed attaccato, quando la Regina era in contrapposizione fredda e distante.

L’anno seguente, un altro ragazzo vide la luce, Philippe de France, che morì a tre anni. I 5 altri bambini  che seguirono tra il 1732 e 1737 non sono che delle figlie, cosa che, al di là del suo stato di delfino, andò a rinforzare lo stato di Louis Ferdinand in seno della famiglia reale.

L’educazione del Delfino fu affidato a Jean François Boyer, vescovo di Mirepoix, uomo virtuoso e poco incline alle idee riformatrici che iniziavano a propagarsi. Louis Ferdinand si rivelò un allievo molto brillante.

Oltre una eccellente conoscenza del latino,  egli padroneggiava perfettamente l’inglese ed eccelleva in numerose altre discipline. Se detestava l’attività fisica, diventò per contro, come le sue sorelle, un eccellente musicista. Adulato da sua madre e dalle sue sorelle, appariva nondimeno un ragazzo orgoglioso, a volte tirannico, ma tutto secondo una impostazione molto pia.

Il Delfino all’età di 7 anni quando uno sconvolgimento famigliare trasformò il suo comportamento e ciò fino alla fine della sua vita.

La Regina, che era incinta praticamente ogni anno, avendo appreso che la 11-esima gravidanza avrebbe potuto esserle fatale, scelse di chiudere la porta al Re, che iniziava ad abbandonarsi all’amore incondizionato della sua sposa, e in più d’essere indisposto per la moltitudine dei suoi bambini di sesso femminile, decise dunque di allontanarsi dalla cellula famigliare per volgersi verso altre donne e convalidare così ufficialmente le sue amanti.

Molto afflitto per la separazione ufficiosa dei suoi genitori, l’adulterio del Re e la dolorosa rassegnazione della Regina, Louis Ferdinand formò la sua personalità all’opposto di quella di suo padre. Non ebbe mai fine la ricerca di distanziarsi dal comportamento di suo padre.

Optando fin dalla sua infanzia per una devozione profonda ed praticata, il delfino preferiva scegliersi come modello il suo lontano antenato e fondatore della sua linea dinastica, il Re Saint-Louis, piuttosto che il Re a cui lui era chiamato in successione. Non ancora settenne, il delfino volle, come voleva l’usanza, passò agli uomini il 15 febbraio 1736.

Re Luigi IX prende la Comunione

L’anno seguente, il 27 aprile 1737, Louis Ferdinand ricevette il battesimo nella Cappella del Castello di Versailles, allo stesso momento delle sorelle Louise, Elisabeth, Anne-Henriette e Marie Adelaide.

Il Delfino restò vicino a sua madre e soprattutto alle sue sorelle battezzate lo stesso giorno poiché le Più giovani lasciarono la Corte nel 1738 per essere educate presso l’Abbazia di Fontevraud (qui sotto).

A solo 10 anni, effettuò nel 1739 il suo primo dovere del Delfino rappresentando l’infante Philippe d’Espagne al matrimonio per procura di sua sorella maggiore Louise-Elisabeth. Ciò sarà l’unica delle sue sorelle a sposarsi.

La Francia era tuttavia in questa metà del 18° secolo il Primo Regno d’Europa e i buoni partiti non mancavano.

Nessun eccesso di affetto per il loro padre, ma senza dubbio per contro in opposizione dal disgusto del matrimonio davanti al comportamento svolazzante e libertino di quello del Re, le figlie del Re vanno a costituire attorno al fratello il partito dei Devoti che condannava sia la politica che a vita privata del Re. Il Monarca, all’epoca, accumulò le conquiste femminili, obiettivo privilegiato del partito dei devoti.

Così durante questo periodo si succedettero nel letto reale la Contessa de Mailly, presto soppiantata da sua sorella, la Contessa di Vintimille, la quale morì prima che la sorella delle due precedenti la Marchesa de la Tournelle, presto col titolo di Duchessa de Chateauroux, non entrasse nella vita del Re. Poi, quando Jeanne Le Normant d’Etiolles, che in seguito diventerà la Marchesa di Pompadour, occupò il posto di favorita in carica, il Delfino e le sue sorelle cominciarono a  manifestare il loro disprezzo verso colei che avevano soprannominato “Madame Putain”. L’influenza di questa donna atea, uscita dalla borghesia e vicina agli ambienti filosofici, non finì che suscitare la sfida e l’odio di Louis Ferdinand, causando ancora di più l'abisso che separava il Re e suo figlio.

Quando la guerra di Successione d’Austria che scoppiò nel 1740, Luigi XV prese personalmente la testa delle sue armate francesi ingaggiate sul fronte dell’Est.

Il 4 agosto 1744, nella città di Metz, il Re cadde gravemente malato, colpito da una febbre improvvisa ed inspiegabile. Circondato da parecchi medici, il paziente vedeva il suo stato peggiorare di ora in ora. La speranza di sopravvivere era infima. Prima di dargli l’estrema unzione, il cappellano di corte, Monsignore de Fitz-James, vescovo di Soissons, esigette una confessione pubblica dei suoi peccati.

Ben presto a 15 anni, Louis Ferdinand (qui sopra) era in età da poter cingere la Corona senza la necessità di una Reggenza di sua madre. Condotto dal suo precettore, l’adolescente fu condotto al capezzale di suo padre, cosa che dispiacque sommamente al Re. Luigi XV comprese che viveva i suoi ultimi istanti e che il partito dei devoti, attraverso il loro interprete, Il Delfino, stava prendendo la su rivincita.

L’umiliante confessione pubblica che il Re si trovò costretto di fare davanti alla popolazione fu di un effetto deplorevole per il Delfino che fu presente ugualmente.

Il Re Luigi XV (qui sotto in campagna militare) si presentò come una persona immorale, indegna di portare il titolo di Re molto cristiano. Raramente una umiliazione sarebbe stata così grande per un sovrano.

Louis Ferdinand si dispiacque di questa desacralizzazione della funzione divina che poteva che offuscare il prestigio di un trono sul quale egli si apprestava a montare. 

I devoti, da parte loro, assaporarono la loro vittoria. Ma sarà di breve durata.

Dopo aver ricevuto l’estrema unzione il 15 agosto, il Re vide la sua salute sensibilmente  migliorare e si rimise rapidamente da questa violenta febbre.

L’anno seguente, durante la battaglia di Fontenoy, Louis Ferdinand conobbe il suo battesimo di fuoco accanto al Re. Sul teatro delle operazioni, Louis Ferdinand, che diede prova di coraggio cosi come di entusiasmo, scoprì un sovrano capo di guerra, lontano dal libertinaggio della Corte di Versailles. Egli ricevette anche dalla bocca del Re una bella lezione di umanità, degna di un sovrano illuminato e filantropo: “Il sangue dei nostri nemici è sempre sangue di uomini. La vera gloria è risparmiarli”.

Di ritorno a Versailles, il Re, facendo fede alla sua confessione pubblica di Metz, riprese la sua vita licenziosa. Il Delfino (qui sotto) si ritirò allora sempre di più nella solitudine, preferendo la meditazione e la lettura piuttosto che la caccia, attività privilegiata  dai Principi di Sangue e dell’Aristocrazia.

Questa assenza d’esercizio fisico condusse il Delfino a veder ingrossarsi la sua silhouette, diventando anche obeso, là ancora all’estremo opposto di suo padre che conservava, malgrado l’età, un corpo da giovane uomo.

Austero appariva molto rapidamente come un Principe dalla moralità rigorosa, protettore del clero e particolarmente della Compagnia di Gesù, avversaria dell’Enciclopedia e dei filosofi reputati atei. Per contro, fu descritto da altri contemporanei come un Principe illuminato, desideroso di migliorare l’Immagine della monarchia, contro lo spirito de suo tempo, e di essere difensore sincero della tradizione.

Quando era prossimo ai 15 anni, il delfino fu coinvolto nella questione del matrimonio. La politica di riconciliazione tra i due rami dei Borboni, francese e spagnola, condusse Louis Ferdinand a sposare (qui sotto incisione del matrimonio), il 23 febbraio 1745, nella Cappella del Castello di Versailles, sua cugina di tre anni più vecchia, l’Infante Maria-Teresa, seconda figlia di Filippo V Re di Spagna.

Otto giorni durarono le feste organizzate per celebrare questo avvenimento. Introversa e distante, la Delfina preferiva rimanere nei suoi appartamenti la maggior parte del tempo, piuttosto che apparire, detestando inoltre il gioco.

Fu probabilmente questa grande timidezza che spiegò  come il matrimonio non fu consumato nei suoi primi mesi e Maria Teresa di Spagna se ne sentiva imbarazzata verso il suo sposo, mentre quest’ultimo doveva affrontare le maldicenze della Corte che cominciava a parlare di una sua impotenza.

Maria Teresa, infante di Spagna e Delfina di France

L’unione del Delfino e della Delfina non fu consumata che al 7 mese dopo le nozze, nel settembre 1745.

Questo evento riavvicinò gli sposi che passarono fin da allora la maggior parte del tempo insieme, uniti da una grande devozione e da un amore sia profondo che sincero.

Inoltre, in opposizione al ruolo crescente della Marchesa di Pompadour presso il Re, la coppia delfinale fece fronte comune contro questa favorita che andava a spingendosi a mescolarsi con la politica.

Per contro, la Regina sembrava esser rassegnata ad accettare la situazione.

Nell’ottobre 1745, facendo tacere dei pettegolezzi, la delfina rimase incinta. Il 19 luglio dell’anno seguente , lei mise al mondo una piccola bambina. La gravidanza era stata pesante ed il suo stato si degradò rapidamente. Tre giorni dopo, il 22 Luglio, la delfina si spense all’età di 20 anni.

Louis Ferdinand, di appena 17 anni, si ritrovò vedovo e sembrava inconsolabile. Luigi XV dovette strappare suo figlio divorato dal dolore dal letto mortuario della defunta. La ragione di Stato e l’assoluta necessità di dare un erede alla Corona obbligarono il Delfino a risposarsi a prima maturità. Fu questa volta qui dall’altra parte dell’Europa che si portò la scelta della futura Regina di Francia nella persona di Marie-Josephe de Saxe, figlia del Re di Polonia.

Il matrimonio fu celebrato a Versailles il 9 Febbraio 1747, meno di due anni dopo la morte della sua prima moglie. Molto afflitto per la perdita della prima sposa, il Delfino non riuscì a nascondere la sua estrema malinconia. Questa nuova vita coniugale che si aprì davanti a lui non sembrava interessarlo. 

Non manifestò d’altronde all’incontro di Marie -Josephe de Saxe che freddezza e disprezzo. E mentre si rimise dolcemente dalla perdita di Maria-Teresa, il Delfino dovette digerire una nuova tragedia l’anno seguente. Alla fine del mese di aprile 1748, sua figlia, uscita dalla prima unione, fu vittima di un brutale ascesso di denti. Il battesimo della bambina fu organizzato in fretta. Per rendere omaggio alla sua sposa adorata, il Delfino (qui sotto in una incisione) scese di pre-nominare sua figlia Marie-Therese.

Lo stato di salute della Giovane Principessa non finiva di peggiorare. I suoi dolori furono curati con l’ematico, che conteneva le convulsioni e condusse la piccola Maria Teresa a morte il 27 aprile 1748, momento in cui lei non aveva che 2 denti. Il delfino fu distrutto dall’annuncio della sparizione del solo legame che lo legava alla defunta delfina, sempre onnipresente nel suo cuore.

 

Bisognò attendere circa tre anni di matrimonio per far sì che la delfina non cadesse incinta, cosa che una volta ancora facesse tacere le maldicenze dei cortigiani sul poco impegno che Louis Ferdinand manifestava nell’esercizio dei suoi doveri coniugali. Il bambino che vide la luce a Versailles il 26 aprile 1748 era ancora una volta una ragazza. La Corte si divertì molto della cosa.

All’età di 19 anni il Re Luigi XV aveva già dato un erede alla Corona. Louis Ferdinand invece si avvicinava ai 25 anni e tardava ad assicurare la continuità della Dinastia. Il Delfino non poté scappare dal paragone con suo padre Luigi XV che a quell'età aveva già assicurato un futuro dinastico ai Borboni. Bisognerà attendere un po’ di più di un anno affinchè un ragazzo tanto atteso venga al mondo il 13 Settembre 1751.

L’erede al trono ricevette il titolo di Duca di Borgogna.

Le campane delle chiese di Parigi si misero a suonare per celebrare questa nascita ardentemente desiderata, mentre il Re Luigi XV decretò tre giorni di festa lavorativa e di illuminazioni. Questo avvenimento riavvicinò un po’ il Re con suo figlio sebbene i loro caratteri rimasero sempre antitetici.

Nei 13 anni che seguirono la nascita del Duca di Borgogna, la coppia delfinale mise al mondo 6 altri figli, di cui 4 maschi. Uno di loro fu preso dalla pertosse 5 mesi dopo la sua nascita.

L’arrivo di questa filiazione successiva, condusse la Delfina (qui sotto) a conquistare i favori di suo marito. Donna di spirito superiore, poco a poco sostenuta dalle cognate, Marie-Josephe domò suo marito, moderò i suoi eccessi di devozione e di rigore morale, essendo molto pia lei stessa, e con delicatezza e scrupolosità, vegliò per evitare tensioni nel seno della famiglia Reale. Il Delfino e la Delfina vissero per quanto possibile in ritiro dalla Corte, dando l’immagine di una famiglia perfettamente unita e diffondendo una austero buonumore nell’universo libertino e corrotto di Versailles. 

Non era raro per i cortigiani di scorgere la coppia erede al Trono passeggiare sulla terrazza della Reggia a braccetto, accompagnati dai loro figli che davano loro le mani. Fatto raro negli annali della Corte, Louis Ferdinand e Marie-Josephe si incaricarono loro stessi dell’educazione dei loro propri figli, guidando personalmente il loro educatore, il Duca di La Vauguyon, vegliando sui loro giochi come alla loro formazione religiosa ed intellettuale, li circondavano di cure vigili, senza far sparire una certa severità.

 

Parallelamente al suo ruolo di padre, il Delfino non dimenticò tuttavia di prepararsi al suo futuro mestiere di Re. Lo studio occupava dunque una parte importante delle sue giornate. Louis Ferdinand (qui sotto nel 1747) passava ore ad iniziarsi ai meccanismi della finanza e del commercio, a comprendere i problemi agricoli e a compilare dei trattati militari.

 Oltre al suo amore per la storia, le sottigliezze del diritto francese lo catturavano a tal punto che Luigi XV gli domanderà un giorno se egli contava un giorno di divenire avvocato.

Nel gennaio 1757, nei secondi che seguirono l’attentato perpetrato contro il Re, il Delfino fece parte di coloro che giunsero a bloccare il regicida Robert François Damien. Per la seconda volta nella sua vita, Louis Ferdinand sembrò avviarsi a montare al trono. Il Partito dei Devoti si asserragliò vicino a lui. Ma l’ora non era giunta poiché il Re si ristabilì velocemente dal colpo di temperino che aveva ricevuto nel petto.

Tuttavia, Luigi XV acconsentì a preparare suo figlio alla sua successione invitandolo a partecipare al Consiglio del Re. Senza sorpresa, durante queste sedute, Louis Ferdinand si distinse per le sue posizioni  - clericali – fra cui certamente ricordiamo la sua opposizione alla espulsione dei gesuiti nel 1764 - tutto esaltando la fermezza contro gli abusi ed il conservativismo parlamentare, questi ultimi non erano a suoi occhi i difensori del popolo ma unicamente una casta di privilegiati egoisti e demagoghi.

Qualche mese dopo aver festeggiato i suoi trenta anni, il Delfino si apprestava ad affrontare una nuova prova.

Nella primavera del 1760, il suo figlio maggiore, il Duca di Borgogna, di 9 anni, cadde dall’alto del cavallo in cartone che gli era stato regalato qualche tempo prima. In seguito alla caduta iniziò a zoppicare ed i medici gli scoprirono ben presto un gonfiore all’anca. L’intervento che subì non cambiò nulla. L’erede al Trono fu allora condannato a stare nella sua stanza e i suoi studi furono interrotti. Il suo stato di salute iniziò a degradarsi quando gli fu diagnosticato nel novembre 1760 una doppia tubercolosi, polmonare ed ossea. La coppia Delfinale dovette arrendersi all’evidenza: la morte del Duca di Borgogna fu così imminente ed ineluttabile. “Signore il Delfino e Madame la Delfina sono in una prostrazione di dolore che non si può raccontare” scrisse il generale de Fontenay.

Nell’urgenza, il bambino fu battezzato il 29 Novembre 1760 ed effettuata la sua prima comunione il giorno dopo. Entrato in agonia, egli ricevette l’estrema unzione il 16 marzo 1761, prima di morire in odore di santità nella notte fra il 20 ed il 21 Marzo seguente. Dalle testimonianze dell’epoca, mai la famiglia reale aveva manifestato una tale afflizione per il decesso di un così giovane Principe.

Dopo la sua adolescenza, Louis Ferdinand (qui sopra snello) aveva una silhouette ingrossata, anche se la sua pinguedine era corretta dalla sua altezza. Nei mesi che seguirono il decesso di suo figlio, iniziò a dimagrire significativamente, a tal punto che convenne ritoccare i suoi abiti. Questa perdita di peso era associata ad un pallore malsano e a bruschi episodi di debolezza. I medici erano inclini a ritenere si trattasse di una infezione gastrica o epatica e gli prescrissero delle cure che parvero mostrarsi efficaci. A dispetto di questo cambiamento fisico, il Delfino conservava lo stesso modo di vita, sebbene si isolasse ancora dopo la sparizione prematura del Duca di Borgogna.

Il decesso della Marchesa di Pompadour, il 15 aprile 1764, che aveva esercitato per 20 anni il suo ascendente sul Re, non costituì per lui che una magra consolazione quando anche non avesse mai nascosto la sua avversione verso la favorita reale.

All’inizio dell’estate del 1765 il Delfino dimagrì di nuovo. Nessuno se ne allarmò. Anche la sua sposa dichiarò “Io non l’ho mai visto così tanto bello”.

Nel mese di Luglio, la Corte si rese a Compiégne per assistere alle manovre militari annuali. Tutticontemplarono con soddisfazione la prestanza e la forza virile del Principe, che cavalcava alla testa del Reggimento “Dragons-Dauphin” del quale lui era colonnello.

L’11 agosto, Louis Ferdinand effettuò una visita all’abbazia di Royallieu e ritornò a Versailles sotto la pioggia. Raggiunse il Consiglio del Re senza aver preso il tempo per cambiarsi d’abito inzuppati. Preso dalla febbre, egli dovette mettersi a letto per malattia.

Qualche giorno più tardi era guarito, ma non riuscì a sbarazzarsi da una fastidiosa tosse.

Il 1° settembre 1765, era il 50-esimo anniversario dell’avvento del Re. A 50 anni il Re Luigi XV ostentava una insolente salute per una età così avanzata. Per contro, Louis Ferdinand che festeggiava 3 giorni più tardi il suo 36-esimo compleanno, sembrava meno vigoroso da qualche tempo.

Come non pensare al figlio maggiore di Luigi XIV che visse fino all’età di 50 anni prima di morire senza mai regnare? Il Delfino rimuginava un destino simile poiché, qualche giorno più tardi, era in preda ad una crisi di dissenteria e sempre soggetto ad una forte tosse.

Luigi XV gli inviò il suo primo medico, il dottor Jean Baptiste Senac, ma quest’ultimo fu congedato dal Principe che gli disse: “Io sarò sempre a mio agio di vedervi per discutere di letteratura e di storia con voi, ma il mio appartamento vi sarà chiuso se voi i parlerete della mia salute”.

Allo stesso modo rifiutò l’offerta di suo padre che gli propose di annullare il suo soggiorno di autunno al Palazzo di Fontainebleau (qui sotto), affermando per contro che la buona aria belligerante gli sarebbe stata salutare.

Non più del suo entourage, il Re non potè nascondere per lungo tempo la verità. Apparve sempre più chiaramente che il Delfino aveva una infezione ai polmoni. Senza dubbio soffriva di una bronchite cronica, di una pneumonia, infine della tubercolosi. Era preso incessantemente da dolorosi colpi di tosse, perdeva sangue, respirava con difficoltà crescente. Sembrava esser condannato a breve. La Famiglia Reale tentò di lasciare il più a lungo possibile la Regina Maria Lezszynska nella ignoranza del triste pronostico.

Louis Ferdinand si preparava con serenità ad una fine vicina che non cercava di nascondere. Si dispiaceva che a causa della sua malattia, una parte della Corte  fosse tenuta a Fontainebleau. Il Re Luigi XV, tentò di fare una bella figura.

Il 13 novembre 1765, il Delfino era al maggior momento di malessere e domandò di ricevere gli ultimi sacramenti. L’agonia non fera che all’inizio e si sarebbe estesa su più mesi. “Il Re e tutta la famiglia Reale che non lo lasciavano mai, commossero tutta la Corte” scrisse uno di loro.

Il 19 Dicembre, allo stremo delle forze, Louis Ferdinand confidò i suoi figli al loro governante, il Duca de  La Vauguyon, raccomandando loro “soprattutto il timore di Dio e l’amore della religione, di avere per il Re la più perfetta sottomissione e il più profondo rispetto, e di conservare tutta la loro vita a Madame la Delfina l’obbedienza  e la fiducia che essi dovevano ad una madre così rispettabile”.

Durante il suo ultimo colloquio con suo padre il Delfino gli domandò di lasciare sua moglie “padrona assoluta dell’educazione dei suoi figli”.

I medici serrarono in seguito la porta del morente ai prossimi. Tra due eccessi di febbre, il Delfino rinvenne per domandare a suoi medici “Credete che non ci sia nulla da temere per il petto di Madame la Delfina?” Ricadde nell’incoscienza.

Louis Ferdinand si spense all’età di 36 anni, il 20 Dicembre 1765, alle 8 e 23 del mattino, al castello di Fontainebleau, dopo parecchie settimane di lotta accanita, assistito dal suo amico il Cardinale Paul de Luynes, arcivescovo di Sens (qui sotto). Folgorata dal decesso del suo sposo, Marie-Josephe svenne.

La morte del suo unico figlio abbattè Luigi XV che strinse a sé i suoi nipoti nelle sue braccia. Conformemente all’etichetta che gli impediva di risiedere nello stesso luogo dove riposava un cadavere di uno dei suoi, la Famiglia Reale lasciò Fontainebleau, dopo parecchie settimane di lutto per raggiungere Versailles.

Secondo le ultime volontà di Louis Ferdinand, la sua spoglia fu inumata nella Cattedrale di Sens, mentre il suo cuore fu portato nella Basilica di Saint-Denis.

Il 1° Marzo 1766, alla fine di più di tre mesi di lutto, un servizio solenne fu celebrato nella Cappella Reale di Versailles per il riposo dell’anima di Louis Ferdinand.

Marie Josephe de Saxe, che aveva vegliato suo marito durante la sua malattia, contrasse il suo male e lo seguì nella tomba meno di un anno e mezzo più tardi, il 13 Marzo 1767.

Comandato da Luigi XV allo scultore Guillame Coustou,  sotto il disegno di Cochin e spunti di Diderot, un mausoleo (qui sopra) fu eretto 10 anni più tardi.
Il cenotafio è composto da un gruppo allegorico evocante le virtù del Principe: l'Immortalità, la Religione, il Tempo e l'Amore Coniugale.
Terminato nel 1776, la composizione fu esposta nel Salone del 1777, poi installata in mezzo al Coro della Cattedrale de Sens nel dicembre 1777, al di sopra di una volta dove era inumata la coppia.

Durante la rivoluzione, non potendo stare fuori dalla vista dei rivoluzionari, si decise di smontarla nel 1793 e l'incarico fu affidato allo scultore di nome Pierre Person, allievo di Bridan, che tenne i pezzi smontati nella cappella di Sainte Colombe. Le sculture subirono qualche mutilazione. La tomba della coppia delfinale fu profanata nel marzo del 1794 dai rivoluzionari, che gettarono i cadaveri in una fossa comune della città.

Durante la Restaurazione, Luigi XVIII ordinò la riparazione e rimessa sul posto della tomba monumentale dei suoi genitori, ritrovando così il cenotafio in mezzo al coro.

Grazie a dei testimoni, i corpi furono ritrovati e rimessi nella cattedrale l’8 Dicembre 1814.

A metà del XIX-esimo secolo il clero e i fedeli della cattedrale furono d'accordo che questo mausoleo impediva considerevolmente la vista dell'altare maggiore e si decisero di spostare la scultura in una cappella laterale.
Nel 1852, il monumento si sistemò dunque nella cappella assiale nord della Cappella Sainte-Colombe, di base ovale costruita fra il 1704 ed il 1710. Ancor oggi essa può esser ammirata essendo l'insieme scultoreo tutto sommato ben conservato in quasi tutte le sue parti originali.
Una lastra funeraria piazzata nel coro ricorda l'antico posizionamento della tomba monumentale e l'entrata de caveau dove i resti del Principe e della Principessa furono riposti alla Restaurazione.

Benchè non avesse mai regnato, Louis Ferdinand di Francia (qui sopra nella allegoria del Nattier) diede tre sovrani al Regno, poiché era il padre di Luigi XVI, Luigi XVIII e Carlo X.

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