Le figlie di Luigi XV




 

(14 Agosto 1727 – 6 Dicembre 1759)




 

(14 Agosto 1727 – 10 Febbraio 1752)




 

(28 Luglio 1728 – 19 Febbraio 1733)




 

(23 Marzo 1732 – 27 Febbraio 1800)




 

(11 Maggio 1733 – 7 Giugno 1799)




 

(27 Luglio 1734 – 2 Marzo 1782)




 

(16 Maggio 1736 – 28 Settembre 1744)





(15 Luglio 1737 – 23 Dicembre 1787)

Nove gravidanze, fra cui il Delfino nato nel 1729, un figlio minore morto a tre anni d’età nel corso dell’anno 1730, otto figlie, di cui due gemelle: una infante, due piccole figlie morte in giovanissima età e cinque nubili.

Luigi XV e Maria Leszczynska, sposati nell'agosto del 1725, sono genitori per la prima volta nell’agosto 1727.

In luogo di un Delfino, tanto atteso, nascono Elisabeth ed Henriette di Francia. La loro madre ha un susseguirsi di gravidanze fino al 1737, anno durante il quale nasce Louise di Francia, chiamata Madame Septiéme e soprannominata da suo padre, Madame Derniére.

Il Re e la Regina non desideravano più aver figli. I medici erano stati molto chiari: una dozzina di gravidanze sarebbe stata certamente fatale per la sovrana.

Così la Regina chiuse la porta della sua Camera. Per Luigi XV, fu un vero affronto. Il Re, se era un buon padre attento, si lasciò dunque prendere dalle sue favorite o da dei piccoli flirts passaggeri.

Nessun Re di Francia ebbe tante figlie.

Il tenore di vita delle Mesdames pesava molto sulle finanze della Monarchia. Ogni nata a Versailles, allevata nell’ala dei Principi (praticamente l’ala Midi della Reggia di Versailles), finiva per organizzare, proprio per la

 

 loro presenza, tutta la distribuzione dello spazio del Palazzo. Molto presto si disse che tali spese per le Principesse non sposate, eccetto Elisabeth che divenne infanta di Parma nel 1739, erano spropositate e soprattutto inutili.

Alla nascita delle due gemelle, in agosto 1727, Luigi XV, che aveva al tempo 17 anni, poteva vantarsi di aver fatto doppio colpo. Fu in seguito molto legato alle sue figlie Elisabeth ed Henriette, rispettivamente Madame Primiére e Madame Seconde.

I sovrani erano dei genitori attenti e preoccupati del benessere della loro progenie. Non furono negligenti. Se l’etichetta organizzava il loro tempo senza considerare il loro ruolo di genitori, essi consacrarono volentieri alle loro figlie una parte non irrisoria del loro tempo libero.

Elisabeth e Henriette sorelle gemelle 

Le due gemelle avevano due personalità diametralmente opposte. Se la Prémiere era autoritaria e particolarmente ambiziosa, la Seconde era dolce, riservata, altruista.

Elisabeth, nata per prima qualche ora prima, era imperiosa forse molto più dominatrice di quanto volesse ammettere. Sebbene lei non era nata uomo, sebbene lei non poteva ascendere al trono, lei era, comunque la primogenita della coppia Reale. Per questo motivo era chiamata anche solo Madame.

Sembrerebbe, a sentire i coevi, che Madame Henriette si fosse eclissata molto serenamente nell’ombra di sua sorella. Il Papà-re e la Mamma-Regina, come venivano soprannominati dai loro bimbi, erano molto  attaccati alle loro gemelle.

Elisabeth era chiamata Babette da suo padre – il Re amava molto i soprannomi e ne affidò alle sue figlie. Lei era la preferita dai sui genitori. Le sue qualità umane, così come la sua discrezione, ne fecero una giovane figlia accattivante. E d’altro canto lei fu cara a tutte le altre sorelle. 

 

Elisabeth ed Henriette vennero battezzate nella Cappella Reale il 27 Aprile 1737. L’una e l’altra furono allevate nella Reggia.

Fin dalla più giovane età - e ciò accadde anche per  il caso della loro sorella Adelaide - furono inizializzate ad una vita totalmente ritualizzata, ad un quotidiano di regole tratte da una etichetta esigente, al limite della coercizione. Se loro detestavano la vita di Corte ed i cortigiani, erano ciononostante attaccate al rispetto del protocollo e molto gelose delle loro prerogative di Figlie di Francia. Associarono la loro infanzia all’Ala dei Principi, che si affacciava al Parterre du Midi, situato in prossimità dell’Orangerie e del bacino d’acqua detto degli Svizzeri.

 

Conoscevano questa parte del castello e l’avevano vista occupata, anno dopo anno, da una fratellanza numerosa, gioiosa, rumorosa ed imbronciata. Agli occhi della monarchia, le Mesdames di Francia rappresentavano innanzitutto molte alleanze matrimoniali possibili, che avrebbero permesso alla Francia di affermare la propria potenza in Europa.

Non erano per nulla destinate a rimanere a Corte, e nemmeno a vivere nel Regno.

Tuttavia, Elisabeth sarà la sola delle figlie di Luigi XV ad esser sposata.

Come spesso a Versailles, la politica si mescolava alle festività. Il Re attendeva le feste di Carnevale del 1739, più precisamente il momento di un ballo mascherato, per annunciarvi ufficialmente il matrimonio della sua figlia maggiore con l’infante di Parma Filippo (qui sotto), il terzo figlio del Re Filippo V di Spagna (che era il nipote di Luigi XIV, che ebbe a servizio Farinelli e che volle quella meraviglia spagnola barocca che è La Granja de San Ildefonso).

 

La novità di questo matrimonio sconcertò i cortigiani, così come l’intero Regno. Era unanimemente considerato come una cattiva alleanza, indegna della figlia maggiore di Francia, come ebbe modo di scrivere l’avvocato Barbier, uno dei memorialisti di spicco del Regno di Luigi XV. “Pareva strano che la Figlia maggiore di Francia non sposasse una testa coronata. Questo Principe non avendo, stando alle apparenze, nessuna speranza né per la corona di Spagna, dove aveva prima di lui in linea di successione il Principe delle Asturie (il Futuro Ferdinando VI) ed il Re di Napoli, né sulla Corona di Francia. Forse c’era nelle negoziazioni qualche carica da affidargli.”

 

Elisabeth aveva 12 anni in quel momento. Dai due lati dei Pirenei, i diplomatici e gli ufficiali garanti dell’etichetta versaillese e madrilena si attivavano per preparare questi sponsali destinati ad essere sontuosi. D’altro canto, essi marcarono la storia della Reggia.

Il 23 agosto 1739 l’ambasciatore straordinario del Re di Spagna, il Marchese de la Mina, fece la sua entrata principale a Versailles. L’indomani i fidanzamenti vennero celebrati nel Salone Occhio di Bue. Il contratto di matrimonio venne firmato nel Gabinetto del Re.

Elisabeth di Francia divenne Madame Infante. Il Re e la famiglia erano tutti emozionati. Il 26 agosto 1739, il matrimonio per procura venne celebrato nella Cappella Palatina. Suo fratello maggiore la condusse fino all’altare. Ne seguirono delle feste fastose. Pasto di nozze, fuochi di artificio, ballo. L’indomani sera l’Infante assistette, circondata dalle sorelle, alla festa data dall’ambasciatore di Spagna, nel corso della quale un fuoco d’artificio rappresentò simbolicamente la catena dei Pirenei.

 

Parigi era ugualmente in festa: tutta la famiglia Reale era presente, da un balcone del Louvre ad un fuoco d’artificio, ancora un altro, lanciato sulla Senna.

Dopo queste giornate di giubilo, che costarono molto allo Stato, la nuova infante dovette risolversi a lasciare sua famiglia.

Il 30 agosto 1739, lei pronunciò gli addii disperati alla madre, alle sorelle Henriette ed Adelaide, ed infine a suo padre che l’accompagnò in una carrozza fino al Pléssis-Piquet. L’addio il più difficile fu, non si poteva dubitarne, alla gemella Henriette.

Oramai, Elisabeth iniziò ad avere la politica come ossessione. Ingrandire il suo potere ducale di Parma e mantenere un tenore di vita più che lussuoso.  Per lei, ne andava della sua dignità. Partì da Versailles con una dote di cui solo la biancheria rappresentava 300.000 livree. Suo padre aveva voluto così. Ciò tuttavia non mancò di scatenare l’ira del suo Primo Ministro, il Cardinale Fleury, che denunciò che con una dote come quella dell’Infanta non ci sarebbe stato di che maritare le altre figlie.

Elisabeth de France e sua figlia maggiore >Isabella   Il Cardinale André-Hercule de Fleury

Tuttavia non ci furono in effetti altri matrimoni – cosa che nessuno a dire il vero avrebbe potuto prevedere, nemmeno il Re in quel momento.

Madame Henriette

Madame Henriette ebbe un idillio che fu, benché fosse stato perfettamente casto, abbastanza appassionato con suo cugino il Duca di Chartres; rapidamente, il Re lo osteggiò per evitare che la Casata degli Orléans non fosse troppo prossima al Trono.

   

In seguito al matrimonio di sua gemella, Henriette venne chiamata ormai Madame. I diplomatici caldeggiarono delle alleanze matrimoniali che, tutte, rimasero solo ipotesi o semplici fantasie. Ad un certo momento, lei fu destinata al maggiore fra i figli dell’elettore di Baviera, si auspicava infatti una alleanza molto prestigiosa con l’Imperatore d’Austria Carlo VI.

Henriette era dunque la prima figlia della famiglia Reale ad esser condannata ad un nubilato forzoso. Trovava tuttavia forti consolazioni nella religione.

Sosteneva in modo incondizionato suo fratello il Delfino nelle sue posizioni religiose estreme, lui, che era a Corte il capo del partito devoto e passava il suo tempo con le sue sorelle minori e la loro cognata, la Delfina Marie-Joséphe de Saxe.

Henriette suona alla viola da gamba 

La musica era il suo rifugio, la sua passione, come per tutte le figlie di Luigi XV, che detestavano per contro la danza ed il ballo. Henriette era una virtuosa di parecchi strumenti musicali, ma eccelleva per la viola da gamba che studiava assieme al maestro Jean-Baptiste Antoine Forqueray.

Henriette ebbe delle relazioni privilegiate con suo padre, ma non potè comprendere mai la vita dissoluta paterna. A lei sarebbe piaciuto rimettere sulla buona strada suo padre.

Morta in poche ore per il vaiolo nel mese di febbraio 1752,  lei, era quella che avrebbe potuto salvare l’anima del Re, come scriverà più tardi Madame Campan nelle sue Memories: “ Si dispiaceva Madame Henriette …. Questa principessa aveva avuto influenza sull’animo del Re; si diceva che se lei avesse vissuto, si sarebbe occupata di procurargli dei piaceri in seno della sua famiglia, che lei avrebbe seguito il Re nei suoi piccoli viaggi ed avrebbe fatto gli onori nelle piccole cene che il Re amava fare nei suoi piccoli appartamenti interni”.

Madame Henriette venne sepolta nella necropoli Reale di Saint-Denis.

Basilica di Saint Denis 

La sua morte fece cadere la famiglia Reale nella disperazione. Sarà il pretesto di uno dei viaggi di sua sorella l’Infante fino a Versailles (il primo fu nel 1748). Elisabeth vi rimase un anno intero, lontano da Parma. Al suo ritorno nel dicembre 1759 in Francia, durante il  suo ultimo soggiorno alla Corte di Versailles, contrasse il vaiolo, in modo fulminante.

Il suo corpo putrefatto venne molto presto condotto fino a Saint-Denis, e fu deposto accanto a quello di Henriette. Le due gemelle vennero riunite per l’eternità.  Tuttavia la sua tomba venne profanata dai rivoluzionari, assieme a quella della sua sorella gemella Elisabeth.

Madame Elisabeth e Madame Adelaide 

La nuova Madame fu dunque la loro sorella Adelaide, un nuovo capo politico era nato.

Un forte carattere, una bellezza reale che sbocciò rapidamente, Adelaide di Francia era, dopo il Delfino, l’uomo della famiglia. Era soprannominata Monsieur. Aveva la passione per l’etichetta. Condannata a restare una vecchia figlia, era inevitabile di finire per farsi notare o di restare nell’ombra.

Madame Adelaide 

Per compensare il fatto di non esser sposata, Adelaide rimpiazzò progressivamente Marie Leszczynska nelle cerimonie e divenne la prima Dama di Corte. Era considerata come una Regina Ufficiosa. Per questo fatto, lei esercitava un forte ascendente sulle sue sorelle.

A partire dalla morte della loro maggiore Henriette, Adelaide diede prova di una forte autorità verso le minori Vittoria e Sophie. Solo Madame Louise, pienamente cosciente del rango che occupava e aspirando con tutte le sue forze a diventare una religiosa, scappò dalla sua influenza.

Victoire, Sophie e Louise

La personalità di Adelaide, complessa, fu ben più travagliata di quanto non sembri.

Si oppose con tutte le forze all’imposta del ventesimo, che il clero avrebbe dovuto pagare equamente. Rivendicava un cattolicesimo intransigente che si manifestava nel suo incondizionato sostegno all’ordine dei gesuiti. Nella disputa che opposero i partigiani della bolla Unigenitus ai parlamentari giansenisti, lei non indietreggiò davanti a nulla per far desistere Luigi XV e assicurare il trionfo dei gesuiti. D’altro canto a forza di difenderli, divenne il capro espiatorio dei libellisti stipendiati dai rappresentanti del Parlamento.

L’accusa di incesto con suo padre fu, per la giovane donna, la più mortificante. Paragonata a delle regine scellerate, come Messalina o Lucrezia Borgia, lei era vista come una donna di potere, e dunque dannosa.

 

D’altro canto, nel 1752 l’anno in cui il Re nominò Duchessa la sua favorita Madame de Pompadour, Adelaide gli fece sapere che desiderava lasciare l’Ala dei Principi per occupare degli appartamenti degni della sua posizione. Le venne offerto quello al piano terra del corpo centrale della Reggia, davanti all’aiuola d’Acqua.

D’altro canto, Adelaide aveva una sete di conoscenza insaziabile, che s’iscrive bene nelle preoccupazioni enciclopediche del suo tempo. Madame Adelaide studiò in modo divorante l’astronomia, la storia, la geografia, la filosofia, il latino, il greco, le lingue del tempo (assieme alle sorelle apprese l’italiano con Goldoni); aveva anche il gusto per le arti minori, come il ricamo, il disegno, la pittura, lavorare il legno (passione fra l’altro che condivideva col Re), e, sicuramente la musica. Adelaide eccelleva nel violino che suonava con Guignon.

 Appartamento di Madame Adelaide

Sua sorella minore, Madame Victoire, aveva grande predisposizione per la musica era una ottima clavicembalista, e numerose composizioni le furono dedicate come Jacques Duphly o Armand Louis Couperin.

Dal 24 Dicembre 1763, e per 2 settimane la famiglia Mozart soggiornò a Versailles, periodo durante il quale, tramite una conoscenza a corte, furono ammessi a una cena reale, dove a Wolfgang, secondo testimonianze, fu permesso di baciare la mano della Regina Maria Leszczyńska. Inoltre, a Versailles fecero visita alla famosa cortigiana Madame de Pompadour, allora negli ultimi mesi di vita, "una donna molto altezzosa, che ancora dettava legge su tutto", secondo Leopold. Nel ricordo di Nannerl, Wolfgang venne messo in piedi su una sedia per essere esaminato da Madame, la quale non gli avrebbe concesso il permesso di darle un bacio.

Nel 1763, Vittoria ebbe il piacere di accogliere nei suoi appartamenti il giovane Mozart, di 7 anni. Alla fine della sua esibizione, sconvolta, lei lo strinse fra le sue braccia. Più tardi lui le compose delle Sonate per il clavicembalo.

Riguardo Madame Sophie, se non possedeva un gran talento, era una buona musicista. Il pittore Drouais scelse di rappresentarla con una partitura in mano.

Madame Sophie

Madame Adelaide e le sue sorelle si innamorarono di uno dei più inquietanti brillanti dell’epoca, Pierre Augustin Caron, orologiaio di professione. Questo spirito libero era più conosciuto col nome di Beaumarchais. Divenne il professore d’arpa delle Mesdames. Loro ne sono matte, Adelaide per prima.

 

Le figlie del Re di Francia non erano quindi chiuse alle preoccupazioni e alle idee nuove del loro secolo.

D’altro canto, la sorella maggiore, Madame Infante, confidava l’educazione dei suoi tre figli a dei filosofi dei Lumi, come Condillac e Mably.

In questo secolo dove i genitori amavano teneramente sempre più i propri figli oramai considerati come unici e insostituibili, alla Corte di Versailles, tuttavia, l’economia primeggiava sull’amore filiale. Tradizionalmente i bimbi, compresi quelli di Francia, non venivano allevati a Corte.

Il Primo Ministro Fleury era giunto, subito e senza grande difficoltà, a convincere il Re di affidare le sue figlie minori all’abbazia Reale di Fontevraud (qui sotto).

 

La Regina non aveva opposto nessuna rimostranza. Avendo ognuna delle Principesse una propria Casa, affidata ad una sovrintendente, con delle dame di compagnia, degli ufficiali, delle donne da camera e domestiche, ne risultava una organizzazione che costava molto cara alla Monarchia.

Mentre affidando l’educazione di queste Piccole principesse in questa abbazia che godeva di una eccellente reputazione in tutto il Regno (al contrario della maggior parte dei conventi di quest’epoca), l’idea perseguita da Fleury era di non sperperare denaro in spese di mantenimento per delle bimbe che erano per il momento inutili.

Madame Adelaide in abiti della Dea Diana

Adelaide, di 7 anni, riuscì a convincere suo padre, commosso fino alle lacrime, di non lasciarla partire. Invece Madame Victoire, Sophie, e Louise lasciarono dunque la Corte nel giugno 1738 per il convento. Fontevraud era posizionato ad un centinaio di leghe da Versailles, ai confini con l’Anjou, della Touraine e del Poitou.

Per vegliare sulle piccole figlie, si succedettero alla testa del convento, Louise Françoise de Rochechouart-Mortemart, la nuora di Madame de Montespan, favorita di Luigi XIV, poi Madame de Montmorin de Saint-Hérem. Una come l’altra erano molto attaccate alle piccole Mesdames, fino ad essere per loro delle vere madri sostitute.

La presenza delle figlie di Luigi XV a Fontevraud onorava le suore. Se le condizioni materiali erano difficili, con un comfort più che rudimentale, le piccole figlie apprezzarono comunque la vita del convento ed adoravano le religiose.

Esse ricevevano una educazione cattolica molto stretta. Inoltre, le sorelle le fecero comprendere l’umiltà e ciò malgrado la loro illustre posizione.

Le piccole Mesdames detestavano tutto ciò che era superficiale.

 Madame SophieMadame Victoire

Madame Sophie a sinistra e Madame Victoire a destra 

Una volta tornate a Versailles – Victoire sarà lì nel 1748, Sophie e Louise nel 1750 – ebbero una avversione profonda ed irreversibile per la Corte ed i cortigiani.

Contrariamente a quello che abbia potuto scrivere Madame Campan (qui sotto)nelle sue MEMORIES, nominata lettrice delle Mesdames nel 1768, l’istruzione delle Principesse non venne mai meno. Madame Campan ebbe modo di verificare che Madame Louise, all’età di 12 anni, “non aveva ancora percorso l’interezza dell’alfabeto e non aveva appreso a leggere correntemente se non dal suo ritorno a Versailles.”  

Madame Campan 

Sotto la sua penna d’educatrice, le religiose erano solo delle persone che maltrattavano.

Da loro, le angosce insormontabili di Madame Victoire sarebbero da attribuire “ai violenti spaventi che lei aveva provato all’abbazia di Fontevraud, tutte le volte che la inviavano per penitenza a pregare in un sotterraneo dove si seppellivano le religiose”.

Questo il motivo anche per il terrore che le tempeste scatenavano in Madame Sophie. 

Relativamente a Madame Adelaide e Victoire, dei progetti di matrimonio erano stati caldeggiati, ma nessuno evidentemente portato in porto.

Un tempo Adelaide fu promessa al Principe Xavier de Saxe, il figlio del Re di Polonia Augusto III; mentre per Victoire, la sorelle maggiore Madame Infante aveva il desiderio di vederla sposata al Re Ferdinando VI di Spagna.

   
Principe Xavier de Saxe  Ferdinando VI di Spagna 

La Principessa, che amava la buona tavola, era riconosciuta come la più bella delle figlie di Luigi XV. Sempre la penna di Madame Campan così la descrive: “Madame Victoire era bella e molto graziosa: il suo portamento, il suo sguardo, il suo sorriso era in perfetta sintonia colla bontà della sua anima”.

Infine sembrava che Madame Sophie non si interessasse a nessuno, né della Corte né del Regno. Era una personalità fuggente, scialba, per non dire trasparente: “Madame Sophie era di un raro languore. Io non ho mai visto una persona così turbata. Camminava con una velocità estrema, e per riconoscere senza guardarle le persone che si spostavano al suo passaggio, aveva preso l’abitudine di vedere di lato, come le lepri.”

L’ultima figlia di Luigi XV aveva un fisico ingrato. Madame Louise era infatti leggermente gobba.

Madame Louise in tenera età 

Fin dal suo ritorno a Versailles nel 1750, all’età di 13 anni, lei si mostrava diversa dalle sorelle.

Nel seno della famiglia Reale, lei era a parte.

 

Gli anni passati all’abbazia di Fontevraud (qui sopra) l’avevano segnata molto di più, rispetto le altre sorelle. Aveva preso il gusto per la vita monacale. Amava il rigore, il quotidiano interamente ritmato dalle preghiere e le occupazioni spirituali. Se lei era la figlia di Francia, era più che chiaro a proposito del carattere straordinario della sua nascita, il suo solo Signore era Dio. Era ancora a Fontevraud quando espresse il voto di consacrare la sua vita a Dio. Lei voleva proprio diventare una religiosa. Fu vivamente impressionata dalla scelta della Contessa di Rupelmonde di rinunciare al mondo e in primo luogo alla Corte per entrare nel corso del mese di ottobre 1751, al carmelitano situato a Parigi in rue de Grenelle.

L’esempio della contessa fu determinante sulla vocazione della Principessa. Inoltre, la sua salute fragile spiegherebbe ugualmente la sua appetenza per l’introspezione e la preghiera: molto giovane, lei soffriva di una tosse cronica e sputava regolarmente sangue.

Madame Louise decentrava la Corte. Era a volte orgogliosa, altre volte fuggente. Sfuggiva ai clans ed a tutta l’autorità famigliare. Nemmeno il Delfino poteva influenzarla.

Solo la religione l’interessava. Era il solo suo rifugio. Negli appartamenti della Reggia che lei occupava, portava di nascosto un abito da religiosa e tentava di vivere in un modo il più possibile monacale sotto le dorature di Versailles.

Lei fuggì il mondo per meglio concentrarsi su Dio.

Era spaventata all’idea di poter esser maritata. Infatti vi fu un momento in cui la monarchia la voleva unita al Principe Charles Edouard, il pretendente della dinastia Stuart al Trono inglese (qui sotto).

 

Dall’inizio degli anni 1760, i diplomatici francesi ed austriaci sognavano di concretizzare col sangue l’unione franco-austriaca firmata nel 1756.  Era una questione seria di sposarla a Giuseppe II, d'Austria, fratello di Maria Antonietta, e vedovo dal 1763 della sua prima sposa Isabella, che non era altro che la figlia di Madame Infante di Parma, la più grande delle Mesdames.

Louise iniziò a glissare questo progetto matrimoniale. Ogni volta che lei incrociava Stahremberg, l’ambasciatore d’Austria in Francia, lei si inchinava molto in avanti in modo di esagerare il rilievo della gobba.

 

Madame de Pompadour

La politica non era totalmente estranea alla sua vocazione. Sull’esempio delle sue sorelle, lei condannava apertamente la vita dissoluta del padre. Louise non riusciva a comprendere la sua ricerca sfrenata del piacere. Se le sue sorelle ed il fratello soprannominarono Madame de Pompadour “maman putain”, la favorita seppe poco a poco riappacificare i suoi rapporti con i figli del suo amante.

Madame du Barry 

Con Madame du Barry, la situazione fu ancora più complessa: prostituta di lusso, adl passato solforoso, lei era la creatura del clan anti-choiseuliste costituito sia da libertini, quali Richelieu, sia dai devoti come Mesdames. Nonostante la presenza della Contessa a Corte avvenne solamente qualche mese dopo la morte della Regina (nel giugno 1768), tutte le sue stravaganze lussuose indisposero le Mesdames.

La sua presentazione ufficiale nell’aprile del 1769 fece precipitare Louise a prendere il Velo. Per lei si trattava di espiare le colpe del padre, così da potersi riavvicinare a Dio e di nuovo poter adire alla santa comunione.

 

Agli inizi dell’anno 1770, lei si intratteneva nel più gran segreto con Luigi XV. Madame Louise gli confidò il suo desiderio di rinunciare al mondo per la clausura religiosa. Lei gli spiegò che aveva scelto l’ordine del carmelo dove la regola conventuale, molto coercitiva, era applicata in tutto il suo rigore. Desiderava entrare al carmelo di Saint-Denis, considerato come il più povero del Regno. Per far decidere suo padre, lei chiese all’arcivescovo di Parigi Christophe de Beaumont, conosciuto per l’intransigenza dogmatica, d’intercedere a suo favore. Il Re, prostrato dalla decisione di sua figlia, gli diede il suo consenso il 16 febbraio 1770.

 

Fin dal giorno dopo e sempre in modo discreto, lei si rese a Saint-Denis. Quando le sue sorelle Adelaide, Victoire e Sophie appresero che la minore era oramai chiusa al carmelo, non si rabbonirono più verso il loro padre.

La Principessa prese l’abito da religiosa il 10 ottobre 1770. Le mise il velo da novizia la giovane Delfina Maria Antonietta, che l’aveva già visitata nel maggio dello stesso anno quando era giunta in Francia per sposarsi con il futuro Luigi XVI, il nipote amato delle Mesdames.

Louise prese il nome di Thérèse de Saint-Augustin come religiosa, in ossequio a Teresa d’Avila.

Ritratto della Regina Maria Antonietta

Pronunciò i suoi voti il 12 settembre 1771. Durante questa cerimonia, la nuova Contessa di Provenza, la sposa di suo nipote il Conte di Provenza, le pose il velo nero del carmelitano.

Louise di Francia entrò al carmelo di Saint-Denis apportando una dote molto importante, cosa che lo salvò dalle difficoltà finanziarie. Se la Principessa carmelitana rifiutò ogni privilegio in ragione della sua appartenenza Reale, lei si dimostrò molto attiva nella vita del convento.

Fu successivamente maestra delle novizie, economa (1771) ed eletta priora in tre riprese (1773 – 1776 – 1785). Infine si affaticò senza controllarsi per difendere gli interessi dell’ordine religioso. Per la sua famiglia, i cortigiani e tutto il Regno, lei fu un esempio edificante. Il suo forte carisma si irradiò ben al di là del Chiostro.

Le sue sorelle la visitavano regolarmente, il Re meno spesso: si intrattenevano con lei. Sembrava che la vita a Corte così come la politica non fossero dei soggetti evitati dalla religiosa. Non era estranea alle cabale: reclusa nel suo carmelo, suor Therese de Saint-Augustin non si teneva dal commentare i fatti di vita secolare e vedere di parteciparvi.

Mesdames in abito di carnevale nel 1758

Le figlie di Luigi XV sono state, salvo Elisabeth Infanta di Parma e Louise la carmelitana, stimmatizzate in relazione al loro celibato sia imposto che subito. Di fatto loro non conobbero le regole delgioco della seduzione e dell’arte amorosa.

A Versailles loro nascondevano la loro onta vivendo poco o quasi recluse nei loro appartamenti. La musica e lo studio sarebbero state le loro sole scappatoie, ma condannare senza tregua le turpitudini del padre era il loro viatico.

Non bisogna però dimenticare il loro coraggio quando furono confrontate coll’avversità.

Sembrava che la morte non facesse loro paura. Loro videro il loro fratello, il Delfino agonizzante (1765), poi la delfina Marie-Josephe (1767), senza lasciarli soli un solo istante.

Adelaide, Victoire e Sophie furono giorno e notte a fianco del Re morente di vaiolo (maggio 1774).

Madame Sophie

Più tardi, nel 1782, Adelaide e Victorie assisterono la loro sorella Sophie nel suo trapasso.

Nel 1787, Louise la religiosa morì come aveva vissuto, con una certa prestanza. Louise lascerà delle Meditations eucharistiques riguardo la sua vocazione, che lei dedica a sua sorella Adelaide. Il suo tragitto religioso esemplare le valse la beatificazione nel 1873.

Organo negli Appartamenti di Mesdames al pian terreno di Versailles

Le Mesdames hanno giocato un ruolo essenziale nella storia delle arti. Avevano una grande cultura ed un gusto molto sicuro. Quando Luigi XVI offrì loro il Castello di Bellevue, costruito a Meudon da Madame de Pompadour, loro lo terminarono ispirando i modi architetturali neoclassici e dei giardini affascinanti nello stile inglese. Bellevue oggi come castello non esiste più, se non qualche piccolo frammento a Meudon

Bellevue era il loro rifugio, ottimo sia per fuggire alle costrizioni dell’etichetta sia per tener a distanza la tempesta politica della Rivoluzione.

Da Bellevue, Adelaide e Victoire presero la via dell’emigrazione nel 1791.

   
Madame Adelaide Madame Victoire
 

Finirono a Trieste.

Vittoria morì per una malattia nel 1799, ed 8 mesi più tardi Adelaide si spense sfinita e avvinta dal dispiacere.

 

 

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