Compositore e teorico italiano (Camaiore Lucca, 19 Marzo 1661 - Roma, 22 Marzo 1727) Pastore Arcade col nome di Nato secondogenito da Nicolao e Elisabetta Belfiore, ebbe come fratelli Maria (1659), Angela (1664), Paolo Lorenzo (1668) e Sitta Silea (1671). Ma detto questo le notizie sulla famiglia finiscono qui, nè tantomeno sono giunte ad oggi informazioni sull'ambiente che frequentò, su quale fu la sua formazione musicale. Si ignorano inoltre le vicende relative ai primi anni di attività. E' possibile ipotizzare che Gasparini trascorse i primi anni della sua giovinezza nella natia Toscana e che qui si affacciasse al mondo musicale. Nel 1682 Gasparini è a Roma, già imposto come organista alla Madonna dei Monti,dove forgiò meglio la sua competenza musicale, essendo allievo di Bernardo Pasquini e di Arcangelo Corelli, tradizionalmente indicati come suoi maestri. Partecipò alla vita musicale concertistica di Roma, in particolar modo alle Accademie in casa Pamphili sia come violinista (1687), sia come compositore di arie e cantate su testo dello stesso Cardinale Pamphili. "Gasparino compositor di musica" - Pier Leone Ghezzi Schizzo a Penna - Città del Vaticano - Biblioteca Apostolica Vaticana Non fu solo la musica a persuadere Gasparini per un trasferimento stabile a Roma:: si sposò infatti con la romana Maria Rosa Borrini, il 28 Novembre 1685. Sebbene la sua prima opera OLIMPIA VENDICATA venga allestita a Livorno nel 1686, è a Roma, con la rappresentazione del RODERIGO (1694), che la fama di Gasparini valica i confini provinciali: egli è quindi ricercato da Principi ed istituzioni musicali di tutta la penisola. Il 27 Giugno 1684 fu aggregato all'Accademia Filarmonica di Bologna come cantore, mentre il 17 Maggio 1685 passò nell'ordine dei compositori, componendo per l'occasione un madrigale a tre voci che si conserva ancora autografo. Nel 1689 divenne membro dell'Accademia di S. Cecilia. Nel 1700 nacque la figlia Rosalia e nel 1701 la famiglia si trasferì a Venezia, dove Gasparini era stato designato come maestro di coro dell'Ospedale della Pietà. Qui Gasparini ebbe modo di incontrare Vivaldi, Legrenzi, Pollarolo, Lotti che in quel momento davano lustro alla Cappella di San Marco e fornivano musica alle altre chiese della città. La sua notorietà, consolidata, gli permise di aver a che fare con allievi particolarmente dotati, quali D. Scarlatti, J. Quantz, G. Platti e B. Marcello, il quale gli dimostrò sempre profonda stima, tanto da sottoporre al suo giudizio le proprie composizioni. Per problemi di salute, nel 1713 Gasparini ottenne un permesso di 6 mesi all'Ospedale, dopo un servizio che non doveva comunque essere così regolare dal momento che, fin dal 1708, disponeva di una casa a Roma, in via Ripetta, dove ospitava musici allievi. Si aggiunga, a suffragio della sua non regolarità del servizio all'Ospedale Veneziano, che esistono fonti che attestano alcuni suoi viaggi (dal 13 al 21 Giugno 1711 per esempio è a Novara dove prese parte alla solenne cerimonia del trasporto delle reliquie di S. Gaudenzio protettore della città). Sebbene dopo il 1713 non riprendesse più il suo incarico a Venezia, tuttavia ne mantenne il titolo fino al 1715. Lasciata Venezia, Gasparini si ritirò in una sua tenuta a Città di Castello per curarsi la gotta e per proseguire la sua attività di compositore, ma non quella di strumentista ed insegnante. Gasparini tuttavia, in questo periodo, fu in contatto con la nobiltà romana, specie coi Principi Borghese ed fu impegnato a seguire le rappresentazioni più importanti delle sue opere; è accertata la sua presenza a Genova nel 1713, Roma (1713 e 1714), Reggio Emilia e Firenze nel 1714, e a Napoli per l'esecuzione di EUMENE nel 1715. Il 24 Maggio 1716 Caldara lascia Roma e all'inizio di Luglio Gasparini lo rimpiazza come maestro di cappella del Principe Ruspoli, con uno stipendio di 20 scudi al mese. Il fatto che Gasparini non abitava in un'ala del palazzo, ma in un appartamento privato di proprietà del Principe, sito in San Lorenzo in Lucina, e il fatto che nei registri dei conti egli viene detto maestro di cappella (allo scopo non tanto per indicare la sua funzione in San Lorenzo (Parrocchia di Palazzo Ruspoli al Corso), ma per distinguere Gasparini col titolo professionale che gli competeva dai semplici strumentisti), sono testimonianze inconfutabili del particolare favore di cui Gasparini godeva presso il Principe Ruspoli. Il servizio presso i Ruspoli durò sino a Maggio 1718, ma egli conservò anche in seguito il diritto di abitare in San Lorenzo in Lucina, e precisamente sino al 1719, quando si trasferì in una casa del Principe Borghese in via dell'Arancio, giusto alle spalle del palazzo. Questa nuova dimora doveva essere assai spaziosa ed elegante, giacché vi si rappresentò la sua operina LA DORINDA. Pare che in questo periodo Gasparini godesse di un sussidio che gli permetteva di definirsi "Virtuoso dell'Ecc.mo Principe Borghese", ma non risulta che si trovasse in servizio effettivo presso questo signore. Al 26 Febbraio 1719 è datato il contratto di nozze fra Pietro Metastasio e la figlia di Gasparini, Rosalia, a cui il padre avrebbe donato la tenuta di Città del Castello; il matrimonio però non ebbe luogo per rifiuto della ragazza, che subito dopo sposò Carlo Gilioni, causando l'allontanamento di Metastasio da Roma. In questo periodo Gasparini diresse una scuola di canto, diventata subito nota, dove, secondo la sua stessa testimonianza, insegnava i principi teorizzati da Pier Francesco Tosi. Nel Febbraio 1725 ebbe l'incarico di maestro di Cappella della Protobasilica Lateranense, ma nel Giugno del 1726, per ragioni di salute, gli venne ridotta la paga a metà e gli fu dato un aiuto nella persona di G. Chiti, che divenne il titolare dopo la sua morte. Suona al Cembalo Paola Nicoli Aldini Canta Alessandra Marcante CANTATA 4 a: Dove sei, dove t'ascondi
Aria Dove sei, dove t'ascondi adorato mio tesoro? Io ti chiamo e non rispondi Io sospiro e tu non m'odi io languisco e tu ne godi mi schernisci mi tradisci mi dai morte e pur t'adoro
Recitativo E quando fia che dei tuoi vaghi lumi doppo tanti sospiri a rimirar ne giunga il bel fulgore? Tu ben lo sai ma non me'l dici Amore
Aria Parlami, insegnami, svelami Amore quando il mio cuore un dì gioirà. Se me'l dici ogni tormento soffrirò lieto e contento ch'anco un'ombra di speranza la costanza del mio sen ravviverà. QUI PER ADIRE A "Tormentosi Pensieri" QUI PER ADIRE A "Ecco infine, o Dio" Tutte le presenti esecuzioni live sono state concesse per il sito handelforever.com col consenso esplicito degli artisti stessi, a cui vanno i tutti i nostri ringraziamenti possibili
Amor vince lo sdegno, ovvero l'Olimpia placata (Libretto di A. Aureli, Livorno, 1686) Il Roderigo (ivi, 1686) Bellerofonte (Roma, 1690) Aiace, dubbia (ivi, 1697) Tiberio, Imperatore d'Oriente (G. Pallavicino, Venezia, 1702) Gli imenei stabiliti dal caso (F. Silvani, ivi, 1702) Amor della Patria, dubbia (? Lalli, Roma, 1703) Il miglior d'ogni amore per il peggior di ogni odio (S. Silvani, Venezia, 1703) Il più fedele fra i vassalli (idem, ivi, 1703) La fede tradita e vendicata (Idem, ivi, 1704) La maschera levata al vizio (Idem, ivi, 1704) Amleto (Zeno e Pariati, ivi, 1705) Statira (Idem, ivi, 1705) Il principato custodito dalla frode (F. Silvani, ivi, 1705) La Fredegonda (Idem, ivi, 1705) Antioco (Zeno e Pariati, ivi, 1705) Flavio Anicio Olibrio (Idem, ivi, 1707) Taican, Re della Cina (U. Rizzi, ivi, 1707) Anfitrione (Zeno e Pariati, , ivi, 1707) L'amore generoso (Zeno, ivi, 1707) Engleberta, in collaborazione con T. Albinoni (Idem, ivi, 1708) Sesostri, Re d'Egitto (Idem, ivi, 1709) La ninfa Apollo, in collaborazione con Lotti (F. de Lemene, ivi, 1709) Atenaide, in collaborazione con A. S. Fiorè e Caldara (Zeno, Milano, 1709) Alciade, in collaborazione con Pollarolo e Ballarotti (M. A. Gasparini, Bergamo, 1709) La Principessa fedele (A. Piovene, Venezia, 1709) Tamerlano (Idem, ivi, 1710; rifatto come il Bajazet, Reggio Emilia, 1719) L'Amor tirannico (D. Lalli, Venezia, 1710) Costantino (Zeno e Pariati, ivi, 1711) Merope (Zeno, Venezia, 1711) Eraclio, solo il II atto di Gasparini, dubbia (Roma, 1712) Il comando non inteso ed ubbedito (F. Silvani, Milano 1713) La verità nell'inganno (Idem, Venezia, 1713) Eumene (Zeno, Reggio Emilia, 1714) Lucio Papirio (Salvi, Roma, 1714) Amor vince l'odio, ovvero Timocrate (Salvi, Firenze, 1715) Il Tartaro nella Cina (Reggio Emilia, 1715) Ciro (M. Noris, Roma, 1716) Teodosio, in collaborazione con Fux e Caldara (V. Grimani, Braunschweig, 1716) Il Trace in catene, in collaborazione con 2 allievi, uno dei quali forse era G. Porta (Salvi, Roma, 1717) Pirro (Zeno, ivi, 1717) Il gran Cid (N. Serino, Napoli, 1717) Democrito (Torino, 1718) Lucio Vero (Zeno, Roma, 1719) Astianatte (ivi, 1719) L'oracolo del Fato, componimento da camera (Oariati, Vienna, 1719) Faramondo (? Zeno, ivi, 1720) La pace fra Seleuco e Tolomeo (? A. Trabucco, Milano, 1720) Nino, in collaborazione con G. M. Capelli e A. Bononcini (I. Zanelli, Reggio Emilia, 1720) Amore e Maestà, dubbia ((salvi, Roma, 1720) Gli equivoci d'amore e di innocenza (? Silvani, Venezia, 1721) Dorinda (?B. Marcello, Roma, 1723) La Tigrane o Il Tigrane (ivi, 1724) Mirena e Floro, dubbio, forse di Lotti (Napoli, 1699) Porpagnacco (Pariati, Venezia, 1707) Melissa (ivi, 1707) Catulla e Lardone (ivi, 1707) Friletta e Chilone (ivi, 1707) Lisetta e Astrobolo (ivi, 1707) La capricciosa ed il credulo (ivi, 1708) Zamberlucco e Palandrana (ivi, 1709) Il nuovo mondo, dubbio (ivi, 1709) Tulipano (ivi, 1709) Barilotto e Serpina (Roma, 1714) Intermezzi in derisione della setta maomettana (G. Gili, ivi 1717) Il vecchio avaro (Salvi, Firenze, 1720) Iudith de Holoferne Triumphans (Roma, 1689) L'Atalia (ivi, 1692) La costanza dell'Amor divino, dramma sacro (ivi, 1696) L'amante del Cielo (id. 1699) Santa Maria Egittiaca (Vienna, 1703) Moisè liberato dal Nilo (Vienna, 1703) Aeterna Sapientia (Venezia, 1704) Pudor virginis vendicatus (ivi, 1705) Nascita di Cristo (1724) Nozze di Tobia (1724) 12 Cantate da Camera a voce sola, Opera I (Roma, 1695) (si veda frontespizio sopra) 6 Cantate da Camera dal Manoscritto CF.B.9 di Fondazione Levi (1720) 12 Duetti madrigali (11 per SA e 1 per SS e continuo) 1 Madrigale a 5 voci (1685) arie e 33 cantate tra cui LA VITTORIA DEL TEMPO (1696); GENUS HUMANUM (1706); e CANTATA NATALIZIA (1717); canone a 5 voci, almeno 10 messe, fra cui Missa Canonica (1705). Inoltre Sinfonia per archi in fa maggiore; Concerto per archi in la maggiore, 6 trii per 2 violini e basso; 9 Sonate per clavicembalo o organo (di cui 3 autentiche). L'Armonico Prattico al Cimbalo (Venezia 1708, con numerose ristampe fino alla metà del secolo XIX); Manoscritto: "Guida, ossia dizionario armonico in cui si trova modo di ben modulare" Manoscritto: "Li principi della composizione" Gasparini alla sua epoca fu un compositore importante e un maestro rinomato e oggi viene ritenuto uno fra i migliori compositori del suo tempo. Di lui fino a poche decadi fa, si ricordava solamente il suo breve trattato l'Armonico Pratico al Cimbalo, uno scritto con intento didattico come guida alla realizzazione del basso continuo, numerato o no. In quest'opera risalta la salda formazione teorica di Gasparini e la sua attenzione alle novità elaborate dalla prassi del tempo: sebbene l'ideale armonico che qui tratta sia ancora di derivazione corelliana, non mancano "spunti moderni" come il trasporti in 21 tonalità per mezzo di chiavi diverse, la "regola dell'ottava", l'uso di 2 bassi, uno per il continuo e uno per il violoncello, il trattamento dell'acciaccatura (cioè della nota armonicamente estranea all'accordo) e suggerimenti per una diteggiatura a volte decisamente antitradizionale. La sua musica rivela un'elevata abilità e qualità compositiva, soprattutto nelle cantate, che furono particolarmente apprezzate anche da Charles Burney. Gasparini tuttavia non era un conservatore, anzi, la sua competenza nel campo dell'armonia lo pone all'avanguardia rispetto i suoi contemporanei. Analizzando le cantate che sono state pubblicate nel 1695, si sono trovate molte tracce di questa bravura: modulazioni per mezzo dell'enarmonia, cromatismi audaci, specialmente nei recitativi, uso della VI° napoletana, tonalità con 4-5 alterazioni in chiave, etc. Inoltre in tre Cantate, Gasparini ha scritto la parte per la mano destra del clavicembalista, e questo è sicuramente uno dei primi rari esempi di Basso Continuo realizzato dal compositore. Nelle Cantate si nota come Gasparini non ami passare dal recitativo all'aria improvvisamente, ma preferisce il passaggio graduale tramite l'arioso. Seppe destreggiarsi altrettanto bene nel campo delle composizioni sacre, scritte con maestria, usando spesso tecniche compositive complesse. La tecnica compositiva dei suoi lavori teatrali è tipica del periodo, ad eccezione per i suoi ultimi lavori, dove si possono notare caratteristiche melodiche e ritmiche frequenti in melodrammi successivi. Scrisse circa 60 opere, tra cui la più famosa fu l' Ambleto (o Amleto), una variazione basata sull'Amleto (opera teatrale) di William Shakespeare. Se mentre nella musica sacra egli si mostrasse ancora legato alla tradizione, mantenendo una linea severa, gli Oratori invece offrono a Gasparini la possibilità di dar sfogo alle innovazioni (per esempio si può ricordare l'impiego negli oratori latini l'uso della forma ABA delle arie, cosa rara nelle produzioni coeve dello stesso tipo). Malgrado la feconda attività compositiva, l'interesse principale di Gasparini fu quello didattico: non si dimentichi che ebbe allievi noti nel mondo del barocco come Benedetto Marcello, Johann Joachim Quantz e Domenico Scarlatti. Gasparini scrisse, inoltre, vari trattati teorici sulla musica, come L'armonico pratico al cimbalo (una guida sul basso continuo) del 1708, il quale fu ristampato anche nel 1839. F. Gasparini, Cantate da Camera a voce sola, Roma, Mascardi, 1695 (ed. facsimile SPES, Firenze, 1984) F. Gasparini, L'Armonico Pratico al Cimbalo, Venezia, Bortoli, 1708 (ristampa anastatica Bologna, Forlì, 2001). Warrack, John and West, Ewan (1992), The Oxford Dictionary of Opera The New Grove dictionary of music and musicians, London, Macmillan, 2001 AA. VV. Francesco Gasparini (1661- 1727) Atti del Primo convegno internazionale, Firenze, Olschki, 1981 L. Bent, Analisi Musicale, Torino, EDT, 1990 Kennedy, Michael (2006), The Oxford Dictionary of Music A. Cavalli, Le Cantate opera Prima di Francesco Gasparini, Siena, "Chigiana", 1968 A. Iesue', Franscesco Gasparini nella Cappella musicale di S. Giovanni in Laterano, in "Nuova Rivista Musicale Italiana, Torino, ERL, 1982 M. Talbot, Vivaldi, Torino, EDT, 1978
A cura di Arsace da Versailles - Faustina da Versailles Il Principe del Cembalo - Rodelinda da Versailles
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