Sunto Il Terzo atto è lo svolgimento dell'apice del dramma, quando si realizza che Hercules è morto, e che morendo maledice la moglie: Dejanira scopre il tragico inganno, di cui è stata vittima inconsapevole. Hercules, infatti, mentre stava per compiere il sacrificio agli Dei, viene travolto da un ardore che lo divora malignamente come se fosse un fuoco, e, quando si rende conto che è tutta colpa della veste maledetta, si affanna a liberarsi dall'indumento, perde brandelli della propria carne. Dejanira impazzisce, invoca le Erinni e maledice l'innocente Iole. Giunge il sacerdote di Zeus, che con le sue parole dirada l'atmosfera cupa e piena di tensione, poichè Hercules è stato accolto nell'Olimpo fra gli Dei eternamente festanti; Il sacerdote annuncia poi che per volere di Zeus, Iole deve sposare Illo: Dejanira tornata lucida e gioiosa, si accomuna al coro festante che esalta la grandezza del liberatore del mondo: Hercules. L'Atto Terzo si apre con una solenne sinfonia, dove si oppongono violentemente due motivi: il Largo - inizialmente Larghetto - ed il Furioso - che hanno proprio la funzione anticipatrice delle emozioni che saranno contenute nell'ultimo atto. Essa descrive i fatti tragici fuori scena: è un preludio audace per forma e contenuto. Hercules sta morendo per aver indossato il vestito del centauro Nesso. E' Licah che informa i figli di Tracia della perdita dell'eroe, prima con un recitativo che spiega con i dettagli i fatti, poi con "O scene of unexampled woe", un commovente brano che descrive tutto il dolore per la perdita. O scene of unexampled woe
Il coro, che ha seguito l'intensa aria di Licah, non resta insensibile al racconto e intona "Tyrants now no more shall dread": esso ha lo scopo di commentare tutta la tragedia con grandiosità e compenetrazione. Winton Dean dice "E se Samuel Butler accusò Handel di porsi dalla parte sbagliata, cioè da quella dei tiranni, con quel pezzo giubilante d'apertura, in realtà il ritmo e la tonalità di sol maggiore dimostrano che il compositore più che dare enfasi ai tiranni ha voluto musicalmente evidenziare le conseguenze della morte di Hercules, che non essendo più attivo, lascia loro la più completa libertà di azione". Tyrants now no more shall dread
La scena cambia e ci si trova nel Tempio di Giove: Hercules invoca suo Padre; egli si sente bruciare e sta morendo, arso dal filtro della morte....è un ampio recitativo accompagnato e concitato "I rage, whit more than Stygian pains": non si tratta di una aria di ira per basso, dal momento che la strumentazione non tace neppure quando Hercules rinuncia a cantare in coloratura, e questo accresce la tensione drammatica, raggiungendo straordinari apici. Il recitativo e l'aria seguente sono squisitamente Handeliani: l'emozione violenta viene data dall'accompagnamento strumentale che tragicamente scandisce un ritmo ossessivo per il dolore fisico che prova Hercules nella morte. Il recitativo successivo fra Hercules ed il figlio Illo, vede Hercules scagliare maledizioni contro sua moglie traditrice che lo ha portato alla morte con quell'abito; davanti agli occhi del figlio, Hercules sta morendo. L'eroe lo prega di depositarlo nei luoghi delle morti gloriose. Illo canta un'aria con da capo "Let not fame the tiding spread", che ha uno splendido accompagnamento sinfonico. I rage, with more than Stygian pains / Let not fame the tiding spread
La scena terza del terzo atto si svolge a Palazzo, Dejanira si rende conto e medita su quanto è successo, con un recitativo concitato: dove fuggire? "Where I shall fly?"; depreca il fatale errore che ha fatto dando l'abito del perfido centauro Nesso, ucciso da Hercules, che era intriso di veleno, e non come voleva lei magico in grado di rifar innamorare l'eroe di lei nuovamente. Si tratta della scena finale del Musical Drama, ampia, articolata con costanti cambiamenti di stato d'animo, a cui corrisponde una variazione di ritmo: il dramma raggiunge il suo apice. Una continua trasformazione della musica segue fedelmente il mutare di pensieri e sentimenti di Dejanira, sconvolta e nel baratro della pazzia. C'è uno studio del personaggio profondo, il maggior esempio di studio profondo ed espressivo della letteratura operistica, secondo Paul Henry Lang. Dejanira non poteva non stimolare la creatività di Handel, che è riuscito a far vuotare l'amaro calice della sofferenza, centro di tutto il dramma: la gelosia porta nefaste conseguenze. Where I shall fly?
Iole giunge in scena e canta "My breast whit tender pity swells", (Il mio petto si gonfia di una tenera pietà) che ricorda "I know that my Redeemer liveth", pur essendo una pagina totalmente differente. My breast whit tender pity swells
La scena quinta fa entrare in scena il sacerdote di Giove, che esorta Iole a rallegrarsi, poichè Hercules è stato elevato grazi a lei al trono di Giove. Dejanira chiede spiegazioni sulle parole oscure del sacerdote che illustra come Hercules fosse assorto al Cielo degli Dei; c'è da rallegrarsi in quanto "La sua parte mortale sarà consumata dalle fiamme, la sua parte immortale trasportata nellOlimpo, siederà fra le divinità". Licah canta "He, who for Atlas prop'd the sky" in ritmo leggero ed allegro, esprimendo la sua gioia. Dejanira è tormentata, confidandosi col sacerdote: "le parole dice sono troppo deboli per descrivere il mio stato d'animo: dispiacere, sorpresa, gioia tutte emozioni intente ad affossare ed esaltare il mio core". Il sacerdote annuncia come Giove stesso ordini il matrimonio fra Illo e Iole: Illo sarà di ottimo umore se la principessa Iole accetterà il dono del cielo, che però si mostra accondiscendente: può lei semplice mortale rifiutare di eseguire un ordine di Giove in persona? Le reciproche gioie imposte sfociano nel duetto "O Prince, whose virtutes all admire"/ O princess, whose exalted charms", in allegro gioioso, con un leggero accompagnamento strumentale. O Prince, whose virtutes all admire (Iole) O princess, whose exalted charms (Illo)
Il Sacerdote invoca un Giubilo generale per come si è chiusa la vicenda: "Figli della libertà, cantate ovunque in gioiosi accenti dell'Eroe impareggiabile che fu elevato per la sua virtù dove dimorano le stelle". Ed il coro finale: "To him your grateful notes of praise belong", in tono allegro e con presenza di corni chiude il dramma. To him your grateful notes of praise belong
A cura di Arsace da Versailles
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