La Laiterie de la Reine a Rambouillet Nel parco che circonda il castello di Rambouillet è visitabile ancor oggi la Laiterie de la Reine. Rambouillet, il castello che nell'ottobre del 1789 avrebbe potuto salvare la Regina se solo si fosse decisa di lasciare la Reggia di Versailles da sola, senza aspettare il Re Luigi XVI° che era andato a caccia, non era una dimora che piaceva a Maria Antonietta: trovava il posto molto noioso e "gotico". L'accesso alla sezione della Latteria della Regina appare con un cancello ai cui lati ci sono due padiglioni: La zona è stata costruita fra il 1786-1787 dall'architetto Jacques Jean Thévenin. Si penetra nella zona dalla cancellata che è inquadrato da questi due padiglioni circolari circondati da mattoni,, i cui volumi evocano la silhouette d'una piccionaia. Il padiglione di sinistra offre parecchi luoghi destinati al riposo, mentre quello di destra, come le costruzioni attigue, servivano per la preparazione tradizionale del latte. Lasciandosi alle spalle i due padigioni, si intravede la Latteria della Regina vera e propria .... Comunque sia il Re, nella speranza di rendere più attraente il luogo alla consorte, fece costruire in modo segreto una sontuosa latteria nel parco del castello. Nascosto da una palizzata di ramature, questa costruzione venne inaugurata nel giugno del 1787 davanti alla Regina ed alla Corte. La Facciata principale del padiglione centrale - come in foto qui immediatamente sopra - è in forma di tempio, costruito in pietra accuratamente accoppiate. Sul frontone, c'è un medaglione tondo in marmo che raffigura una mucca che allatta il suo vitello,pittogramma originale della latteria concepito dal celebre Pierre Julien (1731 - 1804), scultore del Re.
La sala tonda della Latteria e l'uscita verso il giardino, guardando dalla stanza rettangolare della statua La prima stanza, rischiarata dalla luce zenitale, è una sala coperta da un plafond a cassettoni ornato con foglie di quercia e ghiande, un chiaro rinvio alla natura che è vicina. I muri sono ricoperti di rivestimenti marmorei bianchi venati. Delle tavole, ugualmente in marmo, sostenute da delle mensole, si spargono lungo il perimetro della sala: vi si deponeva il vasellame in porcellana di Sévres, destinata a servire il latte. In origine al suolo della sala circolare un bacino circolare era posizionato al centro. Quando furono effettuati i restauri sotto la direzione di Famin, un nuovo pavimento in marmo policromo fu sistemato così come anche una tavola rotonda stellata in marmo tempestato di porfiro. Durante il tempo di Luigi XVI la moda era quella di mungere o quella di giocare a fare il pastore. Alla parola Laitiere, nel Dizionario storico d'architettura di Quatremère de Quincy (1832), si legge: "Nelle case di campagna delle persone ricche che si dedicano alle occupazioni rustiche, si fa della Latteria un pezzo da sfoggiare, dove si servono delle colazioni; vi si predispone qualche fontana che nelle calure permette di rinfrescare il luogo. L'opera più ragguardevole di questo genere di costruzioni che si possa citare è la Laiterie del castello di Ramboillet".
Il tavolo in marmo e decori nella prima sala (fra cui nel rettangolo "Apollo mentre custodisce il gregge d'Admeto" - opera di Pierre Julien) che si incontra entrando nella Latteria della Regina a Rambouillet Si distingue nel XVIII° secolo la Latteria decorata - che la si definisce come Latteria di proprietà o Latteria di piacere - dalla vera Latteria, quella di utilità, destinata alla raccolta del latte, alla fabbricazione della crema, del burro e dei formaggi. Rilievi sulle pareti della Latteria della Regina Maria Antonietta a Rambouillet Essi sono 5 ed opera di Pierre Julien: il gusto della natura si mescola alle reminiscenze mitologiche, ed i personaggi di queste scene della via ddi una fattorie ideale sono viste all'antica. E', tra l'altro, il ritorno alla natura incitato da Jean-Jacques Rousseau che è all'origine di questa moda di Latterie di parata, ma la pratica esisteva , più rara a dire il vero, già nel XVII° secolo: si può citare quella del serraglio di Versailles, costruita da Luigi XIV°. All'apertura della porta che dà sulla seconda parte della Latteria, detta "Sala di refrigerio" si scopre l'incantesimo di una vera messa in scena: in fondo dello spazio oblungo sorge un accozzamento di rocce monumentali nel cuore delle quali, fragile e graziosa, si leva l'opera di Julien:. La Ninfa Amalthea e la sua capra del 1787. L'effetto è ancora oggi ammaliante, ma, bisogna pensarlo in un altro contesto, cioè nello stesso ambiente ma vaporoso, dove i getti d'acqua si spandevano da una parte ad un'altra e la grotta grondava rumorosa acqua scrosciante. La statua della ninfa Amalthea ritrovò il suo posto originale nel 1953: infatti prima sotto il periodo delle restaurazioni napoleoniche, era posta nella grotta della Latteria la statua di Nicholas Beauvallet Susanna al bagno Pavimentazione della sala rettangolare della Latteria della Regina a Rambouillet Nel XVIII° secolo, tra gli esempi di Latteria nei luoghi Reali, figurano quelle del castello di Saint-Cloud costruito da Luigi XVI°, di Rancy dal Duca d'Orleans, di Chantilly eretto dal Duca di Condé , e sicuramente quello di Versailles costruita da Richard Mique dal 1782 al 1784 per Maria Antonietta. La Laitterie ornata figura spesso nel XVIII° secolo nei numerosi nuovi parchi . La Statua della Ninfa Amalthea e la sua capra in fondo nella sala rettangolare della Latteria di Maria Antonietta Da dire che l'aspetto attuale della Latteria, come lo dimostrano le N scolpite sulle mensole situate da una parte e l'altra delle porte (e grattate via nel 1814 per cancellare il passaggio dell'Impero) non è quello del XVIII° secolo, ma lo stato restaurato da Auguste Famin, sotto la richiesta di Napoleone. Un disegno dell'architetto imperiale Charles Percier, leggermente anteriore, ci mostra l'interesse suscitato da questi lavori. Il pavimento coi marmi colorati e la tavola stellata, imperiale e tempestata di porfiro, sono un vero esempio di controsenso se si guarda il cromatismo omogeneo iniziale, di cui il bianco della pavimentazione e dei rilievi si armonizzavano col latte. Una mobilia in mogano era stata fabbricata specificatamente per il luogo dal grande ebanista parigino Georges Jacobs, seguendo il disegno di d'Hubert Robert. Ne resta ancora qualche esemplare a Versailles al mobilificio nazionale: tavole, poltrone, sedie, sgabelli in mogano erano detti all'epoca "del genere etrusco", e si ispiravano alle recenti scoperte di mobili di bronzo a Ercolano. Torna alla sezione: La Capanna della Principesse de Lamballe e A cura di Arsace da Versailles |