Atto I.
In un bosco di cipressi Gustavo re dei Cimbri compie all’altare un
sacrificio solenne giurando guerra eterna a Faramondo re dei Franchi che
ha ucciso sul campo di battaglia Sveno figlio di Gustavo. Chiunque porterà
a Gustavo la testa di Faramondo sarà ricompensato dalla mano di sua figlia
Rosimonda e dal trono dei Cimbri.
Il generale di Gustavo, Teobaldo, trascina Clotilde, sorella di Faramondo,
che è stato catturata e che essendo parente di sangue di Faramondo è
condannata a morte, il re però esita vedendola, poi ordina che la si
liberi. Adolfo, figlio sopravvissuto di Gustavo, è innamorato di Clotilde
e promette di provare la sua fede difendendo il fratello della giovane e
non, come aveva giurato, di fare di tutto per condurlo a morte.
Al palazzo reale Childerico fratello di Rosimonda la difende dalle forze
dell’invasore Faramondo. Quest’ultimo chiede una sospensione delle
ostilità e si presenta a Rosimonda che invece che essere colpita dal suo
aspetto e dalla sua nobile condotta inveisce contro di lui non vedendo
nella sua persona nient’altro che l’uccisore del fratello. Faramondo,
attirato da lei offre la sua vita in riparazione della morte di Sveno che
ella rifiuta preferendo la propria vendetta.
Il re degli Svevi Gernando, amico e alleato di Faramondo, ringrazia
quest’ultimo di avergli fatto guadagnare, sconfiggendo Gustavo, Rosimonda
come sposa. Faramondo pensieroso dice a Gernando che ora tocca a se stesso
guadagnare il cuore di Rosimonda e confessa di essersi innamorato di lei.
Solo sulla scena Gernando ribadisce la sua determinazione a volere l’amore
di Rosimonda e a liberarsi del suo nuovo rivale facendolo assassinare
(Voglio che mora, sì) arrivando a dire a Rosimonda che in effetti il fatto
è già accaduto. Rosimonda non disprezza la sua offerta e un momento più
tardi si risolleva vedendo Faramondo apparirle dinanzi vivo e in salute
dopo la conquista del palazzo reale. Dimenticando l’impegno con Gernando
Faramondo offre di restituire la libertà a Rosimonda e il regno a Gustavo
e offre se stesso a Rosimonda la quale stanca sì del suo giuramento
riluttante rifiuta però il suo amore. Faramondo la lascia promettendole di
ritornare solo per morire ai suoi piedi. Lei ne resta confusa e
angustiata.
Al campo dei Cimbri Gustavo dichiara il suo amore per Clotilde ma ella lo
rifiuta con collera. Teobaldo riferisce che Faramondo è ritornato dai
bastioni della città solo e disarmato, Gustavo allora prepara
un’imboscata. Temendo un tradimento Clotilde chiede nuovamente ad Adolfo
di difendere suo fratello, ad esempio nel caso che Gustavo levasse la
spada contro Faramondo lui sarebbe lì per interporsi tra i due. I soldati
di Faramondo sopraggiungono e Gustavo stesso si trova preso in trappola.
Faramondo generosamente offre di nuovo il suo regno a Gustavo e a
Rosimonda, cosa che Gustavo rifiuta non prima di avere esiliato Adolfo per
la sua slealtà. Cosciente che le sue possibilità di successo sono esili
Faramondo congeda i suoi e pensa di ritornare solo per vedere Rosimonda.
Atto II.
Gernando si avvicina al vecchio nemico Gustavo e gli propone una tregua
suggerendo di unire le loro forze per annientare Faramondo. Gustavo gli
offre Rosimonda in cambio della testa di Faramondo ma nuovamente ella lo
respinge. Faramondo mette la sua vita in pericolo avvicinandosi al campo
nemico al fine di vedere Rosimonda. Si nasconde mentre lei si avvicina e
può così cogliere la sua agitazione alla sola evocazione del suo nome.
Egli le si rivela e offre di morire ai suoi piedi. Nonostante lei si senta
sempre più desiderosa di salvarlo non può tuttavia dimenticare il suo
giuramento cioè che Faramondo deve morire, tuttavia impedisce a Teobaldo
di ucciderlo nel campo e lo consegna alla guardia di Childerico per i suoi
appartamenti. Clotilde si appresta a chiedere a Gustavo un gesto di
clemenza.
Adolfo apprende che Faramondo è stato catturato e condannato a morte;
prendendosi il rischio di dispiacere a suo padre avvicina Gustavo e gli
chiede d’avere pietà, ma per tutta risposta Gustavo fa arrestare Adolfo
che è condotto sotto buona guardia. Sopraggiunge Clotilde per intercedere
davanti a Gustavo in favore del fratello e del suo amante; il re accetta
di fare grazia ad Adolfo, ma non a Faramondo, se Clotilde accetta di
sposarlo. Indignata per la sua tirannia dice a Gustavo che se il fratello
deve morire muoia anche Adolfo per mano paterna.
Negli appartamenti di Rosimonda Gernando tenta senza successo di arrivare
fino a Faramondo. Rosimonda domanda in seguito a Childerico di fare
entrare Faramondo, ella gli rende la spada e lui le rammenta che non è
stato fatto prigioniero regolarmente sul campo di battaglia ma che si è
messo in pericolo per amore di lei. L’onore di Rosimonda le impone di
aiutare Faramondo a fuggire e a salvare la sua vita. Così facendo gli
lascia sperare che lei stessa risponde al suo amore.
Atto III.
Gustavo è furioso contro i suoi figli: Adolfo per essere intervenuto per
salvare la vita di Faramondo, Rosimonda per averlo ormai liberato.
Rinunciando a quel poco affetto verso Adolfo e Rosimonda, Gustavo li
condanna l’uno e l’altra, entrambi decidono di affrontare la morte
insieme.
A qualche distanza dal campo di Faramondo, il traditore Gernando, sorpreso
da Faramondo, progetta di rapire Rosimonda e incoraggia Teobaldo a
raggiungerla per fare prigioniero Gustavo. [Teobaldo consegna allora a
Faramondo una lettera di Gustavo nella quale il re minaccia conseguenze
nefaste a meno che volontariamente non si faccia imprigionare]. Faramondo
accetta di ritornare al campo di Gustavo però con un proprio piano, manda
a chiamare i suoi soldati che lo accompagnino, frenando la sua collera
davanti alla tirannia di Gustavo che è il padre della sua beneamata
Rosimonda.
Teobaldo ritorna per dire a Gustavo che Faramondo ha accettato di venire.
Adolfo è stato messo in libertà e riferisce che le forze di Gernando si
sono impadronite di Rosimonda; si offre di andare lui stesso a salvarla al
posto di suo padre. Frattanto, mentre parte coi soldati di Gustavo, le
forze sveve entrano da un’altra porta e fanno prigioniero Gustavo ormai
senza protezione. Teobaldo disarma e si impossessa del proprio re; è sul
punto di incatenarlo quando appare Faramondo, in armatura, la visiera
abbassata, seguito da Adolfo e dalle forze di Gustavo. [I soldati svevi se
ne fuggono lasciando isolato Teobaldo] egli è a sua volta fatto
prigioniero e messo ai ferri dagli uomini di Faramondo che, sempre col
viso coperto, rende a Gustavo la propria spada, il re abbraccia il suo
salvatore sconosciuto ma poi si infuria nello scoprire che si tratta di
Faramondo, suo nemico mortale. La propensione a morire di Faramondo e la
sua generosità nel rischiare la propria vita per salvare il suo nemico
finiscono per indurre Gustavo a rinunciare al suo vecchio odio; tuttavia
egli non può rinunciare al suo giuramento; bisogna dunque che, sempre,
Faramondo perisca. Nel frattempo Rosimonda, lei stessa liberata dagli
artigli di Gernando da Faramondo, giunge a sua volta a riconoscere di
amarlo e si offre di morire con lui. Gernando è condotto sotto buona
scorta. Faramondo domanda a Gustavo di benedire l’unione di Adolfo e di
Clotilde e chiede perdono a Gernando di averlo ferito per il suo amore
verso Rosimonda. Gernando realizza troppo tardi quale generoso amico e
alleato ha perduto in Faramondo il quale è portato via per l’esecuzione,
ma Adolfo e Clotilde, restati soli, hanno la sensazione che la sorte
potrebbe cambiare.
In una spianata del campo dei Cimbri Gustavo, invocando la dea della
vendetta che gli dia la forza di portare a termine l’esecuzione, alza la
sua spada per decapitare Faramondo. E’ in questo momento cruciale ch’egli
riceve un corriere di Teobaldo il quale si trova sul suo letto di morte in
Sarmazia: Sveno in definitiva non era figlio di Gustavo così che Faramondo
è innocente per tutti i crimini verso la famiglia di Gustavo. [La missiva
di Teobaldo rivela che lui stesso era il vero padre dello pseudo-Sveno.
Teobaldo aveva scambiato il figlio infante di Gustavo col proprio. Lo
pseudo-Sveno che Faramondo ha ucciso era dunque il figlio di Teobaldo e il
figlio perduto di Gustavo si ritrova a essere Childerico].
Rosimonda che sopraggiunge e si aspetta di morire, si vede al contrario
offerta a Faramondo il quale celebra il trionfo della nobile generosità
sull’odio.