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(
Napoli, 5 Dicembre
1697 - Napoli, 18 Novembre 1771 )
Studiò con N. Fago e A.
Basso al Conservatorio della Pietà dei Turchini di Napoli per l’arco di
tempo compreso fra il 1706 e il 1718, luogo dove conobbe e strinse amicizia
con Leonardo Leo e
Francesco Feo. Primo
organista, quindi provicemaestro (1737), vicemaestro (1744) e dal 1745 1°
maestro della Cappella Reale, nel 1736 fu ottenne anche la carica di maestro
di cappella del conte di San Stefano. Nel 1728 sposò Teresa Manna, sorella
di Giacinto Manna e nipote di Francesco Feo.
Le sue opere teatrali che sono pervenute sino ai nostri giorni, risultano
essere poche ed assai convenzionali, poiché deboli sia da un punto di vista
dell’accompagnamento, sia da quello dell’invenzione melodica. Burney
viceversa dimostrò molto entusiasmo per le sue composizioni sacre da lui
ascoltate nella chiesa napoletana di Donnaregina: di queste però ci sono
rimasti ancora più scarsi esempi. Nella sua nomina (1743) a 1° maestro della
Real Cappella, riscuotendo giudizio favorevole solo da
Hasse, membro di una
commissione fra cui erano presenti
Jommelli,
Perti e Costanzi, è
possibile intravedere l’influenza della Regina Maria Amalia, che era
protettrice di Hasse.
Composizioni
Opere Teatrali:
LE VECCHIO AVARO (libretto F. A. Tullio;
Napoli, 1727);
LE MILORDA (Napoli, 1728);
LA BARONESSA OVVERO GLI EQUIVOCI (B. Saddumene; Napoli, 1729);
ARIANNA E TESEO (Napoli, 1747);
IL SOGNO DI OLIMPIA (R. de' Calzabigi; Napoli, 1747);
SEMIRAMIDE RICONOSCIUTA (Metastasio; Napoli, 1751);
IL NAPOLITANO NELLI FIORENTINI, farsa.
Inoltre:
concerto
per 2 violini e violoncello (1726);
4 mottetti;
Lezioni.
A cura di
Arsace |
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