Burney ritratto da Joshua
Reynolds
(Biblioteca della Musica di Bologna)
Lo
storico
e musicista inglese Charles Burney ha il merito di aver
scritto
la prima storia della musica mai pubblicata: A General History of
Music from the Earliest Ages to the Present Period.
Nel 1776 uscì
il primo volume.
Ma il contemporaneo, rivale, Sir
John
Hawkins
bruciò
Burney sul tempo,
completando una
sua versione della storia della musica
(A General History of the
Science and Practice of Music)
in cinque volumi
prima che Burney cominciasse il secondo.
Il lavoro preparatorio
nella raccolta di materiale per la
storia della Musica era
iniziato
nel
giugno
1770
quando
Burney decise di partire
per il continente in un
ammirevole, e per
quei tempi davvero avventuroso
tour,
toccando
la Francia, marginalmente,
e sopratutto l'Italia,
considerata la culla della musica "moderna".
In ogni città che toccò,
Burney
registrò lo stato della musica cercando di assistere
per quanto poteva ai concerti, alle opere, e
incontrando, sempre con grande profitto,
musicisti, storici, letterati, uomini di scienza, d'arte, principi e
chiunque fosse a conoscenza della vita musicale dei luoghi visitati.
Quando ritornò
in Inghilterra raccolse tutte sue attente osservazioni in un volume
intitolato: Lo Stato Presente della Musica in Francia e
Italia (detto Viaggio musicale in Italia).
Nel 1772, in seguito al grande successo
ottenuto, Burney ripeté l'impresa
viaggiando nell'Europa continentale, in particolare
Germania e Austria, per sei mesi, e
dopo il suo ritorno
pubblicò il Viaggio musicale in Germania e Paesi Bassi.
Va detto che i giudizi schietti li riportato dal Burney offesero molto
l'area germanica, poiché in sostanza aveva sostenuto che i
tedeschi erano un popolo meno civile, meno raffinato, meno sensibile,
spesso più rozzo degli inglesi e, per quanto riguarda la musica, degli
italiani (a tal riguardo si legga l'aneddoto su
C.P.E. Bach).
Oltre a questi preziosi diari di viaggio,
è di particolare interesse il
IV
volume della sua A General History of
Music,
pubblicato nel 1789,
perché tratta della musica di quel periodo,
al quale Burney dedicò maggiormente la sua
attenzione,
mentre non dimostrò che scarso interesse per
la musica
più antica.
L'aneddotica racconta che Burney
spiò dal buco della serratura Handel mentre componeva il Messiah...
Di certo si
sa, che
da giovane fu
apprendista del compositore
Thomas
Arne,
che suonò il
violino nell'orchestra di Handel, di cui
divenne amico, come pure lo
fu in tarda età di
Haydn.
Evidentemente non possedendo sufficiente talento per aver successo come
musicista, cercò di trattare la musica sotto un
altro aspetto e divenne il pioniere di una
nuova branca di studi: la musicologia.
I suoi scritti, che
a distanza di due secoli conservano intatti il loro fascino e il loro
interesse, sono
un'inesauribile
fonte di notizie e osservazioni sullo stato della musica, sui musicisti,
sui cantanti di quel periodo, e sono testimonianze di grande valore,
perché nei suoi viaggi incontrò
e "intervistò" personalità come
C.P.E. Bach,
Farinelli,
Galuppi,
Gluck, Hasse,
Metastasio,
Padre Martini,
Quantz e tanti altri.
Gli aneddoti di Burney su Handel
A cura di Rodrigo