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Residente a Napoli circa dal 1685,
intraprese gli studi musicali al Conservatorio di S. Onofrio con
Francesco Durante fra il 1688
al 1697. Nel 1703 fu indetto un concorso nel 1703 per trovare chi avrebbe
assunto l’incarico prestigioso di maestro della Real Cappella, lasciato
vacante da Alessandro
Scarlatti: Domenico vi partecipò ottenendo la nomina a vice-maestro,
essendo stato preferito G. Veneziano per la direzione della cappella. Nel
1707, col ritorno di Alessandro Scarlatti, fu costretto a cedere l'incarico a
Francesco Mancini, riservando per sé solo la direzione della cappella di S.
Paolo Maggiore, che aveva ottenuto fin dal 1705.
Con l'allestimento de La GRISELDA di
Albinoni del 1706
iniziò effettivamente la sua carriera teatrale, alla quale affiancò nel
1725, dopo la morte di Alessandro Scarlatti, il ruolo di vicemaestro della
Reale Cappella, diretta dal Mancini e nel 1728, dopo la dipartita di G.
Greco, quello di maestro del Corpo di Città di Napoli, per i quali fin dal
1720 aveva ottenuto il diritto alla successione. Solo nel 1737 succedette al
Mancini come titolare della Reale Cappella, potendo organizzare proprio in
questo anno l'orchestra del nuovo Teatro S. Carlo, che fu inaugurato il 4
novembre con la sua opera L'ACHILLE IN SCIRO.
Domenico Sarro venne ricordato in particolar modo per esser stato soggetto
in primo piano di due eventi “storici”: il primo, la messa in musica del
primo melodramma completo di
Metastasio, la DIDONE ABBANDONATA del 1724, e il secondo l'inaugurazione
del Teatro San Carlo con l’ACHILLE IN SCIRO dello stesso poeta nel 1737. Si
può rilevare un forte cambiamento del suo linguaggio musicale tra queste due
date: Domenico Sarro appare profondamente cambiato. Nella prima fase della
sua produzione musicale, Sarro appare come l’erede del melodramma di Mancini
e Scarlatti, caratterizzato dalla contrapposizione fra la tensione e la
maestosità degli organismi barocchi da un lato contro una più insinuante
sensibilità melodica, che si esternava in andamenti più pacati (larghetti e
andantini) in contraltare agli ampi gravi di un passato non troppo lontano;
poi, dopo il fatidico crinale del primo quarto del Settecento, si delinea un
Sarro musicista impegnato a misurarsi, ombra di se stesso, con la nuova
produzione musicale della più giovane generazione di
Vinci e di
Leo.
Si può affermare che le due versioni della DIDONE ABBANDONATA di Sarro, che
distano fra loro 6 anni, presentano un orientamento stilistico diverso,
esempio di uno sforzo sincero di adeguamento ai vorticosi cambiamenti della
musica napoletana di quegli anni: ma si può far risalire alla elevata carica
di maestro della Real Cappella, ricoperta di fatto sin dal 1735, e al favore
dimostratogli dalla corte borbonica, la sua continua presenza nel mondo
musicale, riuscendo a tener testa a tutte le mode musicali nuove che
iniziavano ad imperare nella Napoli di allora. Lo stile del Sarro
compositore fu definito dal presidente
Charles de Brosses, che ne parlò come
di un musicista “savant, mais sec et triste”, evidenziando con siddette
parole un accordo con ciò probabilmente era il dominante gusto di un
pubblico, sensibile al rapido susseguirsi delle mode musicali.
Tra le composizioni che rientrano nel suo momento migliore, oltre ad una
PARTENOPE (1722) e la già citata DIDONE ABBANDONATA, vanno anche aggiunti i
2 intermezzi de L'IMPRESARIO DELLE CANARIE inseriti in quest'ultima opera,
dove si evidenzia un perfetto connubio fra il testo sarcastico di Metastasio
e la musica caratterizzata da toni abilmente ironici e assai sapidi nelle
citazioni da quel bagaglio melodrammatico che proprio Sarro contribuì a
formare.
Composizioni
Opere Teatrali (rappresentate a
Napoli):
CANDAULE RE DI LIDIA (libretto A. Morselli, 1706);
LE GARE GENEROSE TRA CESARE E POMPEO (1706);
IL VESPASIANO (G. C. Corradi, rielaborazione C. de Petris, 1707);
AMORE FRA GLI IMPOSSIBILI (G. Gigli, 1707);
I GEMELLI RIVALI (N. Serino, 1713);
IL COMANDO NON INTESO ED OBBEDITO (N. Giuvo, 1715);
CIRO (?1716)
ARMIDA AL CAMPO (F. Silvani, 1718);
LA FEDE NE' TRADIMENTI (G. Gigli, 1718);
ARSACE (A. Salvi, 1718);
ALESSANDRO SEVERO (A. Zeno, 1719);
GINEVRA, PRINCIPESSA DI SCOZIA (A. Salvi, 1720);
LUCIO VERO (1722);
PARTENOPE (S. Stampiglia, 1722);
DIDONE ABBANDONATA (Libretto
di
Metastasio, 1 febbraio 1724; nuova versione, Venezia 1730);
TITO SEMPRONIO GRACCO (S. Stampiglia, 1725);
IL VALDEMARO (Roma, 1726);
SIROE RE DI PERSIA (Metastasio, 1727);
ARTEMISIA (G. Migliavacca, 1731);
BERENICE (Roma, 1732);
DEMOFOONTE (Metastasio, 1735; II Atto di F. Mancini, III Atto di L.
Leo);
ALESSANDRO NELLE INDIE (Metastasio, 1736, con il prologo LA PUBBLICA
FEDELTÀ, LA GLORIA DEI PRINCIPI; LA VITTORIA, LA BUONA FAMA, probabilmente
di Sarro);
ACHILLE IN SCIRO (Metastasio, 1757);
EZIO (idem, 1741)
Inoltre, arie per:
LA GRISELDI di T. Albinoni (A. Zeno, rielaborazione C. de Petris, 1706).
Opere comiche (rappresentate a Napoli):
GLI AMANTI GENEROSI (T. Mariani, 1735);
FINGERE PER GODERE (idem, 1736);
LA ROSAURA (O. A. Federico,;1738, forse già nel 1736).
Inoltre, arie per
La Finta pellegrina di A. Orefice (1754).
Intermezzi (rappresentati a Napoli):
LA CALISTO (anche BLESO E LUCIILLA, 1706);
BARILOTTO (E. Salvi, Venezia 1712);
BATTO E CINTIA (1713);
FRULLO E SPILLETTA (1713);
I GEMELLI RIVALI (1713);
EURILLO E BELTRAMMO (1722);
DORINA E NIBBIO (1724 ripresi col titolo L'IMPRESARIO o THE MASTER OF THE
OPERA, o forse anche col titolo L'IMPRESARIO E LA CANTANTE, L'IMPRESARIO
DELLE ISOLE CANARIE)
MOSCHETTA E GRULLO (1727);
LA FURBA E LO SCIOCCO (1731).
Oratori
L'OPERA D'AMORE (Napoli, 1702);
PARTENOPE LIBERATA PER PATROCINIO DELLA VERGINE ADDOLORATA (N. Giuvo, ivi,
1704);
IL FONTE DELLE GRAZIE (ivi, 1706);
ORATORIO PER LA FESTIVITÀ DI. S. GAETANO (ivi, 1712);
ESTER RIPARITRICE (ivi, 1724);
S. ERMENEGILDO (Roma, 1725);
LA PASSIONE DI GESÙ CRISTO SIGNOR NOSTRO (P. Metastasio, Bologna, 1738).
Inoltre, cori per
La tragedia cristiana I MASSIMINI (A. Marchesi, Napoli, 1729).
Serenate (rappresentate a Napoli):
AMORE ECO E NARCISSO (1708);
GIUNONE, IMENEO E LA NOTTE (1709)
SERENATA a 3 voci per le nozze del principe D. O. Finto (O. O.
Alberghetti, 1716);
RIDA IL MAR (1716);
SERENATA A 4 voci per il nome della Contessa Daun Viceregina (1718);
ENDIMIONE (Metastasio, 1721);
SERENATA per le nozze di Filomarino principe della Rocca (1721);
IL FLORINDO, favola boschereccia (1725);
LE NOZZE DI TETI E PELEO (N. Giuvo; 1739);
SERENATA per la visita dell'ambasciatore ottomano (1741);
SERENATA per la nascita della principessa Maria Giuseppa di Napoli.
Cantate
LA CONTESSA DI PALLADE E VENERE
(Alborghetti, 1716);
IL GRAN GIORNO D'ARCADIA (Giuvo, 1716);
LA GARA DELLA VIRTÙ E DELLA BELLEZZA (1719);
SCHERZO FESTIVO FRA LE NINFE DI PARTENOPE (Gentile, 1720).
Manoscritti
Concerto per flauto e musica sacra.
Discografia
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Achille
in Sciro
Lycomedes: Marcello Nardis
Teagene: Massimiliano Arizzi
Deidamia: Maria Laura Martorana
Ulysses: Francisco Ruben Brito
Nearco: Eufemia Tufano
Arcade: Dolores Carlucci
Orchestra Internazionale d’Italia
Coro da Camera di Bratislava
Dir. Federico Maria Sardelli
DYNAMICS, CDS571 (3CD)
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Dolce
mio ben
BERLIN CLASSICS, 0017702BC |
A cura di Arsace |
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