Note:
16 rappresentazioni
nella stagione. Handel apportò in seguito una seconda
versione dell'opera per un altro cast di cantanti, con Senesino al debutto
sulla scena londinese, e con 10 nuove arie, un duetto, un quartetto e
alcuni tagli nella partitura, denominata:
Radamisto,
HWV 12b
Prima
rappresentazione: 28 Dicembre 1720,
King's Theatre, Haymarket, Londra
Note: 5 rappresentazioni
nella stagione. Radamisto HWV 12b fu ripreso a Londra nel novembre 1721 e nel
gennaio 1728, per altre 11 spettacoli.
Nel 1722 ebbe ben 17 rappresentazioni ad Amburgo con il
titolo di Zenobia.
Di ritorno da Dresda (capitale europea
dell'opera italiana, accanto a Vienna e Londra) per ingaggiare cantanti,
Handel si occupò intensamente dell'Accademia reale di Musica.
Partecipava a riunioni del consiglio e si incaricava di molti compiti
d'impresa (ecco un aspetto di compositore impresario, capace anche di
operare scelte che fruttino introiti assecondando i gusti del pubblico).
Tuttavia questo comportava una grossa riduzione del tempo da dedicare alla
composizione musicale. E' per questo motivo che la sua nuova opera non fu
pronta per la Solenne apertura della prima stagione dell'Accademia, che
ebbe luogo il 2 aprile 1720 con l'opera NUMINTORE, su libretto di Rolli,
di Giovanni Porta. Questi, che a quell'epoca era a servizio del duca di
Wharton, veniva considerato un buon compositore che si atteneva al genere
consueto dell'opera di arie, che maneggiava con disinvoltura avendo cura
di soddisfare il pubblico.
Il 27 Aprile 1720 venne rappresentata la prima opera di Handel composta
per l'Accademia: il teatro era esaurito e fra il pubblico c'erano il Re
con le sue "dame" e il Principe di Galles.
Mainwaring racconta che "molti gentiluomini non poterono entrare pur
avendo offerto 40 scellini per un posto in galleria (da dire che di solito
quei posti venivano venduti a 2 scellini e mezzo!).
Radamisto fu uno dei più bei trionfi del nostro Caro Sassone. Presenta
anche un buon libretto, e il lavoro è composto in modo conciso ed
efficace, pur essendo di vaste proporzioni, comprendendo numeri
strumentali complessi, ritornelli e preludi.
Lasciamo dipingere certe scene ancora a Mainwaring che narra come
l'entusiasmo raggiunse lo zenit:
"Se bisogna credere a coloro che in vita assistettero a quella
rappresentazione, l'applauso che [Radamisto] ricevette arrivò quasi ad
eguagliare quello di Agrippina: comunque la folla ed i tumulti del teatro
di Venezia non furono certo pari a quelli di Londra. Tra tante signore
così splendide e così alla moda (tanto entusiasmo va attribuito proprio al
loro gusto eccellente) non rimase ombra alcuna di cerimonia o di forma;
scarsa fu persino ogni parvenza di ordine o regolarità, di educazione o
decenza. Molte di loro, che si erano fatte strada nel teatro con foga che
mal si addiceva al loro rango non meno che al loro sesso, a causa del
caldo eccessivo e dell'aria viziata finirono per svenire. Persino molti
gentiluomini, che erano giunti ad offrire 40 scellini per un posto in
galleria dove avere (invano) sperato di trovare uno in platea o in qualche
palco, furono mandati indietro".
Burney scrive: "più compatto, più ingenioso e pieno di fuoco di qualsiasi
altro dramma che Handel abbia mai Musicato", poichè presentava la
strumentazione più ricca fino a quel momento: I corni infatti per la prima
volta comparivano in teatro, nella bellissima aria, "Alzo in volo "
cantata da Tiridate, nel terzo atto.
Hawkins riferisce che Handel considerava l'aria "Ombra cara" ( aria
cantata da Radamisto nell'opera Omonima nel momento in cui il protagonista
crede che la moglie sia morta ), la sua più bella melodia, accanto a "Cara
sposa" di Rinaldo.
Argomento
« Farasmane, re di Tracia ebbe due figli, Radamisto e Polissena.
Radamisto si maritò con Zenobia principessa di nobil sangue, ma di maggior
virtù. Polissena fu data in moglie a Tiridate Re d'Armenia, il quale di là
a qualche tempo trasferitosi a corte del suocero, in tempo che non v'era
Radamisto, vide la cognata, e se ne invaghì.
Ritornato nel suo regno, non vedendo altra strada per soddisfare al suo
ingiustissimo amore, mosse guerra improvvisamente a Farasmane, e gli tolse
tutto il suo stato, fuor che la sua capitale, dove Radamisto, e Zenobia,
s'erano rinferrati per difenderla; avendo prima di ciò in una battaglia
fatto prigione Farasmane.
Condusse seco nel campo la moglie, per dubbio che nella sua lontananza non
gli suscitasse qualche sollevazione.
Renduta alla fine la città, dalla quale fortunatamente con la fuga salvati
s'erano Radamisto, e Zenobia, scoperti da soldati nimici, Radamisto per
dubbio che la moglie non cadesse in mano del Tiranno, la ferisce, a ciò
fare anche esortandolo l'istessa moglie; e credendola morta, la gitta nel
fiume; dal quale fu salvata dai soldati, che l'inseguivano, e condotta a
Tiridate. Radamisto disperato per aver ucciso la moglie, s'introduce nel
di lui campo con animo d'amazzarlo. Trova quivi la moglie viva, e
prigione; e dopo vari accidenti, gli riesce di recuperar lei ed il Regno.
Vedi Tacito negli annali, Lib. XII cap. 51. Questo fatto seguì nell'Anno
XII di Claudio Imperatore; l'anno 53 dell'era Cristiana. »