Note:
La prima di Ottone fu data
alla presenza del Re.
Seguirono nella stagione altre 13 rappresentazioni; per le ultime tre Handel aggiunse nuove scene e 4 nuove arie:
"Gode l'alma" (n. 33), "Spera, si mi
dice" (n. 17b), "Tra queste care ombre" (n. 21c) cantate dalla Cuzzoni, e "Cara tu nel mio
petto" (n. 3b) cantata da Berenstadt. Handel riprese Ottone nel dicembre 1723, febbraio 1726, aprile
1727 e novembre 1733. In particolare quella del 1726 fu ricca di novità
con il ruolo di Matilda adattato per soprano e
quello di Gismonda per contralto, e con 5 nuove arie; vi furono 8
repliche e fu un grande successo.
Una versione di concerto con 4 dei cantanti di Londra (ma senza Handel) ebbe
luogo a Parigi nel 1724.
La compagnia rivale, l'Opera of the Nobility, produsse l'opera al King's Theatre nel Dicembre 1734,
unico caso di un'opera di Handel data da quella compagnia, con il famoso Farinelli nel ruolo di Adalberto,
che cantò sette arie, ma nessuna
scritta originariamente per la sua parte (5 venivano da altre opere di
Handel come Riccardo Primo, Lotario e Partenope).
L'Opera fu anche rappresentata in italiano a Brunswick nel 1723 e 1725,
e ad Amburgo nel 1726, 1727 e 1729, con un terzo delle arie riadattate da Telemann. Ottone venne rappresentato a Göttingen nel
luglio del 1921 (in una versione rimaneggiata da Oskar Hagen), seconda
opera di Handel, dopo la Rodelinda dell'anno prima, ad essere
ripresa nel
XX°
secolo.
Il libretto di OTTONE era un adattamento di Nicola Haym da quello di Stefano
Pallavicino, che lo aveva
scritto per TEOFANE di
Antonio Lotti, rappresentata a Dresda nel settembre 1719 in occasione del matrimonio del principe elettore Federico Augsto di Sassonia con
l'arciduchessa Maria Giuseppa d'Austria.
Nella distribuzione di TEOFANE figuravano la soprano Margherita Durastanti,
il celebre castrato contralto Francesco Bernardi, alias il Senesino, e il
basso-baritono Giuseppe Boschi.
In tournée in Europa per ingaggiare dei cantanti per l'Accademia Reale di Musica di nuova costituzione e che si assumeva la produzione di opere italiane dal 1720 al 1728, Handel
li ingaggiò tutti e tre, assieme al castrato Matteo Berselli: comunque nessuno dei 4 partecipò alla prima stagione dell'Accademia Reale nel 1720.
Senesino, Durastanti e Boschi appartenevano ancora alla compagnia
dell'Accademia nel 1723 e tennero gli stessi ruoli nell'OTTONE di Handel (ossia Ottone, Gismonda ed Emireno) che avevano tenuto nell'opera TEOFANE di Lotti.
Il libretto di Pallavicino per TEOFANE di Lotti è incentrato sulla storia di un matrimonio, quello del Re Ottone II di Germania (figlio di Ottone il grande) con la principessa d'Oriente
Teofane, matrimonio che avvenne a Roma nell'aprile del 972 dopo Cristo.
Ci sono altri fattori che attorniano la vicenda: la repressione di Ottone il Grande nel 950 d.C. di un tentativo promosso dall'usurpatore Berengario e sua moglie Willa (che è Gismonda nell'opera di
Handel) per far prendere la corona d'Italia a loro figlio Adalberto; la successione di Basilio II al trono dell'Impero
di Oriente nel 976 d.C; il mascheramento di Basilio sotto i lineamenti
di un fanfarone pirata Emireno è uno delle molteplici trovate piene di immaginazione dell'opera.
Handel compose Ottone durante l'estate del 1722 e terminò la prima versione della partitura il 10 Agosto 1722.
Vi apportò tuttavia numerose modifiche per la prima rappresentazione; i ruoli più problematici furono quelli di Teofane e di Matilda (cugina di Ottone, e fidanzata all'incostante Adalberto).
L'interprete di Matilda, il contralto Anastasia Robinson, era insoddisfatta di almeno 2 sue arie esattamente come era scontenta del ruolo di virago che doveva interpretare e che come diceva lei "non conviene in alcuna maniera al mio talento".
In una lettera a Giuseppe Riva, l'ambasciatore di Modena, lei aggiunse: "E' anche vero che risulta strano che io sia una donna e che non posso protestare".
Il suo approccio diplomatico di Handel e l'intervento dell'ambasciatore Riva,
ottenne i suoi frutti e le 2 arie furono debitamente rimpiazzate prima della
rappresentazione.
Una delle nuove arie è "Ah! tu non sai" dell'ATTO II che apporta un po' di
dolcezza al personaggio guerriero.
Il ruolo di Teofane invece pone più problemi. Infatti questo doveva segnare a
Londra il debutto di uno dei più grandi soprani dell'epoca, Francesca
Cuzzoni,
che aveva in effetti buone ragioni di assicurarsi che la partitura le
permettesse di apparire al meglio delle sue capacità. La Cuzzoni protestò
contro la sua prima aria in un modo poco accondiscendente come la sua collega,
e questo fu l'origine del famoso incidente riportato da Mainwaring nelle
MEMORIE di Handel, quando Handel minacciò di gettarla dalla finestra se non
cantava l'aria "Falsa immagine".
Handel aveva certamente ragione di voler far cantare quest'aria, ma la Cuzzoni
aveva anche buoni motivi di esser inquieta nel cantarla. Nella prima versione
il ruolo di Teofane era intinto di melanconia: nel piano drammatico questo
conveniva bene al ruolo di una principessa che arriva sola e senza difesa in un
paese straniero e che immediatamente diviene vittima di inganni e di tradimenti
(come lei crede): ma è anche vero che questo ruolo non dava alla Cuzzoni di
mostrare tutte le sue capacità drammatiche e vocali. Allora si potrebbe dedurre
che Handel scrisse questo ruolo senza pensarlo scritto appositamente per la
Cuzzoni, oppure si può ritenere che Handel non fosse conscio delle vere
capacità vocali, dal momento che la Cuzzoni era da poco arrivata sul suolo
Inglese. Malgrado ciò, il ruolo di Teofane non causò ad Handel alcun torto:
OTTONE infatti conobbe immediatamente il successo con una prima serie di 11
rappresentazioni e la Cuzzoni fu molto ammirata.
Altre 3 rappresentazioni furono realizzate più tardi sempre nella stagione
teatrale: una, il 26/03/1723, a beneficio della Cuzzoni; il suo ruolo era stato
arricchito di 3 nuove arie di cui 2 ("Spera sì" e "Gode l'alma") sono scritte
nello stile più leggero e più agile nel quale lei, la Cuzzoni, eccelleva.
Essendo stata una buona intuizione la creazione dell'aria "Falsa immagine",
Handel era evidentemente pronto a mostrarsi meno intrattabile: Handel infatti
rimpiazzò una delle arie del ruolo di Adalberto, sostenuto dal castrato Gaetano
Baerenstadt, un ruolo che fu rimaneggiato prima della prima rappresentazione.
I ruoli femminili dominano l'opera. Ai personaggi di Teofane e Matilda si
aggiunge la figura di Gismonda: l'aria "Vieni, o figlio", dove confessa il suo
profondo attaccamento a suo figlio, corrisponde alla più intensa espressione
d'amore di tutta l'opera, anche se questo non è sorprendente poichè i
personaggi supposti esser amanti sono confusi o s'affrontano per la maggior
parte del tempo.
Ottone ha una magnifica aria eroica "Dopo l'orrore" nell'atto II e due arie di
profondo dolore "Dove sei" e "Tanti affanni" nell'atto III, ma appare
generalmente come un amante come dire rilassato, abbastanza vicino in verità
all'affascinante ma inefficace Adalberto.
Il Reale pirata Emireno è molto ben tratteggiato nelle sue 3 gioiose arie di
basso.
Benchè OTTONE non sembra essere una delle più spettacolari opere di Handel -
anche l'orchestra è ridotta. - c'è molta grazia melodica ed è spesso
irresistibile in quanto dramma.
Vigoroso il movimento del concerto riutilizzato più tardi nel sesto concerto
dell'OP.3, la sinfonia che apre la scena quarta dell'atto I è molto
interessante all'ascolto: il suo carattere piuttosto selvaggio è forse voluto
per suggerire la battaglia che oppone Ottone ed Emireno sul mare.