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Nella Roma barocca della fine del
XVII secolo, si
accordava estrema importanza alle arti, che fiorivano nei campi più diversi:
l'architettura, la scultura, la
pittura, le lettere e la musica,
che brillava in
modo particolare nei generi, solo apparentemente contraddittori dell'oratorio e
dell'opera. Questa attingeva i suoi temi nelle prodezze degli eroi della
mitologia, dell'antichità e della storia, mentre l'oratorio metteva in risalto
l'eroismo dei martiri che, come testimoniano i dipinti dell'epoca, si avviavano
al loro destino di morte con cipiglio degno degli eroi dell'antichità.
Ma proprio l'opera, che aveva conosciuto sotto il
pontificato del veneziano Alessandro VIII Ottoboni un periodo di
prosperità, entrò in una fase di repressioni e di censure clericali: il Papa Innocente XII,
che già nel
1677, aveva
vietato le
rappresentazioni pubbliche dell'opera a causa di un incidente
particolarmente scandaloso verificatosi durante il carnevale di quell'anno,
nel 1697 fece chiudere il teatro di Tordinona; due anni più
tardi toccò al teatro Capranica dover
sospendere
le rappresentazioni.
Nella vita
musicale
pubblica
della città
l'oratorio sostituì quindi l'opera, soprattutto tra il 1680 e il 1710. Ma
nel privato dei palazzi, la società romana continuò a dedicarsi alla musica
profana.
Così, aristocratici come la regina
Cristina di
Svezia, il marchese
Francesco Maria Ruspoli
e il duca d'Alvito, facevano un po' a gara per
accaparrarsi i servigi dei migliori compositori in circolazione:
Alessandro
Scarlatti,
Arcangelo
Corelli, Bernardo Pasquini e Handel naturalmente, per il tempo in cui
soggiornò a Roma. Anche parecchi cardinali,
come
Pietro Ottoboni,
Benedetto
Pamphilj
e
Carlo
Colonna, raffigurano tra coloro
che organizzavano delle rappresentazioni teatrali nelle proprie residenze:
alcuni di questi cardinali contribuivano fattivamente, dilettandosi a
scrivere i testi per le
opere, gli
oratori, le serenate e le cantate che si rappresentavano. In particolare, i
raffinati intrattenimenti
musicali organizzati dall'Ottoboni,
membro
come gli altri dell'Accademia dell'Arcadia,
erano tra gli eventi più importanti della vita musicale romana del tempo.
A cura di Rodrigo
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