Johann Sebastian Bach |
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( 1685 - 1750 ) |
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Questa pagina non è un resoconto della vita e delle opere di Johann Sebastian Bach, perché notizie in merito sono reperibili con grande facilità un po' d'ovunque; vogliamo piuttosto fornire un punto di vista alternativo su questo compositore, spesso contrapposto ad Handel. Il confronto Handel-Bach non lo stiamo inventando noi: è dalla fine del diciottesimo secolo, cioè da quando Bach è stato riscoperto, che va avanti, ma è un confronto inutile perché l'arte che esplicarono questi due geni, nello stesso periodo storico-musicale, è sostanzialmente diversa. Handel in vita non ebbe a che fare direttamente con Bach; quasi sicuramente non si incontrarono di persona, ma sappiamo che Bach studiò attentamente le composizioni del suo coetaneo e conterraneo; come sottolinea P.H. Lang: « Handel era un uomo famoso e Bach studiava le composizioni degli uomini famosi ». Lo stesso figlio di Bach, Carl Philip Emanuel, in una lettera a Forkel del 1775 testimonia l'ispirazione che trasse il padre da alcuni lavori giovanili di Handel. In particolare l'opera Almira, la Johannespassion e la Brockes Passion, furono studiate da Bach, che ne trasse ispirazione per la sua Matthauspassion (fonte Lang) e per alcune cantate: la "ICH HATTE VIEL BEKUMMERNIS" BWV 21 e la "WHACHET, BETET!" BWV 70 (fonte Buscaroli).
Handel invece non parve interessarsi a Bach, la cui notorietà
per tutto il diciottesimo secolo non andò oltre la sua terra. In Handel non troviamo
alcun richiamo all'arte bachiana. Del resto, cosa poteva interessargli di un autore che non scrisse
nulla per il teatro e le cui composizioni erano diametralmente
all'opposto delle sue? Non che Handel non sapesse comporre nello stile
di Bach - per esempio le sue Sei Grandi Fughe non hanno nulla da
invidiare alle rinomate fughe bachiane - perché quello del Kantoren e
dell'organista era uno stile che Handel conosceva bene dagli anni
della sua formazione ad Halle. Semplicemente non coltivò un'arte che
non serviva ai suoi scopi.
Handel era un uomo pratico, che mirava al successo, e questo
successo si alimentava con il consenso del pubblico
che frequentava i teatri londinesi dove venivano rappresentati i suoi
lavori vocali: prima le opere e gli poi oratori. Per
catturare l'interesse di una platea tanto
eterogenea, la
sua musica doveva essere "a misura d'uomo",
le sue pagine
dovevano privilegiare la cantabilità, il senso lirico, più che l'aspetto
squisitamente contrappuntistico e strutturale, in modo che la sua
musica potesse venir
percepita con chiarezza da soggetti con possibilità
recettive molto varie, dall'uomo comune dall'intenditore. Quindi Handel non aveva la necessità
di ricercare nelle sue composizioni quelle "perfezioni
formali", quella
"perizia musicale", che tanto vengono apprezzate
nell'arte bachiana dai musicisti e musicologi
attuali.
« nonostante amasse l'organo non ha composto preludi e variazioni su un corale e non ha composto musiche corali per la liturgia luterana; come se non volesse contribuire, lui che era attratto dalla solennità della liturgia ufficiale, ai canti poetico-meditativi, alla affermazione di quelle cantilene che avevano invaso le cantate e che aveva reso la passione un'opera religiosa sentimentale e a volte macabra. Egli non volle costringere la sua intelligenza entro i limiti e gli schemi della cantata, del corale e della fuga, ma volle far ricorso al sentimento e alla fantasia » (Lang). Per queste ragioni è poco significativo mettere a confronto le composizioni meno rappresentative di Handel, vale a dire i suoi due unici lavori basati sui testi della Passione secondo Giovanni, la Brockes Passion del 1719, e l'altra, quella che il Chrysander fa risalire al 1704, ma che per i biografi moderni sarebbe spuria, forse di Georg Böhm o Mattheson, con uno dei lavori più riusciti di Bach, la Johannespassion. Piuttosto andrebbe considerato che « una composizione giovanile di Handel come il Dixit Dominus, composto a Roma del 1707, sembrerebbe provenire da un musicista la cui forma mentis sia assolutamente contrappuntistica, né più né meno che Bach: la sua Fuga finale assume proporzioni e complessità di sviluppo che la pongono accanto ai più celebrati esempi bachiani. V’è quindi da credere che il caso di Handel sia quello d’un progressivo allontanamento dal contrappuntismo germanico » (P. Isotta).
Questo sul
fronte della musica vocale, ma i paragoni tra i due geni continuano anche su
quello strumentale.
Per capire bene le differenze fra lo stile dei due compositori affidiamoci all'equilibrata analisi di Bukofzer:
«
Musicisti del Barocco, Handel e Bach
subiscono entrambi l’influsso della dottrina degli “affetti”, ma i loro
metodi di rappresentazione differiscono ampiamente e rivelano un netto
contrasto nel disegno melodico. Handel eccelle in motivi ampi e
gestuali, Bach in linee intricate e complesse; le melodie di Handel
sono estese, quelle di Bach concentrate. Quest’antitesi è messa in
rilievo dalla parte in arioso dell’aria He was despised, dal
Messia, e dal recitativo Erbarm’ es Gott, dalla
Matthauspassion. In ambedue le composizioni, la flagellazione di
Cristo è rappresentata per mezzo di accordi in ritmi pesantemente
scossi. Anche se il sottofondo figuralista è praticamente lo stesso, i
risultati musicali non si possono confrontare. Bach, nel suo disegno
melodico e nelle sue serrate concatenazioni armoniche, delinea gli
“affetti” di ogni parola; Handel fa suo solo un “affetto” di base e
scrive una melodia dalle ampie arcate. L’inclinazione
all’improvvisazione di Handel si manifesta nelle linee melodiche
impetuose, disegnate con tratti audaci, come se fossero dipinte con il
pennello fitto usato negli affreschi; l’inclinazione di Bach per lo
scrupoloso artigianato si manifesta nelle melodie delineate con coerenza, disegnate come se fossero incise con il bulino.
Il labirinto bidimensionale della polifonia implicita di Bach si trova
sotto la superficie della melodia; la melodia monodimensionale di Handel trascina l’ascoltatore con la semplice forza della sua spinta.
Nel loro fascino sensuale e immediato, le Arie di Handel sono al polo
opposto del fascino astratto delle linee di Bach. Anche nelle melodie di
danza si può osservare il contrasto fra la concezione melodica di Bach
e quella di Handel.
Bukofzer
ci ha spiegato come Handel e Bach abbiano esplicato la propria arte in modo tanto diverso,
eppure viene naturale contrapporli.
1 - Bach fu oggetto a
partire dai primi decenni del diciannovesimo secolo di una massiccia
divulgazione, iniziata nel 1802 dal capostipite dei suoi biografi, il connazionale
Forkel,
e
proseguita da alcuni editori, sempre tedeschi, che
ne compilarono l'opera omnia. A suggello di tale riscoperta si
pose la rappresentazione della
Matthauspassion, avvenuta a Berlino
nel 1829.
2 - Quando successivamente i musicologi rivelarono le marcate influenze straniere nei suoi lavori, i suoi devoti biografi, per nulla scoraggiati, definirono Bach non più il genio "superbamente isolato" nell'oscura provincia luterana, ma il realizzatore di una mirabile sintesi fra stile italiano, francese e tedesco, fra stile antico e stile moderno. Bach divenne così il compositore proiettato nello spazio e nel tempo.
3 - Poi i musicologi fecero notare come, al di là delle immediatamente riconoscibili trascrizioni operate da Bach di
lavori di altri compositori, come Albinoni, Bonporti, Marcello, Sachen-Weimare
e Vivaldi, e al di là delle diverse trascrizioni per organici diversi
di alcuni concerti per violino e oboe che furono riadattati per il
clavicembalo, anche diversi lavori strumentali che hanno pesantemente
contribuito alla sua fama, come la mitica Toccata e fuga BWV 565,
forse di Johann
Peter Kellner, la Passacaglia e
fuga BWV 582, tratta
dal tema del “Christe” della Messe du deuziesme di
André Raison,
la Fantasia Cromatica, e il Concerto Italiano BWV 971, contengono "prestiti" da altri compositori. 4 - Nell'Europa del diciannovesimo secolo si assiste ad una corrente di pensiero, che influenzerà anche il secolo successivo, che decreta in musica il predominio della mente sull'anima, che disprezza il piacere, la sensibilità a favore della profondità musicale: gli adepti di questa filosofia non possono che vedere nel profondo Bach, nell'introspettivo Bach, il portabandiera delle loro teorie. 5 - Grazie alla sua nomea di compositore religioso e mistico, che attribuiva scarsa importanza al mondo esterno e che trovava la forza nelle proprie incrollabili convinzioni, nei principi e nelle idee delle tradizioni, Bach viene particolarmente apprezzato da un pubblico che ricerca la sua supposta profondità e interiorità e che rifugge l'esteriorità e le frivolezze.
Questi fattori hanno contribuito,
assieme, e lo ripetiamo sia chiaro, al riconoscimento del suo magistero compositivo, a consolidare il mito di Bach, a rendere nel tempo la sua figura sacra e intoccabile, ma anche Bach era...
umano.
A cura di Rodrigo |
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Ultimo aggiornamento: 22-10-21 |