Nacque
a Oberscheden, presso Hannover, il 30 gennaio 1697. Fu
compositore e virtuoso del flauto traverso, che costruiva egli stesso,
oltre che teorico.
Dopo un apprendistato
a
Mersebourg
(1707 c.)
sul violino
e,
con l'ausilio dello zio Justus Quantz,
su ogni sorta di strumento a fiato (eccetto il flauto
traverso),
nel 1716 il giovane
Johann Joachim
si stabilì a
Dresda,
dove inizialmente suonò nell'orchestra municipale. In seguito,
dal 1716 al 1741,
fu al servizio dell'elettore di Sassonia.
Nel 1717
studiò
composizione con
Pisendel e
contrappunto con
Zelenka
e Fux, a Vienna.
Nel
1718 fu
nominato
oboista nella cappella di
Augusto II di Polonia,
e nello stesso periodo ammesso nell'orchestra della
Cappella Reale di Dresda.
Nel 1719 studiò flauto con
Pierre-Gabriel
Buffardin.
Le
sue prime composizioni si fanno risalire al
1720.
Quantz viaggiò molto: lo troviamo
a Praga (1723) dove
assistette ad un concerto del violinista
Tartini;
in Italia (1724-25) dove studiò contrappunto
a Roma
con
Gasparini, assistette ad un opera con
Farinelli e la
Tesi, incontrò Alessandro
Scarlatti a Napoli. A
Parigi (1726-27) dove
incontrò
Michel Blavet e
dove aggiunse una seconda chiave al suo flauto; infine a Londra
(1727) dove incontrò Handel.
Nel 1727, tornato a Dresda, divenne flautista solo della cappella
Reale.
Dal 1728 divenne insegnante di
flauto
del principe Federico, attività che gli conferì pure un certo prestigio
politico.
Quando
nel 1740 divenne Re di Prussia
come Federico II,
Quantz lo seguì a Berlino, dove,
oltre a continuare ad insegnargli
il flauto, assunse la carica di
compositore di corte e musicista da camera, supportando
il sovrano nei
concerti serali
che, flautista dilettante e compositore
occasionale,
il monarca offriva ad un
pubblico
selezionatissimo: il
repertorio di quei concerti consisteva principalmente in lavori di Quantz
e di Federico stesso.
Nel 1773 incontrò il musicologo inglese
Charles Burney.
Quell'anno fu anche l'ultimo per Quantz, che si spense a Potsdam.
Oltre a delle sonate in trio e a
della musica vocale da camera,
Quantz compose ben
200 sonate e i 300 concerti per flauto, fra i quali
spiccano proprio quelli per Federico il Grande.
Come teorico, il
suo
esauriente
manuale di flauto
Versucheiner
Anweisung die Flote traversiere zu spielen
-
ma nonostante il titolo meno di un terzo
del libro è
specificamente inteso per flautisti -
(Berlino,
1752), e la sua autobiografia del 1755, rimangono testi fondamentali
per comprendere tutti gli aspetti della
prassi esecutiva e i criteri per valutare composizioni e interpreti dell'epoca.
A cura di Rodrigo