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Nota anche come
Bulgari e Bulgarini,
nacque a Roma nel 1684, e vi morì il 26 febbraio 1734.
Esordì
a Roma
intorno al 1703.
Nel 1712 riscosse un enorme successo al teatro Sant’Agostino di Genova e nel
1714/1715 trionfò al San Bartolomeo di Napoli nel TIGRANE di
Alessandro
Scarlatti.
Negli anni 1716/1718 si esibì a Venezia al
San Giovanni Grisostomo in ARIODANTE di
C. Pollarolo, EUMENE di
Albinoni, ASTIANATTE di
M.A. Bononcini,
ARSACE di
M. Gasparini.
Nel 1719 era di nuovo a Napoli, dove eseguì una serenata di
Leonardo Leo ed
il CAMBISE di Alessandro Scarlatti, e nel 1721 la cantata
GLI ORTI ESPERIDI di
Porpora e
Metastasio.
Pare che il poeta Metastasio conservasse l’anonimo, ma la sua identità fosse
ben presto scoperta dalla Bulgarelli.
Presa di lui, la Bulgarelli ospitò quindi Metastasio presso la sua dimora, e
prodigò verso di lui molti consigli ed appoggi, arrivando anche a farlo
venire in contatto con i compositori
Hasse, Leo,
Vinci e Porpora, forgiando
in lui le decisione di dedicarsi alla poesia teatrale vera e propria.
Sorse così l’opera DIDONE ABBANDONATA per la musica di
Sarro, che la
Bulgarelli cantò accanto a
Nicolino presso il San Bartolomeo nel 1724,
riscotendo un trionfo personale specie nelle scene di gelosia che ella
stessa avrebbe suggerito al futuro poeta cesareo.
“La Didone virgiliana è sfumata; qui vedi l’Armida del Tasso messa in
Musica, ma è una Armida col commento della Bulgarelli, alla cui ispirazione
appartengono i movimenti comici penetrati in questa natura appassionata,
come è nella scena della gelosia, applauditissima alla rappresentazione” (F.
De Sanctis, “Storia della letteratura Italiana”, cap. 19°, Bari 1939).
La Bulgarelli tornò poi a questa parte anche su altre scene e con altre
musiche; nel 1725 al
San Cassiano di Venezia, con musica di Albinoni, poi a
Reggio Emilia ed altrove.
Nel 1726 cantò a Napoli in MIRIDE E BERENICE di Hasse (nella prima
esecuzione), poi a Venezia in altre opere Metastasiane (SIROE di Leonardo
Vinci e SIFACE di Nicola Porpora).
Nel 1728 si stabilì a Roma, dove Metastasio era già lì dal 1727; e quando il
poeta fu invitato a Vienna al servizio della corte, partì con lui e col
marito Domenico Bulgarelli. Ma solo il marito arrivò a destinazione; la
Bulgarelli, per ragioni sconosciute, si fermò lungo la via e non raggiunse
più il suo poeta.
Restò tuttavia in corrispondenza con lui, ed alla morte lo istituì erede
universale di un patrimonio di 25.000 scudi, mentre al “carissimo consorte”
lasciò “un ufficio vacabile detto Cavalierato di San Pietro”.
Un anonimo biografo del Metastasio la descrive come “una donna avvenente, ma
di bella presenza, di pulitissimo tratto e di grande spirito”.
Bibliografia: “Tutte le opere di Metastasio” a cura di B. Brunelli, Milano
1943, I e III.
Lettere di Metastasio alla Bulgarelli
A cura di Arsace
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